Ripartire da Bologna

Domani si comincerà a verificare, con l’assemblea alla Bolognina, se è possibile mettere in piedi un movimento coordinato di lotta contro questa Unione Europea, il presidenzialismo, il “governissimo” sia politico che sindacale. Il comunicato stampa che lancia l’iniziativa.

Domani 11 maggio è un giorno affollato di appuntamenti politici. I neo centristi “democratici” terranno la loro assemblea nazionale a Roma, per smaltire lo shock delle dimissioni di Bersani e soprattutto l’indigeribile alleanza di governo con Berlusconi che ha provocato la rivolta della base (Occupy Pd).
Quanti avevano annunciato al mondo di aver sentito “profumo di sinistra” hanno rapidamente ridimensionato il nuovo “cantiere” di Vendola a semplice manifestazione in una piazza tutt’altro che gigantesca come Santi Apostoli. Del resto manca un avversario politico chiaro.
La sinistra vera e propria si vede invece a Bologna per la prima assemblea di una serie in preparazione in tutte le regioni d’Italia. Obiettivo: la costituzione entro pochi mesi di un movimento politico di massa, apertamente anticapitalista e libertario. Che vede protagonisti, tra gli altri, Giorgio Cremaschi (direttivo nazionale Cgil), Fabrizio Tomaselli (esecutivo Usb), Franco Russo, Giovanni Russo Spena e altre dirigenti nazionali di Rifondazione Comunista, Valerio Evangelisti (scrittore), ecc.
Chiacchiere? Può pensarlo soltanto chi ha già dimenticato cosa ha già prodotto l’immensa frattura creatasi tra “classe politica” e “la gente” che non riesce più a vivere decentemente. Ha già dimenticato il terremoto elettorale, sperando che i “grillini” passino di moda presto. Eppure solo una settimana fa questa faglia è apparsa in tutta la sua forza proprio durante le manifestazioni del Primo Maggio, costringendo molti politici e sindacalisti “ufficiali” al silenzio. Oppure, come a Napoli, ad annullare comizio e concerto.
È “buona informazione” quella che nasconde sotto il tappeto la lunga lista di proteste, iniziative, occupazioni, conflitti locali? È buona informazione quella che “scopre” l’esistenza di un vulcano sociale solo quando la lava arriva in superficie e si è costretti a scriverne in termini di “emergenza”, con parole da cronaca nera?

L’idea che comincerà a muovere i primi passi a Bologna, sabato 11 maggio, non somiglia quindi neppure lontanamente a un “nuovo partito” o all’ennesimo “cartello elettorale”. Vuoi perché – a forza di “cartelli” abborracciati – la sinistra italiana è quasi morta. Vuoi perché di elezioni, all’orizzonte, non ce ne sono affatto. Vuoi perché, in positivo, l’idea è dare voce, fisionomia unitaria, obiettivi politici a quel vulcano sociale che avvertiamo crescere sotto e dentro la quotidianità “normale”. E di cui siamo parte integrante.
Non si tratta perciò di una variante sul tema della “ricostruzione dell’unità della sinistra”, ennesimo tentativo di assemblare dirigenti politici senza più un riferimento sociale preciso.
Quel che inizia è un percorso di movimento, con l’intenzione di costruire l’unità di quanti animano il conflitto sociale per arrivare a mettere in discussione l’attuale quadro politico e sociale. Quadro caratterizzato da un violentissimo attacco alle condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza della popolazione italiana e da una chiusura autoritaria del sistema politico, intenzionato addirittura a stravolgere la Costituzione mediante una “Convenzione” extraparlamentare.
E’ un movimento che individua nell’attuale struttura dell’Unione Europea il motore delle politiche di austerità, flessibilità del lavoro, taglio dei servizi sociali e del welfare messe in atto da un governo nazionale scelto e formato per rendere operative queste direttive. Le quali, con l’entrata a regime del Fiscal Compact, impongono dal 2014 in poi un taglio di 50 miliardi l’anno alla spesa pubblica per i prossimi 20 anni; molto prima del traguardo il paese sarebbe completamente distrutto.
È un movimento quindi che indica la necessità della “rottura” di questi processi neoliberisti e di questa Unione Europea.
È un movimento che si pone in radicale alternativa ai due blocchi politici che da venti anni fanno finta di combattersi, sostenendosi invece a vicenda: centrodestra berlusconiano e centrosinistra a guida Pd.
È un movimento quindi completamente alternativo a ogni “cantiere” che si proponga di “ricostruire il centrosinistra”, per il buon motivo che il baricentro di quello schieramento sono esattamente le politiche antipopolari delineate dalla troika Bce-Ue-Fmi.
È necessariamente anche un movimento alternativo al “governissimo sindacale” costruito in questi giorni intorno a un’intesa tra Cgil, Cisl e Uil, pensato per garantire la “rappresentatività” soltanto a chi accetta le priorità di Confindustria e del governo, escludendo preventivamente qualunque ruolo contrattuale per altre organizzazioni e soprattutto per i lavoratori. Alternativo quindi a un “patto sociale” che rischia di essere la prima e forse l’unica “riforma costituzionale” dell’attuale legislatura.
È un movimento che costruisce l’unità a partire dalle pratiche quotidiane di lotta, fatto da attivisti politici, sindacali e sociali che condividono l’obiettivo della rottura delle compatibilità europee e la necessaria unità d’azione contro politiche che sono “unitarie” a livello addirittura continentale.
Una griglia che possiamo così riassumere:
No al presidente-Re e alla repubblica presidenziale
No a questa Europa disegnata per le banche e la finanza
No al “governissimo”, sia in campo politico che sul terreno sindacale
La prima assemblea è convocata per l’11 maggio a Bologna, ore 10, al teatro Galliera, via Matteotti 27. Nel quartiere della Bolognina (e non per caso).
A Bologna anche perché in quella che era la capitale del “socialismo emiliano”, a fine mese, si terrà un referendum popolare contro il finanziamento alle scuole materne private e per la difesa di una scuola pubblica ridotta intenzionalmente sul lastrico. Referendum che naturalmente appoggiamo in pieno con tutte le nostre forze.

Fonte: Controlacrisi.org

P.S.:Alternativa per i Beni Comuni parteciperà all’assemblea di domani

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