Anche Filcams e Fiom a Roma il 15 ottobre
Grasselli (Fiom) e Caramelle (Filcams): «È un movimento contro il sistema economico che salva le banche e fa fallire gli Stati e il loro welfare».
Ci saranno anche Fiom e Filcams del Trentino alla manifestazione del 15 ottobre a Roma, quando la Capitale diventerà uno dei nodi della rete internazionale di mobilitazione contro le politiche di austerity, di riduzione dei diritti e di taglio alla spesa pubblica inaugurate dai Governi di moltissimi Paesi per far fronte alla crisi del debito sovrano. I sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori del metalmeccanico e del commercio organizzeranno anche una serie di pullman per chiunque dal Trentino volesse scendere a Roma e partecipare alla manifestazione.
Per le prenotazioni è sufficiente contattare l’ufficio accoglienza della Cgil del Trentino telefonando al numero 0461 303911.
Le partenze sono fissate sabato 15 ottobre alle ore 5 del mattino dal piazzale ex Zuffo a Trento e alle ore 5.30 dal casello A22 di Rovereto Sud.
In una conferenza stampa, i segretari generali di Fiom e Filcams, Roberto Grasselli e Roland Caramelle, hanno ricordato come quella di sabato 15 ottobre sarà una giornata di mobilitazione globale. «Sta nascendo un movimento – hanno spiegato all’unisono Grasselli e Caramelle – che radicalizza la critica al sistema economico, un sistema che salva le banche ma rischia di far fallire gli Stati e con essi i sistemi di protezione sociale e la democrazia. Sabato a Roma, come in tutte le altre piazze d’Europa e del mondo, si incontreranno giovani e lavoratori per chiedere con forza una società diversa e più giusta, un nuovo modello di sviluppo».
E se le politiche di austerity e di taglio alla spesa sociale accomunano ormai i diversi Paesi alle prese con la riduzione del debito, in Italia la situazione si fa addirittura drammatica. «È a rischio la democrazia – denunciano i segretari di Fiom e Filcams – perché le politiche economiche non sono in mano al Parlamento eletto dal popolo, ma alla Bce e al Fmi. E a complicare tutto c’è un governo che punta a concedere alle imprese mano libera, attaccando i diritti dei lavoratori, garantendo la libertà di licenziamento e mettendo in soffitta il contratto nazionale, mentre banchieri e imprenditori sfruttano la crisi per speculare e per garantirsi i propri privilegi».
Per i due sindacalisti, però, i nodi stanno arrivando al pettine. Ne sono testimonianza il successo dello sciopero generale della Cgil del 6 settembre scorso e le tante mobilitazioni che stanno nascendo in Italia nel silenzio di media e governo: dalle lotte degli operai di Fincantieri, a quelle dei dipendenti di Irisbus e dei lavoratori di Termini Imerese, due stabilimenti del gruppo Fiat.
«Non è più tempo – sostengono Grasselli e Caramelle – di vagheggiare velleitari patti tra capitale e lavoro, perché sono troppi i conflitti aperti. La vicenda Fiat, poi, è emblematica: il Governo, invece di approntare una vera politica industriale e di pretendere impegni certi dal gruppo di Torino e Detroit, avvalla le richieste dell’azienda di eliminare diritti fondamentali e di limitare drasticamente la democrazia sui luoghi di lavoro, dimenticando che la crescita economica in Italia si è fondata negli anni ’60 proprio sulla centralità delle lotte per la dignità del lavoro e sull’estensione della democrazia anche in fabbrica. È quindi fondamentale partecipare alla manifestazione del 15 ottobre per ribadire il ruolo centrale dei lavoratori come catalizzatori delle lotte, che a diverso titolo e con diverse modalità – da quelle dei migranti a quelle delle donne, da quelle per la tutela dell’ambiente a quelle per la pace, fino a quelle degli studenti per una scuola pubblica di qualità – stanno infiammando anche il nostro Paese».
Filcams Fiom Trento