No protocolli, Si al salario minimo

Governo, provincia a confederazioni uniti contro i lavoratori

No ai protocolli, si alla legge sul salario minimo a 10 euro l’ora

In questi giorni sulla stampa locale sono apparsi alcuni articoli riguardanti un protocollo sulla rappresentanza firmato da Confindustria locale e le confederazioni provinciali di Cgil Cisl e Uil finalizzato, a loro dire, a contrastare i cosiddetti “contratti pirata” ma nella sostanza serve solo a limitare l’iniziativa autonoma dei lavoratori e dei sindacati di base.

Questi signori vogliono, per via contrattuale, sancire un monopolio sindacale che dia loro il “diritto” di rappresentare i lavoratori a prescindere dalla loro reale rappresentanza e per escludere dai tavoli contrattuali tutte le forme del sindacalismo di base.

Questo è il vero scopo di questi protocolli, non la lotta a contratti pirata, ma ai sindacati conflittuali di base.

A seguito di questo protocollo il consigliere provinciale Olivi del PD ha rilanciato la sua proposta di legge provinciale sulla concertazioni a livello provinciale.

Premesso che in Trentino, come nel resto d’Italia non è la concertazione a mancare ma il conflitto fra capitale e lavoro che Di Vittorio chiamava il sale della democrazia e quindi la proposta Olivi mi sembra alquanto fuori luogo.

Inoltre come CUB Trento preme richiamare l’attenzione sul fatto che i “contratti pirata”, se applicati, sono applicati dai padroni, dalle cooperative spurie e/o da pseudo artigiani che altro non sono che una forma di caporalato mascherato.

Quindi ritengo che sia ora di essere seri e di smettere di prendere in giro i lavoratori con tutta una serie di protocolli che hanno il solo scopo di creare una cortina fumogena dove tutti i gatti sono bigi e quindi permettere a questo sistema di continuare a fare profitti sulla pelle di chi lavora e produce ricchezza.

Se si vuole scongiurare l’applicazione dei “contratti pirata”, ma anche di tanti, troppi, “contratti poveri” firmati dalle tre confederazioni non servono protocolli, che hanno il solo scopo di auto legittimazione dei firmatari, ma una legge sul salario minimo a 10 euro l’ora come avviane nel resto d’Europa.

Se il Trentino vuole essere punto di riferimento deve partire da questo assunto che abbiamo i salari più bassi d’Europa, il costo della vita altissimo, condizioni di lavoro “cinesi” e quindi servono risposte che sappiano rispondere a questi problemi reali che vivono lavoratori e cittadini, non protocolli auto celebrativi che servono per i convegni o al massimo per il festival dell’economia.

P CUB Trento

Ezio Casagranda

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