Progettone e le nuove convergenze parallele
Abbiamo letto sulla stampa locale dell’accordo raggiunto fra Cgil, Cisl Uil e Federazione Trentina della Cooperazione sul tema dello scatto di anzianità dei lavoratori del Progettone.
Questo accordo viene presentato alla stampa come una conquista ma, se guardiamo bene, la questione si presta molto ad essere vista come “una mancia elettorale” da parte della PAT (durata limitata) e un tentativo di recuperare una cedibilità perduta da parte dei sindacati confederali per aver sottoscritto un accordo che ha ridotto il salario dei lavoratori senza portare benefici per l’occupazione e che certifica e legittima una inaccettabile diseguaglianza sul lavoro e sulla retribuzione.
Siamo forse davanti ad una nuove riedizione delle famose “convergenze parallele”?
Ai firmatari del nuovo accordo vogliamo solo ricordare che il contratto che hanno sottoscritto nel 2016 “sospendeva” lo scatto di anzianità e coerenza vorrebbe che, venuti meno i motivi della sospensione, lo scatto ritornasse alle condizioni precedenti.
Invece ne hanno ridotto, con la scusa del PDR, il valore economico penalizzando ulteriormente i lavoratori dal punto di vista del recupero fiscale dimostrando, ancora una volta, di non essere in grado di far rispettare gli accordi che loro stessi hanno sottoscritto due anni fa.
Infatti, lo scatto di anzianità maturava dopo 4 anni (48 mesi) di anzianità del settore ed ora matura parzialmente e dopo 6 anni(72 mesi) di anzianità nel settore.
Una penalizzazione ingiusta verso i lavoratori che si vedono peggiorare i criteri di accesso per maturare lo scatto di anzianità.
Ricordiamo che da sempre, USB ed il Coordinamento Lavoratori Progettone hanno chiesto lo sblocco dello scatto di anzianità in quanto misura ingiusta, economicamente immotivata, sindacalmente discriminatoria fra chi aveva e chi doveva maturare lo scatto di anzianità.
Ciò detto dobbiamo denunciare anche la strumentalizzazione che continuano ad essere fatte sul versante dell’occupazione del settore e delle risorse per il Progettone da parte dei firmatari dell’accordo di ieri.
Da oltre un anno abbiamo chiesto alla PAT i dati disgregati sull’occupazione per avere un confronto sui livelli occupazionali ma quelli fornitoci riguardavano il numero di persone transitati per il Progettone contando come nuovo occupato anche chi aveva lavorato solo qualche mese.
Numeri dai quali risulta impossibile un confronto reale sull’aumento reale dei lavoratori a tempo indeterminato rispetto a prima dell’accordo.
Quindi sui numeri la provincia continua a mantenere una forte, ed immotivata, ambiguità. Forse perché i numeri smentiscono le loro dichiarazioni?
Ancora dal 2016 abbiamo pubblicamente chiesto il Bilancio del Progettone ma questa richiesta è rimasta inascoltata. Abbiamo indicato che una parte delle entrate dalla nuova tassa di soggiorno (oltre 14 milioni nel 2016) fosse utilizzata in modo strutturale per finanziare il Progettone.
Una richiesta che Olivi si è ben guardato dal rivendicare nei confronti delle lobbie delle APT e degli albergatori preferendo, potendo contare sulla complicità dei sindacati confederali continuare a parlare di un settore assistito.
Purtroppo a due anni di distanza dobbiamo registrare che, nonostante l’accordo dello scorso 20 agosto, il salario dei lavoratori è diminuito, l’occupazione a tempo indeterminato non è aumentata mentre nel settore la precarietà sociale e lavorative dilaga. Un precarietà fatta di contratti a termine, di spostamenti di sede e di cooperative, che fanno aumentare il tasso di insicurezza e di ricattabilità dei lavoratori e delle lavoratrici del Progettone.
USB e CLP