Costruire l’alternativa

Noi la crisi non la paghiamo. Iniziativa durante la conferenza stampa della Giunta Provinciale.

Gli attivisti di Alternativa per i beni comuni, questa mattina, in occasione della conferenza stampa della Giunta Provinciale, hanno improvvisato un flash mob nei pressi dell’aereoporto cittadino, dove presidente e assessori partecipavano alla cerimonia di consegna del nuovo elicottero.
I manifestanti indossate le maschere raffiguranti il presidente Dellai, l’assessore all’industria Olivi, quello all’ambiente Pacher, quello alla sanità – welfare Rossi e l’assessora all’istruzione Dalmaso, hanno inscenato la parodia della Giunta che di fronte alla crisi attua le solite stantie poltiche fatte di tagli, esternalizzazioni e privatizzazioni non molto diverse da quelle nazionali o dai diktat imposti dalla BCE e dai poteri forti.
Nei fatti, in Trentino, invece che rafforzare il welfare, stabilizzare il lavoro precario o imporre nuove regole nelle esternalizzazioni dei servizi per aumentare i diritti dei lavoratori, ripubblicizzare il servizio idrico, puntare sulla scuola pubblica e abbandonare il mito delle grandi opere come TAV del Brennero, Metroland o inceneritore, si continua in politiche di chiaro stampo neoliberista che non fanno altro che replicare lo stesso sistema rendendo ancora più lampante che la crisi viene pagata dai soliti noti.
Gli attivisti davanti ai cancelli d’ingresso (la cerimonia era vietata a chi non ufficialmente invitato) sono riusciti a intercettare Pacher – assessore all’ambiente – alla quale hanno regalato una ruspa giocattolo, conoscendo la sua passione per le grandi opere. Dellai, alla quale i manifestanti volevano consegnare mattoni e altri attrezzi per le sue note simpatie nei confronti dei palazzinari, ha preferito non farsi vedere ed entrare dal retro.

Di seguito il volantino:

Autonomia non può significare difesa dei poteri forti

L’esplodere della discussione sulle scelte della Provincia in materia di investimenti immobiliari, grandi opere e spesa sociale ha fatto emergere una situazione pesante che da tempo covava sotto la cenere coperta dalla pesante cappa del potere politico di Dellai.
In questa situazione di crisi il tema delle entrate e le scelte di spesa non è questione secondaria ma riguarda il modello sociale che si vuole costruire per il futuro nostro e dei nostri figli.
Investire in operazioni immobiliari non è la stessa cosa che investire nelle politiche sociali, nella casa, nella scuola, nella formazione, nella salute, nei trasposti e nell’ambiente. Investire nell’inceneritore o in grandi opere inutili e costose non è la stessa cosa che investire in energie alternative, in case popolari o negli interventi di ristrutturazione dei fabbricati per recupero edilizio o risparmio energetico.
Riteniamo scandaloso che in questa situazione di crisi la PAT voglia spendere miliardi di euro in opere inaccettabili sotto il profilo economico e ambientale. Ci riferiamo a Metroland, all’inceneritore, al Tav del Brennero, alla base militare di Mattarello, alle operazioni speculative di Piedicastello (leggi Cooperazione) e sull’area Michelin.
Non possiamo dimenticare che mentre questa Provincia colloca in questo modo le risorse pubbliche l’assessore Rossi chiede la compartecipazione dei cittadini (leggi aumento delle rette) per le case di riposo, introduce i ticket al pronto soccorso, dichiara superato l’impegno di costruire 9.000 alloggi popolari in tre anni (che sono già trascorsi). Ma non solo, vengono tagliati i contributi alle associazioni, si tagliano i trasferimenti ai Comuni, si spendono ingenti somme per il (mal)funzionamento dei 16 “baracconi clientelari” chiamati Comunità di Valle.
Non contento, nei giorni scorsi Dellai ha proposto, in nome dell’austerità, di rivedere al ribasso l’accesso al progettone mentre per i giovani non si intravedono politiche di intervento diverse da quelle nazionali.
Ci vuole una scelta chiara sulla precarietà: 1) assunzione di quei lavoratori, e sono migliaia, che oggi lavorano con contratti precari presso gli enti pubblici in questa provincia; 2) stabilizzazione per quei dipendenti di aziende e/o cooperative che oggi lavorano direttamente (in appalto) o indirettamente per la Provincia, come nel settore assistenziale, dove imperano i contratti atipici e precari.
Bisogna percorrere strade nuove capaci di interpretare esigenze e aspettative dei giovani, sperimentare un reddito di base come strumento di contrasto verso i ricatti del lavoro nero e della precarietà che sappia superare le carenze riscontrate nel c.d. reddito di garanzia provinciale andando oltre l’assistenzialismo.
Dellai, portando avanti questo tipo di politiche, non fa altro che interpretare l’autonomia come strumento di difesa della “casta” e dei poteri forti che governano il Trentino anziché utilizzarla per mettere in discussione il patto di stabilità sui temi dell’occupazione, del welfare e delle politiche sociali.
Di fronte a tutto ciò occorre mobilitarsi affinché si cominci a livello locale a rispondere alla crisi facendo delle scelte alternative che vadano nella direzione della ridistribuzione della ricchezza e del ristabilire il primato dei beni comuni naturali per favorire uno sviluppo equilibrato dal punto di vista sociale ed ambientale.

Alternativa per i beni comuni,
Trento 28 ottobre 2011

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