I diritti vanno difesi anche sul posto di lavoro.
Il prossimo 30 maggio i lavoratori degli appalti sono chiamati allo sciopero per il rinnovo del CCNL scaduti da anni e che il padronato, forte delle nuove norme sul jobs act, non vuole rinnovare penalizzando lavoratori e lavoratrici sul versante salariale e normativo (leggi malattia), ma in particolare vuole liberarsi definitivamente dell’obbligo di assunzione del personale in forza al momento del cambio appalto.
Una grande responsabilità di questa arroganza padronale è di Cgilciluil che per non disturbare il governo impegnato nel risanamento dei conti pubblici prima hanno accettato la riforma Fornero e poi tutte le norme renziane sulle privatizzazioni di parti fondamentali dei servizi pubblici e della sanità oltre allo smantellamento dei diritti dei lavoratori, come il jobs act.
Aver subito, senza lottare, la cancellazione dell’articolo 18, il dilagare della precarietà, aver sottoscritto accordi come quello dell’expo di Milano, e aver puntato alla gestione di pezzi di welfare anziché rilanciare la lotta sui diritti e sul salario, ha dato il fianco al padronato per alzare il tiro e pretendere la cancellazione di questo diritto fondamentale.
Ma non solo, il governo si prepara a dare attraverso il cosiddetto “contratto leggero” una nuova spallata ai diritti dei lavoratori allargando a dismisura le forme di precarietà e ricattabilità dei lavoratori da parte delle aziende.
Per questo USB il 30 maggio farà sciopero ed invita tutti/e farlo, ma non intende appiattirsi sulle confederazioni le quali, su precarietà, lavoro, salario e stato sociale continuano a mantenere un atteggiamento di complicità con questo stesso padronato che oggi vuole cancellare le norme di tutela sociale in materia di appalti.
In sostanza siamo davanti ad una ambiguità di fondo che vede cgilcisluil gestire con questi stessi padroni che vogliono cancellare l’articolo 4 del CCNL e penalizzare la malattia, e ora proclamano lo sciopero contro quei padroni con i quali siedono assieme nei Consigli di amministrazione degli enti bilaterali e dei vari fondi contrattuali.
Una ambiguità, questa che va denunciata e che in molti rinnovi contrattuali ha portato ad accordi negativi per i lavoratori, dai metalmeccanici ai lavoratori dell’ambiente dell’igiene pubblica.
Contratti dove il salario è virtuale mentre sono reali e pesanti le limitazioni al diritto di sciopero e le nove concessioni in materia di orario concesse alle imprese.
Come Usb lavoro Privato intendiamo usare questa giornata di lotta per organizzare un presidio informatico davanti all’ospedale di Rovereto per sollecitare un accordo con l’azienda sanitaria sul capitolato di appalto inserendo l’obbligo per l’azienda aggiudicataria ad assumere tutti/e i dipendenti continuando ad applicare l’articolo 18 a tutti i lavoratori e lavoratrici.
Poi intendiamo denunciare gli atteggiamenti repressivi e vessatori messi in campo dalla cooperativa Manutencoop (con la complicità di Cgil e Cisl provinciali) verso i nostri associati e per riaffermare che la dignità di chi lavora non può essere mortificata per avere un posto a tavola come stanno facendo i sindacati confederali.
Infine chiediamo di procedere alle elezioni della RSU anche presso la Manutencoop di Rovereto per dare a tutte le lavoratrice pari dignità e pari diritti.
Ezio Casagranda – USB Trentino