Segnana: infermieri, +50% di lavoro
Carenza infermieri ? Segnana aumenta lo sfruttamento dei lavoratori.
C’è carenza di infermieri nelle Rsa in Trentino e la Giunta Fugatti in tutta risposta abbassa i requisiti minimi di gestione e passa da 10 a 15 ospiti per ogni infermiere.
Il Dipartimento Salute e politiche sociali della PAT motiva tale scellerata scelta con l’attuale situazione “emergenziale” e quindi sceglie di peggiorare ancora la qualità del servizio nelle RSA a scapito , naturalmente , degli anziani.
Ancora una volta il profitto e l’interesse privato prevalgono sulla salute e sulla qualità dell’assistenza nelle case di riposo. Infatti questa scelta appare dettata solo a logiche di bilancio e non da esigenze di garantire un servizio adeguato ed efficiente.
Adesso appare chiaro il motivo per cui l’assessore Segnana ha rinviato l’incontro previsto con la CUB ed i rappresentanti della Rete di supporto Regionale TAA – UNITI OLTRE l’art. 7 del DL 221/21 gruppo uniAMOci fissato per lo scorso 22 giugno scorso in quanto chiedevamo che la PAT si assumesse la responsabilità di far rientrare tutti i lavoratori sospesi al fine di evitare turni massacranti per chi stava al lavoro. Non solo, ma si chiedeva anche l’adeguamento dell’organico che da anni è sottodimensionato rispetto alle esigenze degli ospiti e anche per far fronte all’aumento del lavoro dovuto al virus.
Riteniamo che la risposta dell’assessore Segnana e dell’intera giunta al problema del personale e della qualità del servizio nella RSA Trentina sia non solo inaccettabile ma anche offensiva nei confronti di tutti i lavoratori della sanità ( si aumenta il numero degli assistiti del 50% ) e degli stessi ospiti che sono trattati come numeri e non come persone calpestando i più elementari Diritti Umani e il diritto alla Cura.
Appare chiaro che la riduzione degli infermieri, la mancata riammissione al lavoro dei sospesi per gli ospiti della RSA si trasforma in abbandono, incuria, isolamento affettivo e segregazione sociale.
Sulle scelte dell’Assessore gli Ordini professionali ed i sindacati complici hanno espresso preoccupazione più per la mancata convocazione ai tavoli che del pesante aumento dei carichi di lavoro a cui la PAT costringe infermieri e Oss all’interno delle RSA.
Ci troviamo quindi davanti ad una operazione di facciata per aggirare il vero problema di cui oggi soffre tutto il comparto sanitario/assistenziale e che si chiama “MANCATO RIENTRO DEI SANITARI SOSPESI” a seguito di norme che ogni giorno si dimostrano inutili a combattere il visus ma dannose per la salute degli anziani e dei malati.
La scelta della Giunta Provinciale non è un caso isolato ma un pezzo della strategia del potere politico di scardinare la sanità pubblica a dare fiato alla disastrosa gestione/narrazione della pseudo pandemia e quindi fa il paio con l’accordo Confindustria/sindacati sulle mascherine sul posto di lavoro.
Contro la logica della PAT, di Confindustria e dai sindacati complici come CUB e SBM abbiamo dichiarato uno sciopero per l’intera giornata di lunedì 18 luglio per la salute e la sicurezza sui posti di lavoro con presidio alle ore 9,30 davanti alla sede degli industriali e dell’Apss in via Degasperi 77/79 a Trento.
CUB Trento
Ezio Casagranda
Trento 11 luglio 2022