Bologna 2 agosto: fermare il Piano Gelli
Pubblichiamo questo interessante articolo di USB Emilia Romagna sulla strage del 2 agosto 1980.
La redazione
Bologna 2 agosto: fermare il Piano Gelli e la svolta autoritaria nel nostro paese, giù le mani dal diritto di sciopero e no ai decreti Minniti
Anche quest’anno la data del due agosto è un momento fondamentale per la nostra memoria collettiva, una memoria necessaria per non essere impreparati agli attacchi autoritari e anti popolari. Non dimentichiamo mai che lo stragismo è uno strumento per imporre svolte autoritarie contro le libertà e i diritti, la capacità di lotta e di resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questo ultimo anno abbiamo visto come il disegno pidduista, che rispecchia la cupidigia di un padronato sempre più vorace e reazionario, viene ancora oggi portato avanti, nonostante l’importante sconfitta che ha subito il 4 dicembre 2016 quando la controriforma costituzionale è stata bocciata da milioni di no al referendum.
In questi mesi continua l’attacco ai diritti costituzionali con una evidente corrispondenza con i contenuti del Piano Gelli: oggi ad essere messo in discussione è il diritto di sciopero.
Il Governo ha avviato una crociata per l’ulteriore riduzione del diritto allo sciopero, nonostante la legge italiana sia già tra le più restrittive in Europa.
Un attacco, questo, che è complementare all’uso crescente di misure repressive contro attivisti sindacali, sociali, politici, semplici lavoratori impegnati nella difesa dei diritti sociali; si utilizzano misure unilaterali di polizia, eredità perdurante del codice penale del ventennio fascista, tese ad annullare l’agibilità democratica: dai “fogli di via” alle condanne penali senza processo. Accade a Bologna come nel resto del Paese.
Di fronte alla crisi, economica e di consenso, le risposte del Governo e del padronato sono repressione, gestione emergenziale e criminalizzante di tutte le contraddizioni sociali: i decreti Minniti sul decoro urbano e sui migranti sono questo.
Questo attacco ai diritti sociali e democratici è motivato e attuato perché sanno che la crisi economica, l’aggressività del padronato, la disoccupazione, la precarietà, l’austerità e le riforme imposte dai diktat dell’Unione Europea non potranno essere governati all’infinito con i bei discorsi.
Costruiamo lo sciopero generale contro il Governo, contro i disegni autoritari vecchi e nuovi, contro l’attacco ai diritti sociali e politici.
Siamo tutte e tutti chiamati alla mobilitazione
USB Emilia Romagna
Lo sciopero è l’arma fondamentale in mano ai lavoratori per difendere i loro diritti intoccabili: materiali e sociali.
Guai a toccare il DIRITTO DI SCIOPERO!
Contro chi tenta di farlo, bisogna trasformare questa arma in azione politica:
SCIOPERO GENERALE!
Ripetere la ribellione vittoriosa del 4 dicembre 2016, e dalle urne passare alle piazze, contro il Potere Finanziario Internazionale, di cui Napolitano, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni sono i burattini manifesti.