Da Monti solo violenza e repressione.

Che si tratti di operai in sciopero per difendere il lavoro, di studenti in lotta contro i tagli alla scuola pubblica o di cittadini che protestano contro i tagli ai servizi sociali fatti da una spending review a senso unico o che lottano contro le devastazioni ambientali del TAV le risposte del governo Monti non cambiano.
Repressione e uso della polizia contro quanti intendono contestare le ricette messe in campo dal professore a nome e per conto della BCE. Quando la risposta del governo a qualsiasi problema sociale è l’uso violento della polizia e non la politica significa che non c’è più democrazia e siamo entrati un una nuova dittatura che usa lo spread e la paura come clava contro ogni forma di dissenso.
Oggi in molte città d’Italia (Roma, Torino, Milano) gli studenti sono scesi in piazza per contestare la politica del ministro Profumo che in nome della spending review ha tagliato i fondi alla scuola pubblica, alla ricerca mentre aumenta le tasse universitarie, il costo dei libri e dei trasporti pubblici e le strutture scolastiche cadono a pezzi.
La risposta di Monti non si è fatta attendere e questo governo tecnico ha riservato agli studenti lo stesso trattamento dei lavoratori dell’Alcoa e dei NO Tav della Valsusa o più semplicemente di quanti nel giugno scorso a Trento hanno contestato la Fornero.
Una vergognosa repressione contro migliaia di studenti i quali chiedono solo che la scuola non sia riservata solo ai ricchi ma ritorni ad essere di tutti e per tutti ed occasione di crescita culturale autonoma dalle imprese a dagli interessi dei poteri forti chiesa compresa.
Chiedono il rispetto della Costituzione e ricevono botte, bastonate, randellate e pestaggi senza motivo se non quello che dissentire non è permesso nel mondo della globalizzazione.
Oggi gli studenti che sono scesi in piazza sono figli di quei lavoratori cassa integrati, precari, disoccupati o esodati da una Fornero che nel mentre condannava i loro padri alla disperazione inscenava un pianto che oggi appare come offensivo per milioni di cittadini e lavoratori.
Il prossimo 20 ottobre la Fiom chiamerà tutti i lavoratori coinvolti nelle crisi più acute (Ilva, Alcoa, Carbosulcis, Fiat, ecc) per rilanciare la proposta di uno sciopero generale nazionale capace di unificare le lotte per il lavoro e l’occupazione con le lotte per il sapere, per un reddito garantito, per la difesa dei diritti sociali, dell’ambiente e del territorio trasferendo i miliardi che oggi sono stanziati per le grandi opere alla scuola, al lavoro, ai salari ed al reddito sociale.
Le notizie che provengono dalla Grecia e dalla Spagna ci dicono che la strada indicata dalla Troika non ha futuro e porterà i paesi più deboli, Italia compresa, al disastro sociale, politico ed economico. Oggi il presidente Greco paventa il pericolo di lasciare il paese ai nazisti di “alba dorata” (oggi terzo partito in Grecia) e parla di repubblica di Weimar.
I segnali che è indispensabile cambiare politica neoliberista ci sono e sono ben visibili a tutti e quindi nascondersi dietro l’agenda Monti significa essere complici di un disastro sociale senza precedenti.

Ezio Casagranda

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