Grisenti: tra cupola e “magnadora”

Appare strano ma leggendo la stampa locale sembra non interessare a nessuno che un condannato in via definitiva per truffa aggravata oggi si candidi a guidare la nostra provincia con lo slogan “abbattere la cupola del potere dellaiano”. Proprio lui che negli anni in cui era la potere ha inventato anche la “magnadora”.
La stessa persona che è stato l’artefice principale oltre che il pilastro portante di quel sistema di potere che ha reso i cittadini trentini dei sudditi costretti a ricorrere i vari vassalli per avere qualche prebenda da parte della PAT.
Se oggi un condannato per truffa aggravata può presentarsi per governate la provincia significa che la coscienza e l’etica morale dei trentini sono veramente ridotte al lumicino se non spente a causa dell’assenza di ossigeno dovuto alla cappa di quel potere, che molti, ritengono ancora ben saldo nelle mani del signor Grisenti.
Se la condanna per truffa non viene minimamente presa in considerazione dalla cittadinanza significa che l’alterazione della coscienza civile ed il tarlo della corruzione morale ha lavorato a fondo in questo ventennio di gestione personale del potere a Trento come a Roma.
Detto questo non si può dimenticare che Grisenti si sente forte perché può contare su una parte importante di quella cupola del potere che a parole vorrebbe combattere ed il suo progetto trova sostenitori nei poteri forti che ancora governano il Trentino.
La “discesa in campo” di Griusenti nonostante la condanna per truffa aggravata avviene in pompa magna e nella, purtroppo, totale apatia dei cittadini e delle forze politiche che non perdono occasione, specialmente in campagna elettorale, per erigersi a paladini dell’etica e della morale pubblica.
Se a livello nazionale sembra che per fare carriera politica uno dei requisiti necessari sia avere una condanna, essere corrotto, inquisito, in odore di mafia o comunque aver truffato il bene pubblico con il ritorno sulla scena politica di Grisenti anche il Trentino si allinea alla situazione nazionale cancellando definitivamente la (presunta e tanto decantata) diversità trentina rispetto a “Roma ladrona” di bossiana memoria. Una Lega che oggi è, non casualmente, silenziosa se non condiscendente, rispetto al progetto politico di Grisenti.
Naturalmente il tutto in vista di una possibile e sempre più probabile alleanza alle prossime elezioni provinciali. Si tratta di collocare le sedie al posto giusto e il fatto di allearsi con una persona condannata per truffa aggravata viene ridotta a questione personale e irrilevante.
In quanto alla cupola basta leggere il suo programma: due no: Metroland ed all’inceneritore che sono due opere che non si faranno mai. La prima per carenza di risorse la seconda perché resa inutile dalla raccolta differenziata.
Mentre dice si alla Valdastico, grande opera voluta dai potentati economici del veneto, al TAV e ad altre opere che non sono la priorità del nostro trentino.
Le priorità sono investimenti e politiche per il lavoro, reddito di cittadinanza, politiche ambientali ed ecologicamente compatibili, introduzione di forme di democrazia diretta e di controllo partecipato dei cittadini alla gestione della cosa pubblica a partire dalla risorsa acqua senza dimenticare quella energetica.
Grande è la responsabilità di Dellai, dell’UPT e del PD, per aver organizzato, sostenuto e gestito questo sistema di dominio e quindi per le prossime votazioni provinciali il rischio che il voto sia fra protesta e voto clientelare è, non solo provabile ma a rischio elevato.
Evitare questa deriva è compito prima di tutto di quanti ritengono ancora possibile una politica onesta, pulita e fondata sulla partecipazione democratica dei cittadini ma anche dei mass media il cui ruolo di formazione delle coscienze non è secondario.
Ezio Casagranda

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