Cariche e lacrimogeni alla Martinelli di Ala

Ieri, approfittando che una parte di lavoratori era a Trento in trattativa, la polizia ha caricato – con lacrimogeni ed in assetto antisommossa – il presidio dei lavoratori della ditta Martinelli di Ala in lotta per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati, mentre a Torino si sono levati i caschi per “solidarizzare” con il movimento dei forconi.
Ancora una volta i fatti sono li a dimostrare come le forze di polizia oggi siano usate a tutela, non delle istituzioni come vuol far credere Alfano, ma gli interessi dei padroni e dei potentati economici.
La carica contro i lavoratori della ditta Martinelli e la militarizzazione della Valsusa sono esempi di come questo governo intende far rispettare la legge.
La ditta Martinelli di Ala ha ricevuto un finanziamento di 12 milioni da parte della provincia e oggi non vuole pagare il dovuto ai lavoratori. Una situazione a dir poco scandalosa resa possibile dalla sostanziale inerzia dell’Assessorato competente e del sostanziale silenzio del Comune che nei fatti ha permesso alla direzione aziendale di non rispettare gli impegni e di assumere un atteggiamento arrogante e dispotico verso quei lavoratori che chiedevano il pagamento del salario arretrato.
Un’arroganza fatta propria, io dico vergognosamente, dai responsabili della forze dell’ordine (o del disordine???) che, caricando i lavoratori con i lacrimogeni ed in assetto antisommossa, hanno di fatto accettato di trasformare, come in Valsusa, una legittima e sacrosanta protesta dei lavoratori in una questione di ordine pubblico.
Con la carica ai lavoratori in sciopero il nostro solerte commissario non ha difeso “il diritto al lavoro” ma ha sancito che il diritto del lavoratore di avere le retribuzioni viene meno se questo contrasta con il profitto d’impresa.
Come cittadino mi chiedo se davanti alla determinazioni dei lavoratori di continuare la lotta per i loro diritti, questi solerti commissari di polizia non propongano di dichiarare la ditta Martinelli “zona di interesse strategico nazionale” come il cantiere di Chiomonte??
Da ieri il padrone Martinelli, foraggiato economicamente dalla PAT, potrà alzare ulteriormente il livello della sua arroganza e dello scontro sapendo di essere protetto nella sue operazioni antioperaie dal commissario Sciamanna e politicamente dall’Assessore Olivi che nell’intervista di ieri alla stampa ha avuto il coraggio di invitare (senza alcun pudore) i lavoratori a non alzare il livello dello scontro, che secondo l’Olivi pensiero “potrebbe essere una minaccia per il successo della procedura di concordato”.
Sembra strana la poca memoria di questo assessore che sembra aver dimenticato non solo di aver “regalato” con l’operazione lease back 12 milioni ma anche le denunce dei sindacati sulle operazioni poco chiare che la direzione aziendale stava facendo nei paesi dell’est europeo.
Giustamente i lavoratori non si sono fatti intimorire ed hanno deciso di continuare a lottare, nelle forme che saranno decise nella prossima assemblea, contro un padrone che sta usando in modo strumentale la crisi per cancellare diritti, lavoro e dignità dei lavoratori.
Nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori della ditta Martinelli preme sottolineare come l’assenza di una politica industriale da parte della provincia alla lunga porti a sostituire il necessario confronto, anche aspro, fra le parti con il ricorso alle forze di polizia e quindi in questione di ordine pubblico.
Ezio Casagranda

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