Arte e Shoah
Riceviamo dal compagno Antonio Marchi questo breve ed intenso scritto riguardante la serata a Trento sui temi della Shoah all’interno delle commemorazioni della Giornata della memoria.
La redazione.
Si è tenuta nella serata del 25 gennaio 2012 in un’aula GREMITA della Facoltà di Sociologia un incontro su “Arte e Shoah”, iniziativa fortemente voluta dall’associazione “ORA E VEGLIA” – che ne ha curato l’organizzazione – corollario alla giornata della memoria del 27.
Presente all’incontro – in prima fila – il partigiano PRUA (Corrado Pontalti). Alla veneranda età di 89 anni è rimasto come uno scolaretto diligentemente seduto ad ascoltare, come un ritorno a scuola.
Un’iniziativa lodevole, delle donne partigiane dell’ANPI,che tratta un argomento – l’arte figurata, il dipinto, il segno – che poco hanno interessato negli anni le manifestazioni che ricordano la tragedia dell’olocausto. In queste occasioni è sempre prevalsa la parola. Il dichiarare lo sdegno per quello che di orribile è successo e ci è stato raccontato nella testimonianza dei (pochi)superstiti rimasti. Molte volte più che la riflessione, sul perchè è potuto succedere, sulle complicità dei governi occidentali, sui silenzi della gente, sugli affari dell’industria e sugli enormi guadagni del capitale ….è prevalsa la banalizzazione di parole come, nazista, camera a gas,crematorio e la conseguente creazione di metafore, che niente hanno a che vedere con lo sterminio dove gente inerme veniva assassinata con lo stesso gas usato per disinfestare i mobili dalle tarme. Poche volte(mai a Trento), però la pittura ha avuto il ruolo di spiegare il dramma, la disperazione, il dolore, di mescolare la parola con il colore restituendoci i personaggi in bilico tra la vita e la morte, specchio dei sopravvissuti e dei morti nei campi nazisti.
E mai un giovane studioso (Salvatore Trapani)(1)che si prendesse la briga di spingerci dentro e di farcene così partecipi da rendere “piacevoli”, nella loro drammaticità visiva, due ore di ascolto.
Arte prodotta direttamente nei campi dagli internati e il lavoro di artisti sopravvissuti e altri che pur rimanendone fuori hanno saputo commemorare lo sterminio. Arte come spia dell’anima
Non c’è il quieto, involontario ricordo, ma la dura memoria: le immagini si moltiplicano le une sulle altre e poi a un tratto retrocedono prosciugandosi fino a una lastra che è desolazione.
Va recuperata ALLA MEMORIA, tra le tante rappresentazioni visive mostrateci, una effige letteraria di Marguerite Duras tratta dal suo libro autobiografico “il dolore”(Feltrinelli, 1999), citazione che vale come capolavoro d’arte visiva:
“Per diciasette giorni l’aspetto della merda restò lo stesso. Inumano. Ci separavada lui più della febbre, della magrezza, delle dita prive di unghie, delle tracce che i colpi delle SS avevano lasciato sul suo corpo. Gli davano brodo giallo-oro, brodo per neonati, veniva fuori da lui verde scuro come fanghiglia di palude. Richiuso l’asse del cesso, si udivano bolle d’aria scoppiettare alla superfice. Questa merda faceva pensare, cosi viscida e mucillagginosa, a un grosso scaracchio. Non appena era fuoriuscita, il gabinetto si empiva di un odore non di purefazione o di cadavere – e tuttaviac’era ancora nel suo corpo materia di cadavere – ma piuttosto di humus vegetale, foglie morte, sottobosco spesso, quqasi il riflesso della spessa notte dalla quale era uscito e che non avremmo conosciuto mai”.
(1)Salvatore Trapani che vive e lavora a Berlino fa di mestiere il critico d’arte freelance, è autore di libri, collabora con l’Istoreco di Reggio Emilia ai viaggi della memoria come guida presso l’ex campo di Sachsenhausen.
Antonio Marchi
Io c’ero ,,bella ,ma ancor + interessante serata con le donne dell’A.N.P.I. di ORA E VEGLIA ,ANCOR + INTERESSANTE la serata con Salvatore TRAPANI , I SUOI SCRITTI DI GRANDE INTERESSE ,e attuali – x il nostro marinaio partigiano “” PRUA”” ,sabato x festeggiare anke il suo compleanno , l’A.N.P.I. consegnerà una targa , tutti sono invitati in sala Aurora in Palazzo Trentini , X ONORARE l’umiltà di un piccolo grande UOMO , ringrazio x l’occasione un saluto Graziella Z. M.