Dana: “L’assenteismo” non si risolve con la paura
Nell’incontro di mercoledì 13 gennaio la direzione aziendale ha chiesto di modificare l’attuale accordo aziendale per utilizzare parte del premio di risultato per metterlo sul premio presenza e quindi “combattere l’assenteismo”.
Questa richiesta era la diretta conseguenza dell’incontro sindacale del dicembre scorso al quale – stranamente – come Usb non siamo stati invitati e dove l’amministratore delegato ing, Tarolli ha fatto presente che se non calavano le assenze per malattia la direzione Dana avrebbe rivisto le sue scelte di investimento negli stabilimenti del Trentino.
Come Usb ci chiediamo coma mai questa azienda , anche alla luce del fallimento delle sue proposte sul premio presenza imposte nell’ultimo accordo aziendale continui ad usare l’arma delle minacce per imporre le sue scelte nei confronti dei suoi dipendenti.
Noi possiamo convenire che “l’assenteismo” (brutta parola che usiamo solo per capirci) possa essere un problema ma nello stesso tempo siamo convinti che la strada proposta dalla Direzione Dana sia sbagliata.
Prima di tutto una considerazione generale: Sono ormai quotidiani gli articoli di stampa che parlano dell’aumento delle malattie da stress, psicologiche o dovute all’inquinamento e pensiamo che questo dato possa avere qualche conseguenza anche sui lavoratori Dana.
Noi riteniamo che lo strumento migliore per affrontare e ridurre questo fenomeno è ridare “MOTIVAZIONE” al lavoratore ma questa Direzione sembra andare in senso contrario.
Noi continuiamo a ritenere sbagliato usare strumenti che criminalizzano tutti per colpirne pochi e siamo sicuri che le scelte dell’ultimo accordo hanno aumentato i motivi di distacco dal lavoro.
Infatti ci chiediamo quale motivazione può avere un lavoratore che si vede ridurre il premio feriale per destinare quei soldi alle fasce di lavoratori che guadagnano oltre 60.000 euro annui??
O vedersi respinto un aumento di 200 euro annui a fronte di utili di bilanci di decine di milioni di euro??
O che si vede respinte le richieste riguardanti i turnisti, le 8 ore di riduzione di orario, le maggiorazioni per i turnisti, ecc??.
Questa Direzione deve rendersi conto che negando queste richieste – se ha permesso nell’immediato qualche risparmio – ha fatto sentire il lavoratore come un numero, un robot senz’anima e senza diritti e quindi davanti a queste umiliazioni spesso prevale una specie di “rifluito psicologico” per un lavoro dove il tuo impegno è svalorizzato ed umiliato.
E se oggi le proposte dell’azienda saranno la minaccia occupazionale (mancati investimenti, spostamento di produzione, ecc) alla fine il risultato sarà un’ulteriore umiliazione del lavoratore che anziché risolvere aggraverà il problema.
Quindi bisogna chiedere alla Direzione Dana di cambiare modi e strumenti per cercare di motivare maggiormente i lavoratori, non chiedere come ha fatto la Fiom, che sia l’amministratore delegato ing Tarolli di fare assemblee con i lavoratori sperando che gli tolga le castagne dal fuoco.
Uno scarico di responsabilità inaccettabile sul quale invitiamo tutti a riflettere.
Questa è una scelta che non possiamo condividere in quanto il sindacato deve rappresentare ma anche difendere i lavoratori e quindi non lasciarli SOLI DAVANTI alle “pressioni ” di un amministratore delegato.
Questa scelta è la conferma che alla Fiom manca il coraggio di svolgere il suo compito, aprendo con la Direzione un confronto che sappia individuare strade diverse da quella di penalizzare chi si ammala.
I furbetti: infine due parole per quei lavoratori definiti dalla Direzione i “furbetti”. Nessuno vuole difendere “i furbetti” ma nello stesso tempo non possiamo accettare che per colpirne uno si penalizzino tutti i lavoratori ammalati. Lo stato di diritto si fonda proprio sulla responsabilità individuale, non su quella collettiva.
USB Trentino – RSU USB Dana Arco