La Cgil deve uscire dall’ambiguità
Riceviamo e pubblichiamo una note del PRC sul documento approvato dal direttivo della Cgil del Trentino che ha approvato a maggioranza un documento molto ambiguo e debole sulla riforma dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
La redazione
La posizione assunta dalla maggioranza del direttivo confederale della Cgil del Trentino il 17 maggio sulla riforma del lavoro del ministro Fornero ha caratteri di rilevante ambiguità, soprattutto sul terreno della difesa dell’art. 18. Sostenere la posizione corretta che la Cgil nazionale ha portato al Senato e contemporaneamente sostenere la possibilità che sia il giudice a decidere se un lavoratore licenziato illegittimamente possa essere o no reintegrato ricordano lo strumento del “Ma anche” di veltroniana memoria.
Il dato politico rappresenta un pesante arretramento sul fronte della lotta per la difesa e l’affermazione dei diritti dei lavoratori: abbandonando le proprie posizioni si lascia campo libero all’iniziativa del governo e dei partiti che lo sostengono rifugiandosi in uno spazio di manovra sempre più ristretto e improduttivo. Anche l’area di Lavoro e Società ha votato il documento contraddicendo quanto invece affermato poche settimane fa a livello nazionale e locale, manifestando incoerenza e debolezza.
L’arretramento della lotta viene giustificato come un atteggiamento tattico intelligente utilizzando perfino come esempio l’accordo sulla mobilità dei lavoratori pubblici firmato dai sindacati pochi giorni fa con il ministro Patroni Griffi: invece di costruire un’opposizione con i lavoratori contro i licenziamenti e la destrutturazione del settore pubblico si preferisce evidenziare il coinvolgimento del sindacato nella fase di “ristrutturazione” del pubblico impiego e dell’istruzione pubblica.
Va convocata al più presto un’assemblea generale di tutti i lavoratori per discutere la posizione della Cgil e per costruire una piattaforma di lotta che parta dai luoghi di lavoro contro il governo Monti e che imponga alla Cgil la proclamazione dello sciopero generale.
Da evidenziare che una parte del comitato direttivo della Cgil, Lavoro e Società, che ha rapporti anche con il Partito della Rifondazione comunista, ha sostenuto il documento. La posizione del Partito rimane sempre quella di difesa dell’art. 18 e di una sua estensione ai lavoratori che lavorano in imprese che hanno un organico minore di 15 persone. Sarà sicuramente un punto focale di discussione nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.