Giornata del ricordo. Lettera aperta a Salvini, Fedriga, Nespolo
Pubblichiamo questa lettera di Sandi Volk inviata a Salvini, Fedriga e Nespolo sulla spinosa questione delle foibe.
La Redazion
Matteo Salvini, Ministro degli Affari Interni
Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia
Carla Nespolo, Presidente nazionale dell’ANPI
Leggo le vs. dichiarazioni, in merito all’iniziativa che da oltre dieci anni diverse associazioni antifasciste organizzano a Parma in occasione del Giorno del Ricordo e che quest’anno (come già in anni passati) mi vede onorato dell’invito a portarvi un mio contributo, con un sentimento di sconsolatezza. Perché se una volta mi facevano arrabbiare ora le considero scontate, il ripetersi di un copione, che non fa che confermare che quanto sto e stiamo facendo è giusto e sta dando risultati.
Vorrei innanzitutto invitare tutti e tre a LEGGERE quello che scriviamo io e i miei colleghi in merito alla Giornata del Ricordo e delle foibe prima di sparare giudizi. Definirci negazionisti (cosa che non mi farà certamente adeguare alla vulgata, anche pseudo-storica, sulla vicenda) è non solo sbagliato, ma un assurdo, dato che quelli che veniamo definiti “negazionisti” (e siamo sempre di più) siamo gli unici a fare vera ricerca sul tema. Personalmente mi occupo da anni di raccogliere i nomi (dato che non esiste un elenco ufficiale) delle persone alla cui memoria ogni 10 febbraio vengono assegnati i riconoscimenti.
Dove starebbe il negazionismo?
Nel fatto che le persone alla cui memoria è stato concesso il riconoscimento sono in tutto 354 (al 10/2(2018)?
Che tra i c.d. infoibati a cui è stato concesso il riconoscimento c’è pure una persona per la quale è accertato che è morta da partigiano, uccisa dai nazisti?
Che di un altra la stessa motivazione ufficiale per la concessione del riconoscimento afferma che è stata fucilata dai nazisti?
Che gran parte dei riconoscimenti sono stati concessi alla memoria di persone cadute in combattimento, o facenti parte di formazioni armate al servizio dei nazisti, o, ancora, condannate a morte dopo un processo che ne aveva accertato la responsabilità per delitti efferati, che stando alla lettera della legge dovrebbero essere escluse dalla possibilità di avere il riconoscimento?
Vogliamo confrontarci su questo? Mai tirati indietro, anzi.
Al Ministro degli Interni ho da dire solo – e credo che apprezzerà – un bel “me ne frego” delle sue contumelie. Voglio anche dargli un consiglio: se va a Basovizza il 10 febbraio, prima di mettersi la divisa della X Mas o delle SS, ci pensi: porta male.
Al Presidente della Regione FVG Fedriga dico che sono assolutamente d’accordo quando afferma che usare il dolore “.. per alimentare divisioni e riaprire ferite che hanno lacerato il confine orientale nel secondo dopoguerra è un esercizio che la Regione non può che condannare con forza…“, solo che a farlo non sono certamente gli organizzatori dell’iniziativa di Parma, ma altri. Ad esempio l’Associazione nazionale congiunti infoibati, che nell’aprile del 2016 ha indicato al sindaco di Osilia, in Sardegna, il nominativo di un cittadino osiliese che, a dire dell’associazione, sarebbe stato “infoibato”, ma che il Ministero della Difesa ha accertato essere morto…. in Russia (vedi La Nuova Sardegna, 20.2.2017)!
Alla presidente dell’ANPI vorrei chiedere un minimo di coerenza. Perché non è possibile fare appelli all’antifascismo e poi considerare “non condivisibile” quanto fanno coloro che l’impegno antifascista lo hanno pagato e lo pagano con licenziamenti, attacchi, insulti e minacce. Perché o si sta con gli antifascisti, oppure si sta con chi fa, lui sì, il gioco degli amici di Casapound: l’occupazione dello stabile in cui hanno la loro sede nazionale a Roma i “fascisti del terzo millennio” l’hanno “regolarizzata” all’epoca del sindaco Veltroni, e sono diversi gli esponenti del PD che con Casapound hanno “democraticamente” interloquito, anche partecipando a incontri nelle sedi dell’associazione fascista.
Questi sono coloro che hanno sdoganato Casapound e simili, che hanno avuto nel Giorno del Ricordo lo strumento della ri-legittimazione ufficiale del fascismo e dei fascisti, passati ed attuali.
A dimostrarlo sta quanto accade ad ogni 10 febbraio, quando le varie organizzazioni fasciste fanno a gara per onorare pubblicamente e con la benedizione dello Stato (nonché con finanziamenti e sponsorizzazioni pubbliche) i “loro” caduti e diffondere le loro teorizzazioni.
Cordiali saluti. Sandi Volk
Trieste, 4/2/2018
Fonte: Contropiano.org