La beffa della CASTA Autonomista
Apprendiamo dalla stampa locale che i consiglieri uscenti e quelli rieletti si sono trovati un dono, a loro avviso inaspettato, di 280 mila euro ciascuno. Un auto regalo della CASTA AUTONOMISTA che costa circa 13 milioni di euro alla collettività trentina. Il tutto, naturalmente alla faccia della tanto sbandierata riduzione dei compensi fatta nella scorsa legislatura e della destinazione di tagli (per circa 900 mila euro) risparmiati a favore del lavoro per i giovani.
Questo Bonus erogato ai consiglieri dimostra come, al di là delle intenzioni dei singoli, il taglio delle indennità dei consiglieri, altro non era che uno specchietto per le allodole atto a nascondere i veri privilegi di questa CASTA AUTONOMISTA, pronta a fare barricate quando qualcuno contesta l’autonomia, ma nell’agire quotidiano usa gli stessi comportamenti in essere nelle altre regioni a statuto ordinario.
Salvo la dichiarazione di un anonimo consigliere, che si è detto vergognato del regalo inaspettato (anche se non ci risulta abbia però restituito o offerto i proventi di questo dono) la CASTA (naturalmente AUTONOMISTA doc) fa finta di niente e guarda da un’altra parte convinta che, salvo qualche protesta, come sempre alla fine anche questa scandalosa elargizione cadrà nel dimenticatoio.
In concomitanza aumentano gli affitti ITEA, le tariffe dei servizi pubblici, i costi della sanità e dei prezzi, la disoccupazione giovanile supera il 25% e ogni mese centinaia di disoccupati vanno ad ingrossare le liste di mobilità provinciale, mentre il trend delle aziende che licenziano e delocalizzano non si arresta e anzi aumenta, come aumenta il numero di imprese che chiedono di abbassare lo stipendio dei loro dipendenti e mentre cresce a dismisura il numero delle famiglie che fanno sempre più difficoltà ad arrivare a fine mese, per i nostri consiglieri arriva un regalo (a loro insaputa) di 13 milioni di euro.
Questo atto, anche se previsto dai regolamenti, non è solo una VERGOGNA ma un’offesa morale e politica nei confronti di chi suda e lavora per arrivare a fine mese e a quanti il lavoro lo cercano ma non lo trovano, a tutti quei precari costretti a lavorare con turni disagiati e con salari da fame.
Come USB e SBM, nel denunciare questo ennesimo schiaffo che la CASTA PROVINCIALE ha assestato a tutti noi cittadini, che ogni giorno facciamo i salti mortali per far quadrare il nostro bilancio familiare, vogliamo ricordare quante cose la politica potrebbe fare con 13 milioni di euro.
Non serve elencare come si potrebbero utilizzare quei soldi per rendere migliore il nostro welfare trentino (trasporti, sanità, tasse comunali, ecc) o per i miglioramenti dei servizi, per rendersi conto che anche in Trentino la CASTA anche se si fregia dell’Autonomia, quando si tratta di mettere mano ai loro privilegi (il quotidiano TRENTINO parla di complessivi 11 mila euro mensili) sono uguali alla casta nazionale.
Oggi l’Assessore Borgonovo Re fa sapere che la giunta provinciale è intervenuta con 2 milioni di euro per evitare l’aumento dei ticket. Anche, nel dare atto di questo, non possiamo però esimerci dal denunciare che le politiche di riduzione della spesa sulla sanità continuano ( 60% di taglio al personale sanitario ), che si traducono in minori servizi al paziente, taglio di 2 milioni sull’assistenza farmaceutica convenzionata ( che si tradurrà in aumento dei costi dei medicinali a carico degli utenti), ecc. e quindi il taglio alla sanità sarà pesante per tutti e specialmente per i cittadini a basso reddito.
Per noi la sanità deve ritornare ad essere un diritto universale e totalmente a carico della fiscalità generale, senza balzelli vari. Infatti ricordiamo che il ticket è una tassazione inversamente progressiva e quindi in contrasto con la Costituzione e per questo chiediamo che questi 13 milioni (detratto il TFR calcolato come per i dipendenti) siano usati per rendere la sanità più efficiente e gratuita eliminando gli odiosi ticket.
USB e SBM del Trentino