5 maggio: Una splendida giornata di lotta
Ieri a Trento, nonostante la pioggia è stata una splendida giornata di lotta contro il TAV del Brennero, in solidarietà con la lotta della Valsusa, grande esempio di resistenza alle logiche del profitto e di rapina del territorio, ma anche contro la politica delle grandi opere come Metroland, l’inceneritore e il NOT.
Trento è stata attraversata da un lungo corteo pacifico, colorato ma nello stesso tempo determinato a dire NO al TAV e agli sprechi. Molti cartello ricordavano che i 60 miliardi che costa quest’opera gigantesca, devastante e inutile sono sottratti a welfare, ai servizi sociali, all’assistenza ed in particolare erano “rubati” al futuro dei giovani.
Una grande manifestazione con la presenza di oltre mille persone nonostante la “cappa di silenzio” che la stampa ha fatto calare su questo appuntamento e nel complesso contro ogni critica a quest’opera mostruosa arrivando a parlare di “situazioni di tensioni – puramente inventate – o stravolgendo le posizioni dei NO TAV.
Infatti, sulla stampa locale non hanno trovato spazio le decine di iniziative, di assemblee informative nei paesi che il coordinamento ha organizzato in giro per la provincia in preparazione di questa manifestazione contro il TAV.
Se in Valsusa è il governo tecnico di Monti a volere ad ogni costo la Torino-Lione in Trentino sono Dellai e Durrnwalder i principali sostenitori del Tav del Brennero. Cambiano i registi ma non le motivazioni e l’assenza di un reale confronto con la popolazione locale. Dellai, come Monti, non avendo il coraggio di affrontare una discussione aperta e pubblica si nasconde dietro l’ormai stantio e vecchio motto “è l’Europa che lo chiede” sapendo benissimo che questo non è la verità.
In questi mesi prima Lisbona ha bloccato il TAV (corridoio uno) e poi la stessa Germania ha tirato il freno sulle opere dell’alta velocità. Solo l’Italia continua imperterrita, a testa bassa, incurante dei costi sociali ed ambientali, nella costruzione delle grandi opere.
I motivi reali non sono chiari ma li possiamo immaginare. Non è un caso che in Italia ogni Km di alta velocità abbia dei costi decine di volte superiori alla Francia o alla stessa Germania.
Questi costi elevati sono i veri motivi per cui si vuole fare il TAV e le grandi opere. Il sistema TAV è un meccanismo oliato che da una parte strozza lavoratori e piccole imprese con un sistema di appalti a cascata senza controlli e dall’altra permette di aumentare i costi dell’opera contando sulla garanzia offerte dallo Stato.
Sfruttamento del lavoro, devastazione ambientale e alti profitti per i pochi è quello che ci aspetta per i prossimi 30 anni se il TAV non viene fermato e con esso anche lo strapotere dei due “governatori” di Trento e Bolzano.
La manifestazione di ieri ha voluto mandare un segnale a tutti i cittadini del Trentino. Noi non vogliamo essere ostaggio della voracità delle lobby economiche e rimanere in silenzio mentre i poteri forti, con il sostegno del duo D&D, vogliono fare del nostro territorio un cantiere a cielo aperto, sperperando ingenti risorse pubbliche che potrebbero essere destinate a finanziare istruzione, ricerca, cultura e reddito di cittadinanza.
La giornata di ieri spero serva a rilanciare la lotta contro questo modello di sviluppo che distrugge risorse intellettuali, ambiente, territorio, agricoltura e per gli interessi di pochi sacrifica il domani dei giovani.
Siamo tutti e tutte NO TAV!
Ezio Casagranda
Mi sono domandato MANIFESTANDO dentro il popolo generoso e composto
del NO TAV – sabato pomeriggio a Trento – il senso dello schieramento
poliziesco ai lati del corteo e l’imposizione data ai gestori dei bar
di sgombero di sedie, tavoli e piazzole.
In previsione di cosa mi sono chiesto? Disordini? e DA PARTE DI CHI?
Disturbavano il corteo? PER NIENTE! Paura di gesti incunsueti? Nulla
di tutto questo era previsto, nulla di tutto questo è accaduto! Tutti
sapevano che questa manifestazione sarebbe stata pacifica: portava nel
suo grembo la varietà composita di anni di impegno sociale, umano e
politico delle genti della Val di Susa nella consapevolezza che il
TAV non deve passare ne là ne quà, perchè impedirlo è un dovere che
NOI dobbiamo al futuro della terra e di chi la abita. La trasversalità
di età ragioni e provenienza nei partecipanti sono e restano la sua
ricchezza e la sua forza nella determinazione di fare muro UMANO,
comunità di uguali, per cercare di impedire il più grande disastro
ambientale in Trentino, che ricadrà sulla vita sociale e economica dei
suoi abitanti. Perchè allora tanto allarmismo giocato in maniera
sporca contro di NOI, facendo credere ALLA TRENTO BENESTANTE che chi
manifesta CONTRO( ingiustizie, diritti, distruzione dell’ambiente)
deve essere guardato a vista armata e allontanato dalla città? Forse
che la sua presenza disturba i sonni tranquilli di chi si arrichisce,
manovra, manipola, sfrutta, esegue?
Antonio Marchi
Caro Antonio, hai pienamente ragione e condivido in toto il tuo ragionamento. In questa situazione di crisi e di attacco ai diritti sociali e del lavoro, di politiche di devastazione dell’ambiente e del territorio con il TAV, le grandi opere e le basi militari, il potere ha l’esigenza di cancellare ogni forma di dissenso.
In questa direzione vanno sia i tentativi di “criminalizzare” i dissenso, contando sulla complicità dei mass media sia le “ridicole” proposte dei vari commercianti di portare la protesta fuori dalle mura della città.
La democrazia, anche se parziale, da fastidio agli affaristi che all’ombra del potere politico vogliono fare i loro sporchi affari contro l’interesse della stragrande maggioranza dei cittadini.
Ezio