A fianco di chi lotta contro il TAV
Ieri oltre 30.000 persone hanno percorso le vie di Torino per dimostrare sostegno morale e politico verso i quatto militanti, Claudio, Niccolò, Chiara e Mattia incarcerati per aver voluto difendere la loro terra dalle devastazioni del TAV.
Anche noi eravamo a Torino per condividere la lotta per la libertà e per la terra della Valsusa. Una comunità che non vuole accettare che in nome del profitto venga distrutta una valle e messa in pericolo la salute dei cittadini.
Siamo scesi a Torino per manifestare contro la violenza e la repressione che trasforma in terrorista chi si mette in gioco per difendere la libertà sua e degli altri. Per dire che siamo solidali con Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò in carcere per aver lottato contro questo potere avido e distruttivo.
Ieri a Torino il movimento No TAV ha voluto dire al governo che che la sua macchina del fango contro ogni forma di dissenso non piegherà la volontà la nostra volontà e la nostra determinazione di batterci per la difesa dell’ambiente e contro la speculazione.
La presenza di personalità importanti come il magistrato Livio Pepino che ha definito la giornata di ieri “ una grande manifestazione che dimostra come il movimento NOTAV sia pacifico per cui la militarizzazione della città è stata eccessiva” se non provocatoria aggiungo io. O la scelta di Eri del Luca, atteso al salone del libro ma che ha preferito prendere parte al nostro corteo motivando tale scelte con le seguenti parole: “Preferisco partecipare alla protesta in mezzo ai cittadini che solidarizzano verso quattro ragazzi accusati di terrorismo perchè avrebbero incendiato un compressore” dimostrano come il movimento, a differenza del governo, sappia coinvolgere non solo cittadini ma anche personalità importanti in una battaglia simbolo contro i poteri forti.
Infatti il messaggio forte della manifestazione è stato quello di ribadire che usare la repressione e la militarizzazione di un territorio per difendere speculazione e profitto non serve a nulla ma che diventa sempre più impellente fermare non solo il TAV ma tutte le grandi opere, per coinvolgere la cittadinanza verso scelte diverse più rispondenti agli interessi della popolazione, dell’ambiente e delle stesse casse dello stato.
Solo unificando le lotte presenti sul territorio nazionale con le lotte dei lavoratori contro la chiusura delle fabbriche, le delocalizzazioni ed i licenziamenti sarà possibile fermare questi mostri che senza senso devastano territori, ecosistemi e diritti sociali.
Ora, dopo questa grande e pacifica manifestazione a Torino anche in Trentino Alto Adige va ripresa la lotta dentro un percorso che sappia rispettare le diverse sensibilità presenti sul territorio.
Ora e sempre NO TAV
Ezio Casagranda
Grande Erri (e non Eri…)in compagnia di una giornata memorabile che da fiducia, che rinvigorisce l’entusiasmo di potercela fare…Grande perche’ giustamente snobba il salone del libro di Torino, grande perchè dimostra qual’è oggi il dovere e il compito di un’intellettuale: stare dalla parte di chi lotta (specie questa lotta)spendendosi più che con gli scritti o le parole…con i fatti, con tutta la propria fisicità; portandosi addosso, con la propria presenza, tutti i rischi e le responsabilità degli altri. Troppo comodo scrittori e intellettuali essere dalla parte dei dimostranti standosene belli e comodi nelle redazioni dei giornali o nei salotti…e poi darci ragione. Anche la ragione (come il torto) si conquistano per strada, diversamente è pura ipocrisia.
antonio