Riflettendo sul movimento dei “forconi”

Il comunicato dei compagni Anarchici della Fdca su “Destra, forconi, ecc” non mi ha fatto piacere per niente. A di là di un certo snobistico purismo di classe, lascia di sasso l’individuare profili di scandalo nella protesta plateale di elementi dei ceti medi a fronte di una crisi che più globale di così non si può. E globale vuol dire che
colpisce tutti. L’erosione dei ceti medi non poteva restare senza reazione da parte degli stessi. Il problema non sta in questa reazione astrattamente considerata o vista per il rapido inserimento dei gruppi nazi-fascisti che non poteva mancare, latitando i veri rivoluzionari.
Il comunicato della Fdca stigmatizza l’abdicazione dal ruolo di difesa degli interessi di classe da parte della Cgil. È vero ma il concetto andrebbe approfondito, oltre che esteso ai partiti cosiddetti di sinistra. Orbene, gli interessi di classe si perseguono contro il nemico di classe transnazionale e nazionale a cui va imputata la presente crisi, e l’opposizione a esso – se effettivamente effettuata – finisce con il coinvolgere oltre ai diretti interessi di quel che resta della classe operaia e dei salariati in genere anche interessi di base dei ceti medi, dei disoccupati ecc. cioè di tutti i colpiti dalle ristrutturazioni, espansioni e quant’altro del capitalismo e dalle attuali politiche neoliberiste.
Nei limiti in cui si va a una difesa degli interessi delle classi lavoratrici ostilizzando quelli di altri ceti vittime delle stesse cause, oltre a trascurare principi di base dell’umanesimo libertario, viene a porre tutte le condizioni per uno scontro sociale fra vittime che in definitiva marginalizza sullo sfondo il vero nemico. E ai nazi-fascisti si forniscono enormi quantità di ossigeno per operare e strumentalizzare.
Attaccare la “finanza ebraica” – come ha fatto un esponente dei “forconi”, quand’anche di essa mi sfugga la sua attuale consistenza quantitativa – vuol dire comunque parzializzare il nemico, in definitiva trascurando la questione del ruolo delle banche e della finanza deregolata in genere, che con la matrice religiosa nulla ha a che vedere. Alla luce dei fatti ebbe ragione Grillo sostenendo che senza il suo movimento c’era il rischio concreto di un’Alba Dorata italica.
Pur nel quadro di un commento breve, non posso tralasciare una considerazione in merito alla tirata finale su “comunità, nazione, lingua, patria, bandiera”, che a mio avviso esprime ancora una volta un vetero-anarchismo che evidentemente non ha fatto il suo tempo.
È fuori discussione che di questi termini (e relativi concetti) le destre si siano appropriate indisturbate. Ma l’appropriazione resta sempre indebita.
Personalmente non obietto sul tricolore, ma per il resto c’è da chiedersi innanzi tutto che fine abbia fatto la prospettiva comunitaria a cui l’operativo anarchismo rivoluzionario ha sempre puntato: o dobbiamo dare del reazionario e fascista alla buon’anima di Martin Buber, libertario e comunitarista convinto.
La nazione (termini a cui in origine in Francia e in Germania furono dati contenuti ideologicamente diversi) innanzi tutto viene dal latino “natus” e in sé indica un legame di nascita territoriale, così come patria viene da quei “patres” di cui tutti disponiamo.
L’appropriazione delle destre in realtà è stata fatta apposta per sottrarre nazione e patria al popolo e ai lavoratori in particolare.
Non a caso, raggiunti i necessari livelli di coscienza politica, popolo e lavoratori hanno cercato di riappropriarsene, e non va dimenticato i tanti rivoluzionari (operativi) sudamericani caduti all’insegna di patria o muerte; né l’ingiuria di vendepatria lanciata alle classi dominanti serve dell’imperialismo.
Fascisti anche loro?
Antonio Marchi

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Un commento

  • Ezio

    Avrò magari con una mentalità da vecchio comunista, ma con chi accetta il sostegno di casapound non può esserci dialogo.
    Il problema della sinistra non è quello di cavalcare qualche frangia “pulita e onesta”, che pure esiste nel movimento dei forconi, ma di smetterla di farsi rappresentare da Renzi e organizzare le lotte sui problemi come lavoro, reddito, casa, sanità scuola, formazione, ambiente, tasse, ecc.

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