DANA: La democrazia dimezzata
Come anticipato nel precedente volantino, non possiamo ritenere vincolante per le nostre organizzazioni il voto dei lavoratori in quanto modalità e procedure non hanno rispettato le minime regole della democrazia sindacale e la pari dignità fra organizzazioni.
Preme portare alla vostra riflessione il fatto che la RSU abbia cambiato compiti e ruoli senza che su gli stessi si avviasse il necessario confronto.
Sostanzialmente, con la scelta di rifare assemblee da soli, le RSU si sono adeguate all’applicazione alla normativa dell’accordo interconfederale del 10 gennaio sulla rappresentanza, senza che tali norme siano recepite dalle categoria (ricordiamo la contrarietà della Fiom Nazionale a questo accodo) e nel Contratto Nazionale di Lavoro.
Infatti le RSU (Rappresentanza sindacale unitaria) sono e – per noi devono restare – espressione e rappresentanza dei lavoratori e non come in questo frangente (votazioni ad Arco) braccio operativo delle strutture sindacali esterne contro il sindacalismo di base.
Non solo il buon senso, ma anche le minime regole di democrazia, richiedono che le assemblee per votare la piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale, fosse svolta in presenza di tutte le organizzazioni sindacali senza inventare arzigogoli procedurali che creano solo divisioni fra lavoratori.
Purtroppo non è stato così e la RSU si è prestata al gioco di Fim e Fiom nell’escludere il nostro sindacato dal confronto con i lavoratori.
Un confronto indispensabile se vogliamo andare oltre la conta dei voti per discutere e ragionare sulle condizioni di lavoro, sulle modalità di svolgere la trattativa, se accettare o meno lo scambio fra salario, welfare, diritti e condizioni di lavoro, discutere sulle priorità delle richieste e quali fossero i paletti irrinunciabili per dare a delegati e sindacati maggiori indicazioni su come comportarsi in sede di trattativa.
Invece ancora una volta si è operato per escludere il coinvolgimento dei lavoratori relegandoli ad un ruolo passivo di spettatori o di arbitri di una partita che si vuole giocare sulle spalle dei lavoratori a cui noi non vogliamo partecipare.
Infatti la nostra controparte è la Direzione della DANA contro la quale vanno unite, non divise le nostre forze di lavoratori e lavoratrici.
Nel ribadire la richiesta di assemblea anche nello stabilimento di Rovereto e di Arco dove sia possibile illustrare ai lavoratori le nostre posizioni in merito ai problemi aziendali, come USB e Slai Cobas ribadiamo la scelta – già illustrata nell’assemblea di Arco – che, pur non riconoscendoci nella piattaforma di Fim e Fiom, noi siamo intenzionati a lottare per sostenere alcuni obiettivi per noi irrinunciabili come:
SALARIO: gli aumenti salariali devono essere certi e garantiti;
OCCUPAZIONE: stabilizzazione degli attuali precari e drastica riduzione dei contratti precari e atipici;
ORARIO e CONDIZIONI DI LAVORO: aumento delle pause, maggiorazioni festive, per i turni speciali e per i lavoratori disagiati.
Slai Cobas – USB Lavoro privato