Verso il 10 novembre in difesa dello Stato sociale

Il sistema del welfare per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi andrà presto in archivio e sarà sostituito dal cosiddetto “welfare aziendale” che è un vero e proprio mercato dove operano grandi aziende, assicurazioni e una serie di soggetti che riescono a guadagnare da servizi come sanità, scuola, assistenza agli anziani.
Non siamo noi a dirlo ma il Governo in combutta con sindacati confederali e padroni.
Non è un caso se la scorsa finanziaria del governo Renzi ha eliminato tutte le tasse previste sui fondi destinati a questo tipo di benefit, rinunciando ad un notevole introito fiscale. Stiamo parlando di un risparmio che per il dipendente si aggira intorno al 10%, ma per il datore di lavoro oltrepassa il 40%. .
E per smantellare quello che un tempo definivamo stato sociale e favorire previdenza e sanità privata da tempo stanno lavorando governo e padroni con il diretto e attivo coinvolgimento dei sindacati Cgil Cisl e Uil attraverso i fondi contrattuali, enti bilaterali previste nei rinnovi dei contratti nazionali.
Da anni a causa della crisi i bilanci familiari sono sempre più risicati, il risparmio della famiglia media è praticamente nullo mentre aumentano i costi delle bollette, degli affitti o dei mutui a cui ora va ad aggiungersi anche la spesa sanitaria.
Una spesa che per molte, troppe famiglie italiane è diventato un lusso ormai insostenibile.
I continui tagli alla spesa – in nome di un’austerità imposta dall’Europa – ha reso l’intervento dello stato sociale ai minimi termini e sull’onda di questi tagli, contando sulla complicità pelosa dei sindacati Cgil Cisl e Uil, è partita l’operazione di convincimento che solo barattando gli aumenti contrattuali con versamenti nei fondi previdenziali e sanitari integrativi (vedi sanifond, metasalute, ecc) sarà possibile garantirsi una esistenza dignitosa.
Mentre prosegue l’opera distruttiva del welfare pubblico da parte dei vari governi le statistiche ci dicono che il 36% delle famiglie italiane sono ormai costrette a rinunciare a prestazioni sanitarie per far quadrare il bilancio.
Tutto questo per favorire il “sistema dei fondi privati” che, mentre costringe sempre più persone a maggiori rinunce, per le aziende si trasforma in un colossale giro d’affari. Un business fatto sulla pelle delle classi sociali meno abbienti e dei lavoratori delle cooperative sociali costretti a turni massacranti, ad orari impossibili per una paga che non supera i mille euro al mese.
Bassi salari, contratti sfavorevoli, appalti al ribasso, sprechi diffusi per meglio giustificare i processi di privatizzazione e sindacati complici, che preferiscono i consigli di amministrazione alle lotte, sono le ragioni che stanno portando alla distruzione dello Stato sociale pubblico per favorire il welfare privato e aziendalistico.
Venerdì 10 novembre i sindacati di Base hanno proclamato uno sciopero generale per rivendicare che le risorse anziché è essere destinate alle banche ed alla guerra siano utilizzate per rilanciare uno stato sociale universale, efficiente e gratuito, a cui possano accedere tutti, lavoratori e disoccupati, pensionati e studenti. Uno stato sociale che garantisca a tutti servizi fondamentali di qualità a partire dall’offerta sanitaria fino a quella scolastica.
Il 10 novembre scendi in piazza a lottare, partecipa al presidio sindacale.
Appuntamento ore 9,30 a Trento, davanti alla sede INPS, in via delle Orfane 8
Ezio Casagranda
USB Trentino

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2 commenti

  • Saiani Aldo

    Situazione economica intollerabile per operai e impiegati, precari, disoccupati, studenti, e pensionati delle fascie inferiori.
    Cosa aspettano quezte categorie sociali a RIBELLARSI per le loro infelici condizioni materiali, e, al di la’ delle diverse posizioni ideologiche e confessionali, a unirsi nella lotta con chi, come USB, scende in piazza a manifestare apertamente e compattamente la rabbia contro questo SISTEMA perverso, che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
    In nome della democrazia.
    Buttiamila nel cesso una simile democrazia!

  • Saiani Aldo

    Chiedo perdono per la non pertinenza di codesto commento con il tema dell’articolo.

    ELEZIONI SICILIANE.

    Il solito caos democratico con ben 9 partiti a spartirsi le careghe dorate della Regione Autonoma.
    Nessuno ha la maggioranza per governare, per cui si renderanno necessari nefandissimi inciuci.

    Vittoria di Pirro della lista Mov5☆, primo partito al 27%, che però non è riuscito a raccattare voti dal bacino degli astensionisti, salito al 54%.

    La Sicilia è lo zoccolo duro dei 5stellati.
    Tuttavia man mano che si sale la penisola il consenso ai comici/dilettanti/velleitari
    si fa sempre più esiguo.
    Poverini, si considerano l’ultima spiaggia.
    Presuntuosi.
    In politica di spiagge ce ne sono infinite.
    Basta uscire da questo SISTEMA marcio e irriformabile.

    I risultati elettorali sono insignificanti.
    I due temi, che soli contano e che emergono da queste elezioni, sono essenzialmente due:

    1. La maggioranza degli elettori non crede più, e giustamente dal mio punto di vista, a questa corrotta democrazia;
    2. Il crollo del PD (al 13%), ottimo presagio per quanto accadrà alle prossime elezioni politiche di primavera 2018.

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