Crescita, rigore e equità. Monti ci prende in giro
Monti assicura che la manovra sarà orientata a “rigore, crescita ed equità”. ma la realtà ci dice che la manovra sarà una cosa molto diversa, forse addirittura opposta.
Rigore: se per rigore si intende i tagli dei cosiddetti vitalizi siamo a posto. Non è sufficiente che qualche parlamentare come Mario Pepe, (ex Pdl ora gruppo Misto) che dichiara che “.. per una sola legislatura si prenderanno 900 euro al mese, come una pensione sociale” a parte che non conosce l’importo di una pensione sociale (circa 300 euro mese) e solo per questo dovrebbe dimettersi per la vergogna. Questa taglio ai vitalizi è una presa in giro.
Rigore significa anzitutto applicare a tutte le categorie, giornalisti, magistrati e parlamentari compresi, le regole previste per i lavoratori dipendenti dal sistema INPS.
In pensione dopo 41 ( 42 o 43) di contributi versati e la pensione calcolata con il sistema contributivo.
Crescita: Mentre Monti parla di misure per la crescita (ma ha ancora senso parlare di crescita dopo quanto emerge dalla conferenza Onu sul clima in corso a Durban?) la disoccupazione in Europa ha raggiunto i 23,5 milioni e In Italia il tasso di disoccupazione è schizzato al 29,2% per i giovani. Insomma, uno su tre non lavora. Dalle notizie di stampa non si intravvedono misure per contrastare questi allarmanti dati sulla disoccupazione mentre sembra attenta alla soluzione dei problemi finanziari e alla stabilità del sistema bancario e dei conti pubblici.
Un vero intervento per ridurre il dramma della disoccupazione è la strada della ripartizione del lavoro esistente attraverso la riduzione dell’orario di lavoro.
Un’utopia? Forse, ma sempre più economisti parlano del fatto che, se crescita ci sarà questa sarà senza occupazione a causa delle innovazioni di processo finalizzate al risparmio del lavoro vivo.
Forse affrontare il tema della riduzione dell’orario sarà l’unica strada che può evitare uno scontro generazionale senza precedenti.
Equità: Monti si prepara all’ennesimo taglio delle pensioni indicato come il toccasana dei problemi europei. Stando ai media sembra che il destino dell’Euro, dell’Europa e della stesa globalizzazioni dipenda dall’attuale sistema pensionistico italiano.
In materia di pensioni per il sottoscritto la parola equità si coniuga solo con riforma che allarghi, anche ai lavoratori dipendenti, il trattamento riservato alla casta del Parlamento dalla nuova riforma dei vitalizi (900 euro al mese ogni 5 anni di lavoro)
Monti invece nel mentre salva ancora una volta la casta, con la scusante “dell’emergenza”, dopo aver messo in sordina la democrazia parlamentare mette in soffitta anche la democrazia rappresentativa delle organizzazioni sociali e dei partiti.
Ma state tranquilli, Monti si è comunque impegnato a dare il massimo delle informazioni, naturalmente, aggiungo, dopo averle concordate con la Merkel, Sarkpsy e la BCE.
Forse sarebbe opportuno che i sindacati, ma in particolare la Cgil, ricordasse con uno sciopero generale che il taglio delle pensioni, i licenziamenti, l’aumento delle tariffe e dei prezzi ed il blocco dei salari incidono pesantemente sulle condizioni dei lavoratori e non possono essere liquidate con qualche battuta sulle “ritualità” o sulla “comprensione che siamo in emergenza”.
Ezio Casagranda
Noi comprendiamo perfettamente cosa vuol dire essere in emergenza, sono tre anni che continuiamo ad urlarlo nelle piazze e ci hanno pure presi per i fondelli, quello che non capisco è come possiamo ancora sopportare questo stato di cose. La Repubblica Italiana fondata sul lavoro da ieri è una repubblica fondata sulla finanza e sullo sfruttamento, alla faccia nostra soprattutto alla faccia delle donne che hanno sopperito alla mancanza di stato sociale