A tutti coloro che non ce la fanno piu’ ……
La Bce di Draghi bacchetta Renzi sulle “riforme strutturali” non avviate, il debito pubblico aumenta nonostante le politiche di austerità e di obbedienza alla UE che stanno strozzando l’economia e i cittadini.
L’Europa sembra negare i 40 miliardi di fondi comunitari all’Italia, perché afferma che nel “progetto” presentato dal Governo italiano non si intravede una strategia di rilancio.
Questo è lo scenario attuale che si traduce per gran parte del popolo italiano in nuove rinunce, in disoccupazione, in precarietà, in licenziamenti, in contratti bloccati, in riduzione dei salari e nella svendita del patrimonio pubblico.
E il Governo Renzi che fa? La riforma del Senato che in soldoni fa risparmiare qualche euro e al tempo stesso riduce gli spazi democratici e di rappresentanza già marginali in questo paese.
Ma c’è di più! Alfano e Sacconi chiedono a gran voce l’abolizione dell’art. 18 e Renzi che dice? L’ art. 18 è un totem che serve solo a far parlare gli addetti ai lavori….. noi non vogliamo eliminare l’art. 18, NOI VOGLIAMO RISCRIVERE COMPLETAMENTE lo Statuto dei Lavoratori.
Poco importa se dell’art. 18 è rimasto ben poco dopo il passaggio della professoressa torinese del Governo Monti. Poco importa se lo Statuto dei Lavoratori è stato superato e martoriato da mille accordi e leggine che ne hanno depotenziato enormemente il valore di tutela dei lavoratori. Poco importa se con l’Accordo del 10 gennaio scorso Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sono “sostituite” al Parlamento ed alla Corte Costituzionale ed hanno prodotto il peggio di loro stessi sancendo il monopolio sindacale assoluto.
Renzi continua, per la sua strada e come i suoi predecessori afferma che il lavoro si crea con la flessibilità in uscita (cioè con i licenziamenti), con quella in entrata (cioè con la precarietà), con la riduzione di “lacci e lacciuoli” (cioè con l’abolizione dei diritti e IL CONTRATTO CON GARANZIE CRESCENTI).
Questa politica del LAVORO, come quella della SCUOLA e della LEGGE ELETTORALE sono le stesse dei GOVERNI BERLUSCONI, forse anche più peggiorative. Si colpiscono i LAVORATORI, si tolgono i DIRITTI ai CITTADINI, si nega persino la scelta della rappresentanza politica e sindacale, mentre agli evasori fiscali, agli speculatori finanziari si lascia mano libera per predare il patrimonio pubblico e riempire i conti correnti esteri.
I “Politici” di turno tutelano molto bene i propri privilegi, scaricando i costi economici della loro incapacità sui lavoratori pubblici e privati (blocco dei contratti).
Queste posizioni, oltre ad essere inaccettabili ed ingiuste per chi lavora e per chi il lavoro non lo ha, sono profondamente sbagliate anche dal punto di vista economico ed etico.
Il lavoro si costruisce investendo immediatamente decine e decine di miliardi in attività produttive, in servizi, in ricerca, in formazione. A chi afferma che oggi non ci sono i soldi, noi rispondiamo che ciò può e deve realizzarsi esclusivamente attraverso un forte e diretto intervento dello Stato e del Pubblico nell’economia.
E questo può essere fatto soltanto infischiandosene dei vincoli europei e facendo pagare la crisi anche a chi, a livello economico e finanziario, in questi anni ha guadagnato e speculato.
Basta allora con le false opposizioni di cui tanti si fregiano in questi mesi dentro i partiti di centro sinistra o dentro la Cgil che continuano, in un caso e nell’altro, a rappresentare di fatto una stampella ed una “sponda” ai rispettivi segretari e gruppi dirigenti di maggioranza.
Basta anche con le grida scandalizzate senza fare nulla di concreto, senza scendere in piazza, senza tentare di costruire una reale alternativa a livello sociale.
Basta anche con la retorica dell’evocazione del conflitto sociale che non si traduce in qualche slogan o nel tirare qualche pomodoro, ma va pensato, costruito e sviluppato giorno per giorno, sui posti di lavoro e nel territorio, con convinzione e con estrema determinazione.
Questo è quello che vogliamo fare e stiamo costruendo come USB.
Questo è quello che proponiamo ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti, ai migranti, ai pensionati e a tutti coloro che non ce la fanno più e vogliono cambiare le cose concretamente.
USB Unione Sindacale di Base