Bocciate le politiche di austerita’
Ieri in Francia si è votato per eleggere il presidente della repubblica, in Grecia si sono svolte le elezioni politiche ed in Germania si è votato nel Land tedesco dello Schleswig-Holstein.
Seppur con le dovute differenze il voto di ieri ha come filo conduttore la protesta nei confronti delle politiche europee a trazione franco tedesca che escono sconfitte da questo turno elettorale.
In Francia è stato eletto Hollande, nel Land tedesco, anche se la Cdu ottiene un leggero vantaggio con circa il 30,5% rispetto alla Spd che ha ottenuto il 29,5% esce sconfitta la coalizione di centro destra di Angela Merkel, mentre in Grecia escono sonoramente battuti i due partiti che hanno assunto come programma politico i diktat della BCE.
Con il voto di ieri i cittadini europei, nei modi offerti dal sistema elettorale, hanno bocciato le misure di austerità che in tutta Europa stanno strozzando la stragrande maggioranza dei cittadini, dai lavoratori ai ceti medi.
Se in Francia a vinto Hollande ed in Grecia il partito neo democrazia cala al 18,8% e il Psok addirittura al 13,19% non possiamo sottovalutare il fatto che in questi due paesi molti (troppi) cittadini hanno scelto la destra populista per contrastare una politica rigorista che nasce proprio dall’ideologia della destra autoritaria applicata all’economia.
Sono stati puniti i partiti che hanno assunto il rigore tedesco come unico strumento da usare per uscire da questa grave crisi economica, sociale e politica che ormai dura dal 2008 mentre hanno avuto successo quanti a sinistre e a destra si sono opposti, anche se su obiettivi diametralmente opposti, alle politiche di rigore e di austerità a senso unico.
Ieri i vari commentatori e politici non hanno perso tempo per salire sul carro del vincitore, in questo caso Hollande, cercando di piegare, questo importante risultato di contrasto alle politiche della Merkel, ai loro piccoli interessi di bottega o di partito.
In particolare questo avviene nel PD che a parole festeggia Hollande ma nei fatti sostiene il governo Monti che con la scusa del rigore sta usando la crisi come una clava per demolire i diritti dei lavoratori e salvare le banche e la speculazione.
Quel programma rigorista che il nuovo presidente francese vuole cambiare ma che Monti insiste nel portare avanti attraverso una politica di austerità a senso unico, l’attacco ai diritti sociali e sul lavoro, alle pensioni ed alle privatizzazioni dei servizi pubblici.
Alla luce di queste contraddizioni, che dentro il PD sono strutturali, per la sinistra diventa impossibile un’alleanza politica con il PD in vista delle prossime elezioni politiche.
Appare quindi indispensabile individuare nuovi soggetti politici che sappiano valorizzare la partecipazione dei cittadini e della popolazione alle gestione del territorio e dei beni comuni a partire dalle questioni del mercato del lavoro e delle pensioni.
Democrazia, partecipazione difesa del territorio, dell’articolo 18 e pensioni, cancellazione delle riforme Fornero e difesa dei beni comuni devono divenire motivo aggregante per tutti quelli che vogliono veramente contrastare le politiche neoliberiste imposte dalla torika europea fuori dai giochetti di piccolo cabotaggio o di semplice limatura di scelte che stanno devastano il tessuto sociale del paese.
Ezio Casagranda