Commercio: accordo al ribasso sul modello contrattuale
Usb: Cgil, Cisl e Uil bloccano gli aumenti contrattuali e poi passano all’incasso.
Venerdì 25 novembre, dopo l’accordo del mese di ottobre che cancellava l’aumento contrattuale di 16 euro mensili lorde, Cgil, Cisl e Uil, a braccetto con Confcommercio, hanno firmato ieri un pessimo accordo sul nuovo modello contrattuale nel terziario.
Un accordo che non tiene in alcun conto delle condizioni di sofferenza dei lavoratori di un settore ormai allo stremo, ma si preoccupa soltanto della sopravvivenza delle burocrazie di queste organizzazioni oltre a rendere difficoltosa la presenza di altri sindacati. Quindi ancora una volta si concordano regole che riducono il salario dei lavoratori (ottobre 2016) e poi si concordano regole che mantengano inalterato il monopolio sindacale della triade sindacale.
Infatti questi due accordi sono la conferma che le tre confederazioni sono impegnate per garantire le loro burocrazie ( fondi, enti bilaterali, ecc.) che nulla Hanno a che vedere con il salario, le esternalizzazioni ormai selvagge, la precarietà, il lavoro interinale, a stage, i voucher che rendono il settore sempre più simile ad un deserto in materia di diritti ed ad un far West in materia di orari di lavoro. Orari che spesso vengono cambiati anche durante la giornata in quando devono seguire (sic!!) i flussi della clientela.
Né tanto meno si tiene di conto della malattia decurtata, del lavoro domenicale e festivo o dell’assenza del diritto di critica di questi milioni di donne e di uomini. Per loro la contrattazione la rappresentanza degli interessi dei lavoratori è sostituita dalle politiche di mera assistenza al lavoratore nei licenziamenti o sui temi fiscali e previdenziali. (caf, isee, icef, patronati, ecc).
Questo pessimo accordo è uno scambio tra le parti che concede a Confcommercio la “governabilità” e il basso costo del lavoro in cambio di una fantomatica misurazione della rappresentanza, attraverso misteriosi “criteri”. Tradotto significa la blindatura di un sistema sindacale già chiuso ad ogni forma di pluralismo e di democrazia.
Lo svuotamento della contrattazione nazionale, in favore di una contrattazione decentrata praticamente impossibile nella maggioranza delle imprese rappresentate da Confcommercio, la dice lunga sull’atteggiamento dei sindacati confederali che, in cambio, ricevono il rafforzamento del sistema di enti bilaterali;. inutili e vuoti istituti che non portano alcun vantaggio ai lavoratori, ma sono le vere e proprie casseforti dei sindacati.
E per i lavoratori?
Il rinnovo dei salari non è più legato all’inflazione, ma all’andamento del settore; in questa lunga crisi di cui non si intravede la fine, significa che per i lavoratori gli aumenti diventano una chimera.
Nulla di nuovo sotto al cielo, ma l’USB Commercio continua a dimostrare sul campo, al fianco dei lavoratori, che le firme virtuose di accordi che migliorano le condizioni normative e salariali sono possibili. L’USB continuerà a sostenere i lavoratori del commercio nello scontro con aziende sempre più spietate e sindacati sempre più asserviti.
USB Trentino