Festival economia: salute diseguale o di classe?

Giovedì 1 giugno inizia il festival dell’economia numero 12 a Trento con un titolo “la salute diseguale” e Tito Boeri nel presentare il festival si dice “affascinato dal lavoro dei medici” nel tentativo di dare l’immagine di un festival attento ai problemi della salute, ma, se andiamo a guardare dentro il festival si possono intravvederne i contorni di classe e un invito velato alla privatizzazione della sanità e della tutela della salute.
Non “la salute diseguale” ma “la salute di classe” sarebbe il titolo più azzeccato di questo festival.
Infatti, non solo i maggiori relatori, salvo quale eccezione come Gino Strada, sono sostenitori della privatizzazione della sanità ed in Trentino la diagnostica è ormai appaltata al privato ma sono assenti i problemi più scottanti: I MORTI SUL LAVORO e la SALUBRITÀ DELL’AMBIENTE in cui viviamo
Vogliamo denunciare che mentre si spendono, anche in questo festival, fiumi di parole per spiegare la necessità di chiudere gli ospedali pubblici si aprono nuove cliniche private i quali fanno profitto sulla salute (sulla pelle di dovrebbe dire) dei cittadini trasferendo risorse dalla prevenzione e cura ai profitti.
Invitiamo i cittadini, i lavoratori a riflettere sul perché, Cgil Cisl e Uil anziché battersi per garantire una sanità pubblica, efficiente e gratuita pensano solo ad accaparrasi qualche posto nei CdA nei vari fondi sanitari e previdenziali.
Infatti, siamo alla dodicesima edizione e gli organizzatori non hanno mai messo al centro il tema dei MORTI SUL LAVORO e della salubrità ambientale.
Nessuno vuole affrontare il problema di questa strage continua determinata dalla guerra del capitale contro il lavoro.
Una strage che si vuole coprire con il velo della fatalità ma che tutti noi sappiamo sia causata dal prevalere del profitto sul diritto alla vita della persona
Secondo l’osservatorio Indipendente di Bologna “nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere.
Dall’inizio dell’anno a oggi sono i morti sui lavoro sono stati 257. Con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 580 morti complessivi “ con un aumento del +12,6% sullo stesso periodo del 2016.
Ogni volta che questi omicidi bianchi ci toccano da vicino o “bucano” per qualche giorno le prime pagine dei giornali si spendono fiumi di parole, di promesse, di impegni ad intervenire per porre fine o almeno rimedio a questa tragedia nazionale.
Ma poi tutto viene dimenticato perché il profitto non si ferma nemmeno davanti alla morte.
I morti sul lavoro sono una piaga sociale ma il risultato delle politiche neoliberiste imposte dall’Europa come l’allungamento dell’età pensionabile con la Legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 per i nuovi assunti, il lavoro nero che sembra diventato la normalità, il Jobs act, la precarietà dilagante oltre “l’alleggerimento “ delle normative sulla Sicurezza e sui controlli.
Norme che oltre a permettere un insostenibile aumento dei ritmi di lavoro costringono i lavoratori a svolgere lavori pericolosi, stressanti e faticosi quasi fino a settant’anni magari con la schiena dolorante e con riflessi poco pronti.
Ecco noi siamo qui per denunciare questa realtà tenuta nascosta dal potere oltre all’ipocrisia di questo festival che, come le istituzioni provinciali, non intendono farsi carico di questo vero e proprio calvario a cui sono sottoposti i nuovi schiavi del terzo millennio
Per questo oggi le parole servono a poco..
Oggi bisogna scegliere fra difesa del profitto e il benessere sociale. Ognuno deve scegliere se sostenere i profitti delle multinazionali o lottare per avere occupazione, salario, dignità e salute unificando in una sola lotta il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto alla salute con il diritto dei cittadini di non morire avvelenati.
Noi abbiamo scelto di stare dalla parte del lavoro e tu??

Usb Trentino
Ezio Casagranda

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Un commento

  • Festival dell’Economia.

    Un milione di € spesi male, perché sono quattro giorni di chiacchiere inutili e inconcludenti.
    Utile solo per albergatori, ristoratori, ditte fornitrici e relatori (pardon chiacchieroni) superpagati.
    Una pura operazione di marketing.
    Nel merito completamente superfluo.
    Ma chi guarda oggi al merito?
    “L’unica roba che conta l’è tirar turisti e far schei “.

    Io sono incondizionatamente dalla parte del lavoro.
    Ma dove sono i lavoratori?
    Vedo solo rassegnati o disperati.
    Senza orgoglio, sana ribellione e coscienza di classe!
    Schiavi o complici occulti del Capitale.
    Che tragedia sociale.
    Bisogna ripartire da zero.

    Saiani Aldo.

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