Durban: Il pianeta ostaggio dei petrolieri
Se alla Conferenza mondiale delle Nazioni Unite non si arriverà ad un accordo concreto sul cambiamento climatico a causa dell’aumento della temperatura media globale di 4 gradi ”ne’ cibo ne’ acqua” saranno più garantiti. Lo dice il Wwf in attesa della chiusura dei negoziati sul clima in corso a Durban i Sudafrica.
Gli oceani stanno morendo, l’aria sta peggiorando, le foreste si stanno desertificando a causa del cambiamento climatico causato da questo modello di sviluppo fondato sulla crescita infinita e senza vincoli ambientali che antepone la crescita dei profitti anche se questo metterà in discussione la stessa sopravvivenza della natura.
La denuncia viene dalle molteplici associazioni ambientaliste mondiali che aderiscono a ”Climate change kills me” e che chiedono ai paesi come USA, Cina, India, Europa e Brasile di anteporre gli interessi del pianeta agli interessi della compagnie petrolifere e delle grandi multinazionali dell’energia.
Purtroppo queste denunce sono rimaste inascoltate dai governi e anche dai media e dalla stampa mondiale, molto attente all’andamento delle borsa, dello spread o se fallisce una banca, mentre tratta i temi del riscaldamento climatico come un’anomalia passeggera da relegare nelle pagine interne o in coda ai TG.
Il Trattato ONU sul cambiamento climatico scade il prossimo anno e una coalizione senza scrupoli a guida americana e composta da paesi esportatori di petrolio sta provando a neutralizzarlo per sempre barattando la sopravvivenza della natura in cambio di profitti immediati come denuncia l’associazione Avaaz.org.
Obama, la Cina, l’Europa ed il Brasile insistono nell’ignorare appelli e denunce che provengono dal mondo della scienza e fingono di non sapere che la situazione si sta incredibilmente aggravando e che le continue catastrofi naturali, che lasciano milioni di persone senza casa e senza cibo hanno una matrice comune che si chiama:cambiamento climatico e aumento delle emissioni di CO2.
In questi giorni il governo Italiano è impegnato in una manovra che impone agli italiani pesanti sacrifici in tema di pensioni, disoccupazione, ulteriore precarizzazione del lavoro, perdita di diritti, riduzione del potere di acquisto dei salari, ecc in nome della CRESCITA che molti ritengono senza limiti.
Forse sarebbe opportuno avere norme sulla sostenibilità ambientale e del senso del limite coscienti che una crescita infinita ci porterà al disastro ambientale.
Forse sarebbe necessario che l’Europa ragionasse sulla costruzione di un diverso modello sociale che sia compatibile con i limiti dell’ambiente e delle risorse.
Forse… queste semplici verità resteranno inascoltate a causa della voracità degli squali finanziari e delle multinazionali che hanno in ostaggio anche la nostra democrazia.
Solo se i cittadini prenderanno in mano il loro futuro, senza deleghe, contrastando anche a livello locale i progetti di devastazione ambientale (TAV, Metroland, Inceneritore, ecc) la lotta per evitare un disastro planetario potrà avere successo.
Un mondo più sicuro e più umano è possibile.
Ezio Casagranda
poi nel caso l UE ritenesse che il nostro comportamento è contro le direttive dovremo pagare tutti le ammende.