Progettone e occupazione in Trentino

E’ iniziata la campagna elettorale e sulla stampa locale iniziano gli articoli in versione compiacente rispetto alle politiche del lavoro messe in campo della provincia.
Nei giorno scorsi abbiamo letto del mini accordo che riguardava i lavoratori del Progettone con dati riguardanti l’aumento occupazione, delle risorse e sul salario anticipava l’aumento che sarà definito in un accordo in divenire.
Nessuno spazio ha ricevuto il comunicato USB/CLP che ne contestava il merito e poneva alcune questioni irrisolte sia sul versante delle risorse, dell’occupazione a anche del salario.
Oggi un articolo che parla di aumento degli occupati in Trentino dell’aumento dell’età media e della scolarizzazione. Dati importanti che però non affrontano la questione vera.: la qualità e la durata del lavoro.
Dal nostro angolo di osservazione di sindacato di base la realtà la vediamo diversa e riteniamo che l’andamento occupazione in Trentino non sia tutto rose fiori. Per una analisi reale necessita andare oltre i numeri e le percentuali cercando di capire una realtà che speso i numeri tendono a nascondere.
La presenza di over 55 al lavoro non è principalmente frutto della riforma Fornero che con al sua riforma ha elevato l’età pensionabile a 67 costringendo i lavoratori a rimanere in azienda fino a 67 anni e bloccando il bloccando il turnover sostitutivo, condanna una grossa fetta di giovani, in una situazione in cui sempre più il lavoro morto (robot) sostituisce il lavoro vivo, a lavori sottopagati, a termine e precari.
Basti l’esempio del Progettone. Olivi e triplice parlano di aumento degli occupati , ma dai dati generici forniti dall’assessorato emerge una diminuzione delle ore complessivamente lavorate nel settore e quindi siamo davanti ad un processo di travaso di quote di lavoro stabile, full time ed a tempo indeterminato verso un quote sempre più grandi di lavoro precario, a termine e a tempo parziale.
E’ chiaro che le 40 ore settimanali possono essere fatte da un solo lavoratore o da due lavoratori a tempo parziale. In questo secondo caso l’occupazione raddoppia. La stessa cosa vale per il tempo indeterminato.
12 mesi di lavoro possono essere coperti da un solo lavoratore o da tre lavoratore con un contratto a termine di 4 mesi cadauno, In questo caso l’occupazione viene triplicata.
Questo ad esempio è il metodo usato dalla PAT nel Progettone, aumentano precari, tempi determinasti e tempi parziali per dire che l’occupazione aumenta.
Che siamo in piena campagna elettorale lo dimostra anche l’affermazione dell’assessore Olivi quanto attacca la norma sui contratti a termine del “decreto dignità”, lanciando una velata minaccia ai lavoratori precari del Progettone dicendo che la sua applicazione potrebbe portare al oltre 100 licenziamenti.
Suggerisco ad Olivi di lasciar perdere la polemica e dare una vera risposta andando a confermare a tempo indeterminato tutti quei lavoratori del progettone e Azione 19 che, al 31 ottobre 2018, hanno più di 12 mesi di lavori a termine. Questa è una risposta di merito ad un Governo che non ha il coraggio di andare a fondo nella lotta alla precarietà, non farsi megafono dell’arroganza padronale che vorrebbe tutti i lavoratori precari, sottopagati e ricattabili.
Infine suggerisco che, se la Provincia vuole fare meglio del Governo in materia di lavoro, utilizzi lo Statuto di Autonomia per impedire la reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel settore del turismo in quanto strumento di elusione fiscale, contributiva e salariale.
Ma sono sicuro che questi suggerimenti non saranno presi in considerazione in quanto il PD ormai è diventato il braccio operativo di Confindustria e quindi per i giovani anche nel ricco trentino autonomista continueranno a rimanere precari e vaucherizzati.
Solo se i lavoratori ed i cittadini sapranno trasformare la rassegnazione in capacità di mobilitazione e di lotta si potrà cambiare questa situazione .
P USB Lavoro privato

Ezio Casagranda

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