Decreto liste si attesa

Il decreto riduzione liste di attesa approvato dal governo Meloni non prevede la riorganizzazione dei servizi attraverso l’assunzione di nuovo personale a partire dalla stabilizzazione dei precari, ma solo lavoro aggiuntivo per chi ha già un lavoro.

Infatti, in alternativa alle necessarie nuove assunzioni si prevedono incentivi per incrementare l’orario di lavoro di professionisti già assunti, incrementi di produttività aggiuntiva, gettoni, straordinari vari.

Come CUB , ma anche come semplice cittadino ci chiediamo come sarà garantita la qualità del servizio, la dignità del lavoro e sicurezza delle cure, ricorrendo ad aumenti delle ore straordinarie e/o aggiuntive di lavoro?

L’addio al tetto di spesa per le assunzioni, previsto per l’anno 2025, avrebbe dovuto essere attuato subito e con risorse adeguate (le risorse ci sono, è volontà politica scegliere dove spenderle), in modo da poter strutturare i servizi e non sprecarle con risposte in grado di affrontare il problema solo dal punto di vista emergenziale.

Come con vedere che l’aumento della possibilità di acquistare i servizi dal privato convenzionato, non fa altro che dirottare ulteriori fondi dal pubblico verso il privato, rendendo il pubblico sempre meno competitivo e con meno possibilità di mirare all’eccellenza, anche con l’acquisto di strumentazioni all’avanguardia.

Il Governo, con questo decreto sottovaluta, volutamente, il pericolo che il privato un domani, in assenza di una sanità pubblica, potrà fornire il servizio al prezzo che riterrà più redditizio per i loro profitti? Come non possiamo chiuder gli occhi davanti al privato che spesso, riesce a fare profitti risparmiando sui diritti dei lavoratori e assumere operatori sanitari senza concorso, certificazione delle competenze possedute delle quali il pubblico si avvale.

Infine, si rileva come il mancato riconoscimento alle regioni di risorse aggiuntive per abbattere le liste di attesa le costringerà a tagliare altri servizi per poter acquistare ulteriori prestazioni dal privato convenzionato o per pagare attività in straordinario e quindi rendere il sistema sanitario pubblico sempre più povero e carente.

Le scelte di questo governo, come quelli precedenti, sono quelle di foraggiare la privatizzazione della sanità per garantire lauti profitti alle multinazionali del settore con la conseguenza di rendere il nostro sistema sanitario pubblico sempre più povero e con un rischio elevato – se non si inverte questa tendenza – a vederci annullato del tutto il nostro diritto alla salute!

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