Boeri, migranti ed età pensionabile
Ieri Tiro Boeri è entrato a gamba tesa nella difficile discussione sui migranti e sui lavoratori stranieri sostenendo che è necessario “avere il coraggio di dire la verità agli italiani: abbiamo bisogno degli immigrati per tenere in piedi il nostro sistema di protezione sociale”.
Un affermazione che dimostra due pericolosi retro pensieri.
Il primo è quello di considerare i lavoratori migranti una sorta di bancomat per far quadrare i conti dell’INPS, ignorando il fatto che i contributi versati dai migranti non verranno quasi mai restituiti a questi ultimi e quindi siamo davanti alla sottrazione di diritti nei confronti di milioni di lavoratori.
Inoltre Boeri lascia intendere che questa logica politica di sottrazione dei diritti pensionistici ai lavoratori e alle lavoratrici migranti è l’anticamera di una sottrazione generale all’insieme dei cittadini residenti sul territorio italiano che prescinde dalla provenienza geografica.
Lo smantellamento dello Stato sociale avviato da anni per mano dei vari governi con l’abbandono di intere generazioni e famiglie, non può essere sostituito scaricandone il peso sulle spalle dei lavoratori migranti i quali sono spesso sfruttati e schiavizzati nei vari settori lavorativi.
Il secondo è quello di nascondere dietro il dramma dei migranti il pesante attacco a cui è sottoposto da anni il sistema pensionistico pubblico attraverso la proliferazione di vari Fondi privati, la riforma Fornero e la cancellazione dei diritti contenute nelle norme del Jobs act.
Infatti non è casuale questa polemica abbia fatto passare in sordina la notizia che, secondo le ultime previsioni dell’Istat relative al 2016, l’aumento della aspettativa di vita potrebbe la pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti a 67 anni di età e quella di anzianità a 43 anni e 3 mesi.
In modo automatico, senza nemmeno bisogno di un decreto o una legge, visto che il legame tra età pensionale e speranza di vita è stato fissato in anticipo con la riforma Fornero.
Purtroppo l’inerzia di CgilCislUil non lasciano ben sperare in quanto sono troppo impegnate nei consigli di amministrazione dei vari fondi pensioni, sanitari e delle gestione del welfare aziendale per accorgersi del dramma sociale a cui sono condannati milioni di lavoratori e lavoratrici.
Tocca quindi al sindacalismo di base farsi carico di questo problema e prima che sia troppo tardi, avviare una vertenza generale sulle pensioni fino allo sciopero generale per fermare questo meccanismo insidioso degli aumenti automatici dell’età pensionabile oltre che per cambiare definitivamente una legge che di fatto ha cancellato le pensioni di anzianità e condanna i lavoratori e le lavoratrici a un tempo di lavoro insostenibile.
USB Trentino – Ezio Casagranda
Boeri evidenzia un particolare del problema immigrazione.
Il problema generale si riallaccia al fenomeno che Marx chiamava col nome di “esercito di riserva dei disoccupati e dei disperati”, di cui il capitale si serve per tenere al limite della sopravvivenza i lavoratori.
E’ lo stato permanente di tensione e di precarieta’ in cui vengono scientemente tenuti i lavoratori.
Gli immigrati vanno ad ingrossare questo esercito, e quindi fanno comodo solo al capitale, mentre oggettivamente sono una ulteriore disgrazia per gli operai italiani, che verranno sostituiti dai nuovi schiavi, e rimarranno senza lavoro.
Saiani Aldo.
Commento n.2 ad articolo “Boeri”.
La tragedia è che oggi Marx è molto studiato e applicato ( naturalmente ad usum sui ) dai capitalisti, e ignorato e disprezzato dagli operai e dagli intellettuali conformisti, che pullulano a sinistra.
Meno male che c’è il giovane filosofo Diego Fusaro, una perla nel grande immondezzaio della Rete.
Saiani Aldo.