Contro l’apertra di Casapound

L’inaugurazione a Trento, nella via intitolata alla martire partigiana Ancilla Marighetto, detta “Ora”, di Casa Pound, appare una provocazione nei confronti dei residenti del quartiere, ai quali va la nostra solidarietà, dell’intera città, dei valori e della memoria della Resistenza.
Il fascismo, lo sappiamo, è nato ed è cresciuto in Italia attraverso la menzogna intellettuale e morale, l’esaltazione e la pratica della violenza squadristica, grazie alla neutralità e alla complicità delle istituzioni liberali di allora e con il sostegno economico e politico del padronato e del capitale. Oggi mascherandosi dietro l’associazionismo culturale giovanile di Casa Pound, e pseudo attività di volontariato, la ripresa del fascismo “sociale” di Salò, i proclami anti sistema, si diffondono idee e pratiche razziste, xenofobe, omofobe e misogene, dove si mischiano cinismo sociale, odio e violenza contro chi è diverso e debole.
Tutto ciò si è già tradotto in aggressioni sanguinose come quella a tre giovani senegalesi uccisi a Firenze nel 2011, al corteo degli studenti di piazza Navona nel 2008 a Roma, come l’uccisione a Verona di un giovane considerato “diverso” nel 2008, l’aggressione da parte di militanti del Blocco studentesco, associazione neofascista, a studenti di sociologia a Trento nel 2012 e infine, di pochi giorni fa, ad un giovane antifascista nel piazzale della questura a Trento.
Noi siamo fortemente preoccupati che le idee e le pratiche fasciste possano attecchire in un contesto di crisi economica, sociale e morale che colpisce soprattutto i giovani, mai come oggi privi di riferimenti ideali e politici forti e consapevoli. Siamo preoccupati per il revisionismo storico, lo sdoganamento del fascismo, la vergognosa presa di distanza fra fascismo e antifascismo di quella stampa locale che ha riesumato il vecchio motivo degli opposti estremismi con cui si è alimentata la strategia della tensione in Italia, segnata dalle stragi fasciste di Piazza Fontana a Milano, Piazza della Loggia Brescia , dell’Italicus, della stazione di Bologna.
Noi oggi, in nome di quei morti, dei valori della Resistenza e della Costituzione che da essa è nata, rivolgiamo un forte appello all’ANPI, alla CGIL, alle organizzazioni sindacali, ai partiti e alle associazioni democratiche perché aderiscano alla costituzione di un comitato unitario antifascista.
Chiediamo all’autorità competente l’applicazione del Titolo 12 della Costituzione e della legge Mancino che vietano la ricostituzione del partito fascista in Italia in tutte le sue forme.
Proponiamo la sottoscrizione di un appello antifascista per la chiusura di Casa Pound da far circolare nelle scuole e nei posti di lavoro, da rivolgere al Sindaco di Trento, ci impegniamo in tutte le iniziative per sensibilizzare le coscienze, fare controinformazione, perché la mala pianta del fascismo sia estirpata sul nascere.
Fuori i fascisti dalla città di Trento!!!
Partito della Rifondazione Comunista

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2 commenti

  • Nicola

    Cosa è successo, da dove nasce il problema CP a Trento e non solo?
    La risposta è semplice: dalla sinistra.
    Ovvero dalla sua scomparsa, dal sistematico ritiro dalla scena sociale-lavorativa delle componenti culturali e politiche che l’avevano resa un punto di riferimento nel passato; dal divisionismo che si è instaurato tra le sue componenti, dal narcisismo politico che ha fatto di quest’area un ammasso di deviazioni ed opportunismi. Deviazioni, in quanto molte componenti umane ed organizzative si sono trovate ad intraprendere strade parallele al sistema di potere che governa il Trentino, opportunismi: per un mero calcolo elettorale o di accomodamento politico si è folleggiato tra proteste senza un fine e proposte aventi l’unico scopo di cavalcare l’exploit del momento. E tra le componenti più antagoniste e critiche al sistema serpeggia la più totale disorganizzazione che non permette loto di monitorare adeguatamente il territorio.
    Ho avuto modo di dichiarare che l’avvento di CP non mi preoccupa, ne mi atterrisce.
    Non sono impazzito o sono diventato un simpatizzante dei fascisti.
    La paura verso CP svanisce pensando alla situazione dei rapporti tra le varie fazioni della galassia “alternativa trentina”, ai fallimenti cocenti in cui si è buttata la sinistra italiana e trentina e nei quali mi sono trovato personalmente con un carico ben pesante di responsabilità, frustrazioni e disillusioni che mi hanno condotto ad un graduale distacco. Pensando al tempo perduto in azioni senza scopo la rabbia mi sale ancor di più.
    L’abbandono sistematico di fasce intere di strati sociali ha permesso quello che sta avvenendo.
    Lo snobbare situazioni ed appuntamenti perché non ritenuti degni di nota ha contribuito all’infiltrazione di elementi destrorsi in quei luoghi. Da lì sono partiti per creare consenso che allo stato attuale non abbiamo la minima idea della sua reale estensione.
    Qualcuno si è soffermato a fare un’analisi seria?
    Un’ esempio. Ho denunciato varie volte in passato del formarsi di associazioni il cui scopo recondito era quello di dar vita ad un movimento di destra. Ho chiesto, ai giovani di rifondazione, di formare anch’essi delle associazioni culturali per portare a Trento la nostra visione di sinistra senza un’appartenenza politica diretta: non è stata nemmeno presa in considerazione.
    A Trento Nord si è sviluppata una situazione di degrado sociale con l’impennata della prostituzione lungo via Brennero. Da li in poi ho visto manifesti e volantinaggi della lega e un’impennata vertiginosa dei manifesti del blocco studentesco (tanto che temevo l’apertura di CP nel mio quartiere). Non ho visto nessuno della sinistra alternativa, ne un volantinaggio di rifondazione e tra la gente ha serpeggiato un’ondata di odio per la situazione. Alla fine in una parte di via Brennero la situazione si è calmata con l’arrivo di una muti-nazionale del fast-food: ovvero non c’è l’hanno fatta a calmare la situazione quelli di destra, mai visti quelli di sinistra, una multinazionale del fast food ha portato così tanta gente che la prostituzione è calata e quella parte di quartiere si è un po’ tranquillizzata. In conclusione, e questi sono i commenti che sentivo in giro, per la gente la situazione migliorata (relativamente) è dovuta alla multinazionale.
    Avevo informato Rifondazione della situazione nel quartiere, ma non si sono mossi: come non si sono visti ne attivisti del Bruno e gli anarchici erano presenti con scritte di varia natura. Nessuno aveva dato una risposta a quel problema. Stavano per farlo lega e destra (e forse lo stanno ancora facendo), ma una multinazionale a sfiatato (almeno per il momento) la situazione. Che è ancora aperta.
    Questi esempi sono alcuni che posso citare, ma rappresentano una mia presa di visione della situazione: se ci fosse qualcun altro a darmi ragione o torto si potrebbe avere il polso della situazione.

    L’incapacità nel dialogo costruttivo e l’impossibilità di unirsi (e quindi di una proiezione matura della nostra identità nella società) ha oliato il motore dell’avanzamento della destra fascista.
    Ora si vuole correre ai ripari attaccando una situazione che, nella sua illegalità morale, ha una legalità formale in quanto creatasi come associazione.
    A quante altre associazioni è stato permesso di fare i propri comodi perchè ritenute di sinistra per poi scoprire che trattasi di cloache a fondo perduto?. Ora vediamo rappresentanti di quelle istituzioni farsi belli in consiglio provinciale o in altre istituzioni: hanno raggiunto il loro scopo.
    Non si vedono in prima linea contro il dilagare dei neri. Al di là della farsa di cantare quattro canzoni partigiane in piazza a Trento.
    Sicuramente qualcuno del centro-sinistra istituzionale ha permesso l’apertura di CP o ha aiutato affinché accadesse per creare situazioni di tensione politica-sociale per i motivi che tutti sappiamo.
    In questa cosiddetta sinistra istituzionale vi sta il primario complice della situazione di CP, perché è impossibile che qualcuno non sapesse.

    La risposta difensiva portata avanti dai cosiddetti antagonisti durerà poco come la maggior parte delle proteste del passato e andrà a vantaggio di quelle organizzazioni che sopravvivono politicamente grazie a questi eventi e dai quali traggono un tornaconto di visibilità per i propri progetti individualistici. Infatti la risposta al fango fascista parte da una base disunita e non omogenea che si è ritrovata solamente per l’occasione.
    Gli errori storici fatti pesano sulla realizzazione di questa resistenza e, credo, che essi non contribuiranno a farla avanzare.
    Tempo fa scrissi che gli antagonisti o la sinistra alternativa, assomigliano ai Greci antichi che si combattevano tra di loro per unirsi all’arrivo del Persiano per poi ritornare a pugnalarsi: non ho cambiato opinione.
    Non ho un gran fiducia nelle persone e nelle organizzazioni che portano avanti questa protesta e credo di non essere l’unico.
    Io devo fare i conti con la mia coscienza: Non ho idea di cosa fare ne con chi farlo, forse anch’io seguirò la linea degli “antagonisti”: più per disperazione che per convinzione.
    La cultura e l’unità sono alla base del mio pensiero come la vicinanza alle persone con i mezzi di cui dispongo e con essi cercare di farli capire la situazione. So soltanto che con le condizioni attuali i risultati non saranno tanto dissimili da quelli avuti nel passato.
    La coscienza che è l’unica vera istituzione libera ed in grado di dare valore e spessore morale alle proprie azioni.
    Il fascismo lo si combatte con una strategia e non con improvvisate, sopratutto lo si combatte con il rispetto e la reciprocità.
    La solitudine è uno dei terreni di coltura del fascismo. Nella situazione economica attuale le persone si sentono perse e si aggrappano al più forte, a quello che dimostra una parvenza di umanità anche se dietro la schiena nasconde il manganello. Infatti, girando su internet, si vedono le “azioni sociali” che compiono questi di CP: ovviamente azioni in senso nazionalistico ed esclusivo delle diversità, ma che attraggono chi viene lasciato indietro.
    Il mio pensiero è rivolto a chi a combattuto per la libertà. Una grande prova di maturità il prendere una posizione in un periodo storico tanto violento. Ora, che siamo in pace, non siamo nemmeno capaci di ammainare le rispettive bandiere di parte per un fine comune dimostrando, a tutta la popolazione, che una sinistra matura è possibile e la si può seguire contro ogni fascismo.
    Nicola Messina

  • antonio

    Caro Nicola, capisco e sottoscrivo il tuo disorientamento che è anche ricco da risentimento. Nella tua amara riquisitoria verso la sinistra e quella parte che più si era proposta come alternativa (Rifondazione Comunista)c’è molta verità fatta di responsabilità che l’ha fatta naufragare da Genova (G8) in poi e – politicamente – sparire dalla scena parlamentare locale e nazionale, senza più trovare momenti di vera e propria autocritica.
    La sua base giovanile si è sfaldata in tanti “Centri Sociali” che al massimo ha dato vita a resistenze parziali senza però mordere il potere…travolta dalla crisi di identità e schiacciata dalla feroce offensiva capitalistica, non ha più creduto in un risorgente movimento contestatario anticapitalistico e antisistema. In questo vuoto di organizzazione, privi di riferimenti ideali e di dirigenti credibili, ha avuto buon gioco la reazione capitalistico-borghese della destra berlusconiana che copre e usa (come ha fatto la D.C. con il M.S.I.)l’insorgente neofascismo che ambiguamente si fa conoscere sotto le ambigue vesti culturali-associative (ricordo che anche Freda era un editore…).
    Che fare? Orfani e disillusi di tanto scempio starcene buoni rivendicando le nostre ragioni?
    Oppure, a testa alta, con la consapevolezza di non vergognarci di niente, continuare a fare la nostra parte senza voltarci indietro a guardare chi ci segue convinti di fare la cosa giusta.
    p.s. sulla prostituzione in via Brennero (che mi fa compagnia quando rincaso tardi la sera)mi sono mosso anch’io contro i condomini forcaioli che chiedevono udienza alla “Lega” perchè-ipocritamente-lavasse col sangue l’onta…(lasciamo perdere…)
    Pensa in grande e non mollare
    antonio

    Un’annotazione del maestro Michail A.Bakunin

    “Ogni individuo umano è il prodotto involontario delle condizioni naturali e sociali in cui è nato e alla cui influenza continua ad essere sottoposto man mano che si sviluppa. Le tre grandi cause di tutta l’immoralità umana sono: la disugualianza politica, economica e sociale, l’ignoranza che naturalmernte ne risulta e la necessaria conseguenza della due cause precedenti, e cioè la schiavitù…. Di conseguenza, perchè la rivoluzione abbia successo è necessario che si rivolga contro la condizione di vita e i beni materiali, che distrugga la proprietà e lo Stato. Diventerà allora superfluo accanirsi contro gli uomini e condannarsi così a soffrire l’inevitabilereazione che ogni massacro ha sempre prodotto e sempre produrrà in qualsiasi società.”

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