Un episodio d’insolenza padronale!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato del sindacato SBM di Trento.

La redazione:

Quella che intendiamo portare a conoscenza della pubblica opinione, è una storia di ordinaria arroganza padronale che questa volta ha trovato, però, l’opposizione dei lavoratori.
La vicenda riguarda un’importante ditta trentina di trasporto carburanti, la TRASCO S.r.l., che ha la sua sede legale a Trento e varie sedi operative dislocate nel “mitico” nord-est. Tra queste, ricordiamo Romagnano di Trento (TN), Porto Marghera (VE), Merano (BZ) e Visco (UD).
Il trasporto di carburanti, per conto della più grande compagnia petrolifera multinazionale americana conosciuta come ESSO, viene effettuato per lo più con TIR ed automezzi pesanti, le cosiddette “bombe viaggianti”: 40.000 litri di benzina o gasolio racchiusi in cisterne che viaggiano a 70-80 chilometri orari lungo le arterie stradali ed autostradali del Nord Italia per ore ed ore.
Da quattro anni l’attuale proprietà, subentrata al fondatore dell’impresa prematuramente scomparso nel 2007, coadiuvata dalla locale sezione di Confindustria, sta tentando di cancellare il contratto collettivo sia aziendale che nazionale, volendo introdurre erogazioni salariali agli operai completamente svincolate da qualsiasi regola fiscale e contributiva. In buona sostanza, i nuovi “padroni” vogliono avere completa libertà di pagare le maestranze senza vincoli, potendo abbassare gli attuali stipendi, comprimere i diritti, eludere tasse e contributi, senza peraltro doverne rispondere agli operai ed alla loro rappresentanza. Con il tacito consenso di CGIL-CISL-UIL che, non avendo più iscritti in azienda, fanno silenzio con l’unico risultato di danneggiare i lavoratori, i quali hanno invece deciso di organizzarsi in un sindacato di base e di fare resistenza. E questo da (e darà in futuro) molto fastidio.
I fatti in breve. A sei anni dalla scadenza dell’ultimo accordo aziendale approvato dagli operai mediante referendum, forte della dissoluzione della CGIL all’interno dell’impresa (CISL e UIL non sono praticamente mai state attivamente presenti!), la proprietà ha operato una vera e propria forzatura, cancellando l’esistente contrattazione collettiva ed introducendo illegalmente e forzatamente un “contratto” non negoziato con gli operai, né con la loro rappresentanza: migliaia di ore di lavoro straordinario imposte, mal retribuite e per giunta mascherate per non pagare tasse; giornate di permessi per riduzione dell’orario di lavoro cancellate dalle buste paga; tagli allo stipendio; aumento indiscriminato dell’orario di lavoro; impedimento dell’elezione della R.S.U. e del R.L.S.; mancato riconoscimento dell’unico sindacato esistente ed operante in azienda perché ritenuto scomodo ovvero il SINDACATO di BASE MULTICATEGORIALE (in sigla S.B.M. Trento), a cui tutti gli autisti hanno aderito. E’ scattata la rivolta!
Sabato 19 novembre 2011 è stato dichiarato il primo sciopero dello straordinario che ha visto l’adesione di tutti i lavoratori addetti alla guida dei carburanti nella provincia di Trento. Un bel colpo contro l’arroganza aziendale che dovrà prepararsi a subire continui scioperi articolati e senza preavviso fintanto che non recederà dal comportamento antioperaio ed antisindacale.
Contestualmente alle iniziative di sciopero, i legali del Sindacato stanno preparando vertenze di lavoro che investiranno il Tribunale di Trento, ma anche esposti agli ispettorati competenti ed alla guardia di finanza per gli illeciti in corso, a cominciare dai minori introiti per contributi riferiti alla pensione INPS.
Sarà una lunga e dura lotta, definita d’altri tempi, che però al giorno d’oggi potrà essere d’aiuto e d’esempio contro la prepotenza delle aziende, molto spesso occultata dietro la parola magica “crisi”.

S.B.M.

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