Votazioni, silenzi, quorum e sprechi

Dalle amministrative di domenica escono sconfitti PDL ,Terzo Polo mentre il PD di Bersani esce ridimensionato, ma non sconfitto, grazie all’apporto di voti di Sel, FDS e IDV mentre esplode il movimento a 5 stelle che guadagna percentuali a due cifre e la lega, se escludiamo Verona, scende ai minimi storici.
Anche da questo voto amministrativo, come in Europa, vien bocciata la politica rigorista e di austerità portata avanti dal governo Monti sostenuto dalla triade ABC.
Non sono interessato alle varie giustificazione ed ai tentativi di salvare Monti e le sue politiche dal verdetto delle urne, ma di fare alcuni ragionamenti su due fatti che, purtroppo non hanno ricevuto la dovuta attenzione dai commentatori politici:
– il primo riguarda il voto nel comune di Avigliana i Val di Susa dove è stato eletto un sindaco NO TAV che ha sconfitto l’alleanza civica Pd, Pdl, Udc grandi sostenitori del TAV Torino-Lione e del governo Monti.
Una sonora sconfitta dei sostenitori del TAV e del rigore a senso unico e che dimostra, anche dal punto di vista elettorale che la popolazione della Val di Susa non vuole l’alta velocità.
Non oso immaginare quale grancassa sarebbe suonata da parte dei mass media (giornali e TV) se ad Avigliana avesse vinto la triade ABC favorevole al TAV. Grandi titoloni, prime pagine, servizi, documentari, e via cianciando nella denigrazione del movimento NOTAV.
– il secondo riguarda il voto dei referendum in Sardegna per l’abolizione della provincie, dei consigli di amministrazione degli enti strumentali della regione, la riduzione del 50% dei consiglieri regionali, la riforma delle Statuto, ecc.
Domenica i cittadini sardi hanno votato per eliminare tutte le 8 provincie della Sardegna, sia le 4 storiche che le 4 di recente istituzione (2001) dando una forte spinta alla riduzione dei costi della politica
In Sardegna il quorum (il 33%) ha certamente favorito il voto che a differenza di quanto sostiene Dellai non si tratta di antipolitica ma di dare nuova linfa alle politiche partecipative dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.
Ora, davanti alla scelta della Sardegna, di avere solo due livelli istituzionali: La ragione ed i Comuni, vorrei capire i motivi per cui in Trentino per governare i suoi 450.000 abitanti servono 4 livelli istituzionali: regione, provincia, comunità di valle e Comuni.
Appare evidente che l’unica ragione per tenere in piedi questa realtà sono gli interessi e le convenienze politiche che si nascondono dentro le pieghe istituzionali.
Dellai ha tacciato il referendum sulle Comunità di valle come antipolitica e come una inutile spesa, dimenticando che le inutili comunità costano ben oltre il voto referendario e sono una continua fonte di spreco di denaro pubblico.
Purtroppo Dellai pensa che la politica debba rimanere confinata dentro i palazzi, vede con timore la partecipazione del popolo alla vita democratica e quindi vuole mantenere alto il quorum per poter contare sugli astensionisti per non cambiare le sue scelte.
Concordo con quanti sostengono che dalla Sardegna è giunta una grande lezione di democrazia, di autogoverno e di uso dell’autonomia come strumento che favorisce la partecipazione dei cittadini al governo del territorio e nello stesso tempo capace di porre un freno agli spechi.
Se i cittadini sardi hanno deciso di partecipare direttamente alla gestione della cosa pubblica senza delegare ai partiti il loro futuro anche noi, in attesa che il principe Dellai batta un colpo, dobbiamo mobilitarci partendo dalla sottoscrizione del referendum “quorum zero” per una democrazia reale che costringa la politica ad un continuo confronto con la cittadinanza.
Ezio Casagranda

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