Operai che non si arrendono
Interessante serata ieri presso la sede di Rifondazione di Trento sul tema del protagonismo operaio dentro questa crisi capitalista.
Al centro dell’iniziativa la lotta dei lavoratori dell’Orvea di Trento ai quali l’azienda ha disdettato il contratto integrativo riducendo il loro salario e la lotta dei lavoratori della Terim di Modena che con una lotta durussima hanno costretto la direzione aziendale a far rientrare i licenziamenti discriminatori e garantire l’occupazione.
Purtroppo, il padrone non è mai domo e ieri ha avviato la procedura per collocare l’azienda in Concordato preventivo. Un tentativo, neanche mascherato, di rivincita sui lavoratori.
Questa nuova situazione ha impedito al compagno Santoro di presenziare alla riunione in quanto impegnato nella lotta, subito messa in campo dai lavoratori, per contrastare la scelta aziendale.
Lo ha sostituito il compagno Paolo Grassi, che ha seguito tutte le fasi della lotta alla Terim, il quale ha illustrato le fasi di questa lotta esemplare ed ha avanzato alcune riflessioni da trarre da questa esperienza.
La prima è un invito alla sinistra a riflettere su questa esperienza che, come tante altre, ha riportato una vittoria dimostrando che il destino dei lavoratori non è per nulla scontato e che non è detto che il ruolo riservato al lavoro sia quello di soccombere rispetto al capitale.
L’altra riflessione concerne il dato che quanto avvenuto alla Terim non è frutto del caso, ma il risultato della determinazione dei lavoratori a non demordere respingendo le mediazioni concertative in quanto i diritti non sono ne mediatili ne concretabili. I diritti vanno difesi e allargati a tutti.
Paolo si è soffermato anche sul protagonismo dei giovani è stato l’elemento caratterizzante di questa lunga battaglia che ha permesso di difendere l’occupazione.
Ieri si aperta una nuova fase per questi lavoratori il padrone vuole giocare una partita truccata e ricattatoria. Noi siamo a fianco dei lavoratori Terim ai quali auguriamo che la loro battaglia sia nuovamente vincente e quindi venga sconfitta la filosoFiat di usare il ricatto occupazionale per prevalere sui legittimi diritti dei lavoratori.
Andrea Mazzoleni, lavoratore Orvea, ha spiegato con dovizia di particolari la lunga storia delle lotte operaie in Orvea mettendo a nudo il ricatto messo in campo dalla proprietà del supermercato trentino nei confronti dei lavoratori e Filcams.
In data 5 ottobre 2010 l’Orvea comunica ai sindacati la disdetta del contratto integrativo del gruppo con la conseguente decurtazione di circa 200 euro dal salario mensile.
Negli incontri successivi la direzione aziendale ha avanzato una proposta i cui contenuti sono: incertezza sul futuro, un salario aleatorio, limitazione dei diritti sindacali in perfetta sintonia con il Marchionne pensiero.
Andrea ha sottolineato come, purtroppo, Orvea non sia l’eccezione ma stia diventando la regola nel settore del commercio trentino.
La capacità di resistenza dei lavoratori Orvea viene dal punto vendita di S. Pio X che è sempre stato il punto forte della Filcams, un vero e proprio fulcro della resistenza, che con una lotta – spesso solitaria – sono riusciti a conquistare diritti per tutti gli oltre 450 dipendenti Orvea. Un risultato che è stato possibile anche perché sono stati coinvolti, con appositi presidi e volantinaggi, gli stessi clienti del supermercato, i vari movimenti presenti sul territorio e la sinistra politica. (Leggi ultimo comunicato Filcams – Fisascat)
Ne è seguito un dibattito molto articolato ed interessante che si può riassumere nelle seguenti riflessioni: come dare continuità e uno sbocco politico a queste lotte evitando che l’iniziativa si chiuda sempre più nei luoghi di lavoro.
Quello che stiamo vivendo è una crisi capitalistica dovuta alla sovra-produzione e quindi siamo davanti ad uno scontro di sistema dove il padronato vuole nuovi rapporti di potere in fabbrica eliminando ogni forma di dissenso e di contrattazione. La trattativa sul welfare dimostra che anche la concertazione non è più gradita dai padroni i quali puntano al superamento del ruolo sociale del sindacato relegandolo a mero prestatore di servizi.
Darsi obiettivi capaci di unificare le lotte per il lavoro e i diritti con le lotte sociali presenti sul territorio, coinvolgere i precari, i disoccupati, i migranti e quanti lottano in difesa dell’ambiente e del territorio contro le devastazioni ambientali come il TAV.
Rilanciare obiettivi unificanti come il reddito di cittadinanza, rivendicare nuove forme di proprietà dei mezzi di produzione, rilanciare la battaglia sulla democrazia in fabbrica e nella società in quanto un nuovo mondo non solo è possibile ma diventa sempre più necessario.
Quanto avviene in G recia richiede di costruire una nuova società.
Ezio Casagranda