Delrio vieta lo sciopero del 26 giugno
Il ministro Delrio vieta lo sciopero dei trasporti del 26 giugno.
Con un’ordinanza ministeriale, i cui contenuti sono di una gravità estrema e senza precedenti, il ministro Delrio vieta lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale e cancella gli articolo 39 e 40 della Costituzione.
Quello che non è riuscito con la riforma Boschi, perché bocciata il 4 dicembre 2016, si cerca di applicarlo a colpi di ordinanze e decreti vari.
Siamo ormai agli atti autoritari degni dei peggiori anni di questo paese. Se si vieta un diritto costituzionale senza alcuna reale motivazione vuol dire che stiamo andando verso un qualche cosa che somiglia molto ad un regime.
Infatti l’ordinanza di Delrio punta ad un rovesciamento di prospettiva rispetto a quanto previsto dalla Costituzione e dentro questa prospettiva lo sciopero rischia di ritornare quello che era nel ventennio fascista: un reato.
Infatti le motivazioni che sono alla base dell’ordinanza ministeriale sono una provocazione in quanto fanno riferimento al previsto aumento della temperatura nei prossimi gironi ed al “diritto” alla mobilità dei cittadini che è pari al diritto di sciopero e quindi vieta lo sciopero.
Per quanto riguarda la mobilità Delrio dovrebbe sapere che le lunghe ed estenuanti attese di chi deve prendere un autobus non sono dovute agli scioperi ma al fatto che il trasporto pubblico in Italia non funziona, che il traffico privato costringe i mezzi pubblici a velocità medie di pochi km all’ora nelle grandi e medie città, che mancano corsie preferenziali, ecc. e che le privatizzazioni in atto (contro le quali era dichiarato lo sciopero del 26 giugno) comporteranno un forte peggioramento delle condizioni dei lavoratori e della qualità del trasporto pubblico.
Per questo come USB denunciamo con forza questo atto illegittimo e repressivo e, nei prossimo giorni saranno organizzate iniziative informative verso lavoratori e cittadini, per smascherare questo ministro (di un governo eletto da un Parlamento illegittimo) il quale non sta facendo gli interessi dei cittadini: sta solo tutelando soltanto le aziende che intendono lucrare, attraverso la privatizzazione, sul trasporto pubblico locale.
Infine vogliamo denunciare come la Commissione di Garanzia per gli sciopero non sia una struttura indipendente ma solo uno strumento agli ordini del ministro di turno.
Lo si è visto nelle dichiarazioni del presidente della Commissione di Garanzia il quale prima è intervenuto a gamba tesa sul diritto di sciopero sostenendo quanti chiedevano una nuova legge sullo sciopero che impedisse ai lavoratori di scioperare trasferendo il dritto di sciopero dai lavoratori (articolo 39 della Costituzione) alle tre maggiori organizzazioni sindacali ed ora accettando che uno sciopero che lui stesso aveva dichiarato legittimo e rispettoso delle norme di legge venisse vietato perché forse il 26 giugno farà troppo caldo.
In questi ultimi anni lavoratrici e lavoratori hanno aperto gli occhi e sanno distinguere ormai chi sta operando contro il lavoro, contro la democrazia e contro la costituzione ed è anche per questo motivo che lo sciopero di USB del prossimo 26 giugno fa paura al governo al quale chiediamo che anziché difendere i profitti delle aziende e la voglia di monopolio di Cgilcisluil farebbe meglio a tutelare i cittadini e i lavoratori.
USB Trentino
Ezio Casagranda