Dellai, l’autonomia, il lavoro
Leggo sulla stampa locale che il presidente Dellai farà, assieme a Durnwalder, ricorso contro la manovra economica estiva del governo sul punto che prevede i cosiddetti tagli (modestissimi) ai costi della politica.
«Non vogliamo farci dettare le regole sui tagli alle indennità da Roma. Quella del governo è un’invasione di campo e un eventuale ricorso va solamente nella direzione di tutelare i principi della nostra autonomia».
Ancora una volta il presidente Dellai ci dimostra che per lui l’autonomia non un bene da difendere sempre e comunque ma solo quando vengono colpiti interessi a lui cari.
Infatti Dellai si è ben guardato di fare ricorso contro la finanziaria 2010 (il decreto Brunetta) che bloccava i salari dei lavoratori pubblici per 3 anni. Anzi davanti alle richieste sindacali che gli chiedevano coerenza rispetto agli impegni presi qualche mese prima rispondeva che anche la Provincia deve accettare le scelte della finanziaria.
Ricordo ceh Dellai anche in occasione della gara A22 si è scagliato contro la manovra governativa.
Due pesi e due misure. Rispettoso dell’invadenza del governo quando si tratta del contratto dei lavoratori pubblici e pronto a gridare all’attacco dell’autonomia quando si tratta di difendere la casta o di altri interessi come il tesoretto dellA22.
Se poi andiamo a verificare come viene gestita la nostra autonomia ci accorgiamo che le scelte dellaiane, sui principali temi del momento (grandi opere, ticket, occupazione, welfare, finanziamento scuole private, ecc) non troviamo molte differenza da quanto succede in Lombardia o nel Veneto.
Non esiste un progetto di politica industriale che vada oltre l’assistenza alle imprese e sappia puntare sulle energie rinnovabili, sulla tutela dell’ambiente, sulle nuove tecnologie, sulla difesa del territorio, anzi Dellai insiste nel sostenere le grandi opere come strumento capace di stimolare la crescita. Infatti, se Milano ha Expo 2015, se Venezia ha il Mose, Trento ha Metroland, l’inceneritore, la Tav e unica in Italia, finanzia una Base Militare a Mattarello.
Le politiche di ridistribuzione delle ricchezza sono al palo, mentre vengono usate ingenti risorse finanziarie per salvare le lobby economiche, aumentano precarietà e disoccupazione giovanile, il welfare è sotto attacco, i prezzi di beni e servizi crescono vistosamente parallelamente alla loro privatizzazione.
Penso che la nostra autonomia è un bene prezioso che deve essere difeso rispetto a quanti vogliono cancellare la specificità trentina, ma nello stesso tempo deve essere assunta come forma di autogoverno responsabile di tutti i soggetti (politici, sociali e culturali) che animano il nostro territorio e non solo come strumento da usare per difendere i privilegi delle nuove e vecchie caste.
Ezio Casagranda
2 ottobre 2011
Cosa non si fa per difendere la “magnadora”