Fortglas: Con i lavoratori contro ogni discriminazione

Andiamo con ordine rispetto all’ordine del giorno della conferenza stampa di oggi.
Negli anni 2011 e 2012 la ditta FORTGLAS Sas di TRENTO ha richiesto l’intervento di C.I.G.O. (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria), ai sensi della legge n. 164/75, motivandolo con la “recente situazione aziendale di contrazione dell’attività produttiva dovuta a carenze di commesse di lavoro ”. In realtà, come denunciato da più dipendenti della ditta, tanto nell’anno 2011 quanto nel 2012, la direzione della FORTGLAS Sas di TRENTO, con l’avallo delle OO.SS. CISL e UIL e della RSU (in quanto sottoscrittrici dei vari verbali di consultazione sindacale), collocava proprio personale in C.I.G.O. (demandando all’INPS il relativo costo) ed obbligava altro personale ad effettuare ore di lavoro straordinario. A titolo esemplificativo, si riporta il caso che ha interessato tre operai della società in questione nel periodo febbraio – luglio 2011: operaio A.A.G. (ore 520 di C.I.G.O., operaio M.C.N. (ore 792 di C.I.G.O.), operaio S.N. (ore 277 di lavoro straordinario, peraltro liquidate in misura ridotta). Secondo il parere del personale ascoltato, i casi sarebbero molti di più di quello citato e coinvolgerebbero altri operai della ditta.
IN SINTESI, I SINDACATI DI BASE HANNO POTUTO ACCERTARE, SEPPUR CON ENORMI DIFFICOLTA’, CHE LA FORTGLAS SAS DI TRENTO HA CHIESTO L’INTERVENTO DI C.I.G.O. E CONTESTUALMENTE ORDINAVA PRESTAZIONI DI LAVORO STRAORDINARIO, COSI’ VIOLANDO LA RATIO DELLA LEGGE SULLA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI ORDINARIA A DANNO DELL’INPS E DEI LAVORATORI IN CASSA.
Nel mese di ottobre 2012, attraverso la stampa locale, si apprendeva che “Fortglas, l’azienda di Trento sud specializzata in vetrate isolanti e vetro temperato, è arrivata al capolinea. Crisi di mercato, riduzione dei margini, conti in rosso: la società chiude l’attività … Spunta però un progetto alternativo che non solo salverebbe struttura, know how e occupazione, ma realizzerebbe a Trento un polo d’eccellenza di livello nazionale nella trasformazione del vetro, con un fatturato di 30 milioni di euro. (…) Il progetto, in realtà, è in gestazione da diversi mesi e da una settimana è stato costituito il veicolo che dovrebbe realizzarlo: la Glas Vetro Alpin srl (…). La sede legale è per ora a Bolzano ma sarà spostata a Trento”. La ditta FORTGLAS Sas di TRENTO avvia, a quanto si apprende, una procedura ai sensi della legge n. 223/91, anziché il naturale iter previsto dall’articolo 2112 Codice Civile.
Cosa prevede questo percorso? Quando un’impresa cede la propria attività (azienda cedente) ad altra impresa (azienda cessionaria), le due società sono obbligate in solido – tra le altre cose – per il personale, che passa appunto dalla cedente alla cessionaria con tutti i diritti economici e normativi. Quindi i 35 dipendenti di FORTGLAS Sas di TRENTO sarebbero dovuti passare alla nuova società, la GLAS VETRO ALPIN Srl di BOLZANO.
Invece, con l’aiuto di CISL e UIL (più la RSU) il 6 novembre 2012 è stato sottoscritto un verbale d’intesa che avviava la C.I.G.S. (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria), offrendo la possibilità ad una parte del personale FORTGLAS Sas di TRENTO (cedente) di essere recuperata dalla nuova società, la GLAS VETRO ALPIN Srl di BOLZANO (cessionaria).
SBM HA DENUNCIATO CHE QUESTA OPERAZIONE, STUDIATA DA STEFAN GASSLITTER (CHE OGGI FA LA VITTIMA), CHE E’ STATA CONCEPITA AL SOLO SCOPO DI ELUDERE LE NORMATIVE EUROPEE IN MATERIA DI TRASFERIMENTO D’AZIENDA, RECEPITE IN ITALIA DALL’ARTICOLO 2112 DEL CODICE CIVILE, “SCARICANDO” PARTE DEI COSTI DEL LAVORO SULL’INPS, IMPIEGANDO IMPROPRIAMENTE GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI NON TANTO PER TUTELARE I LAVORATORI, QUANTO PER CONSENTIRE UN’OPERAZIONE FINANZIARIA DI NOTEVOLI DIMENSIONI. QUINDI 18 LAVORATORI SONO PASSATI CON CONTRATTO NOVATIVO ALLA CESSIONARIA E 17 LASCIATI IN CIGS ALLA CEDENTE!
In tutto questo contesto S.B.M. e SLAI/COBAS hanno avviato una campagna sindacale di denuncia e smascheramento di questi fatti, con presidi nel mese di ottobre 2012 davanti alla ditta ed il 5 novembre 2012 davanti all’INPS. Cosa è successo? I 17 lavoratori cassintegrati rimangono senza stipendio dal mese di ottobre 2012 (al momento mancano le paghe di ottobre 2012, novembre 2012, tredicesima 2012 e dicembre 2012) e non ricevono neanche l’anticipo della CIGS da parte di CONFIDI, perché sembra ci siano problemi (ovviamente negati da Stefan Gasslitter!). Forse la situazione si sbloccherà solo con l’ultimo protocollo firmato due giorni fa tra PAT, INPS e CONFIDI.
La cosa più vergognosa viene fuori una ventina di giorni fa quando si viene a sapere che Stefan Gasslitter, chiamando l’atto una liberalità, concede un acconto a tutti i lavoratori ex Fortglas e quelli cassintegrati (euro 620 cadauno), escludendo solo gli iscritti ai sindacati di base. UNA VERGOGNA ANTICOSTITUZIONALE, ANTISINDACALE E RAZZISTA, che ha scopi persecutori ed ha provocato la rabbia degli operai esclusi.
Da questo gesto vergognoso nasce la protesta con l’assedio simbolico della ditta di Trento sud, con fumogeni, petardi, coriandoli, striscioni, bandiere, fischietti e con due cassonetti posti davanti alla porta d’ingresso, sempre a simboleggiare l’assedio. NESSUNA VIOLENZA, NESSUN PETARDO TIRATO SULLE VETTURE DEI DIRIGENTI AZIENDALI, NESSUNO SLOGAN DI QUELLI DICHIARATI PER I QUALI STEFAN GASSLITTER VERRA’ DENUNCIATO PER DIFFAMAZIONE, INGIURIA, MA SOPRATTUTTO PER DICHIARAZIONI XENOFOBE E RAZZISTE (CD. LEGGE MANCINO).
Stefan GASSLITTER ha sempre chiamato la polizia ad ogni intervento, trasformando la vertenza sindacale in un problema di ordine pubblico. Ne sono testimoni le decine di poliziotti (soprattutto agenti DIGOS) e carabinieri intervenuti davanti ai cancelli… Per questo è stato chiesto un incontro al Prefetto ed al Questore.

C’è un’altra delicata questione che vale la pena di denunciare.

Solo nell’anno 2009 sono stati accertati almeno cinque infortuni gravi, con prognosi prolungate ed effetti invalidanti più o meno permanenti sui lavoratori infortunati. A titolo esemplificativo, si citano rispettivamente i casi dei signori CRISTIAN, operaio addetto alle macchine per la trasformazione del vetro, e AURELIAN, operaio addetto alle macchine per la trasformazione del vetro.
Il primo ha subito un infortunio con prognosi dal 22 giugno 2009 al 21 agosto 2009, consistito in un trauma da schiacciamento con ferita lacerocontusa del 3° dito della mano sinistra, con interessamento parziale del tendine estensore. A tutt’oggi, nonostante l’INAIL non abbia riscontrato una menomazione dell’integrità psico-fisica, il dito è ictu oculi deformato.
Il secondo ha subito un infortunio il 21 settembre 2009 e la sua prognosi è stata, seppur frazionata nel tempo, superiore a 9 mesi con tre interventi chirurgici. L’incidente è consistito in una grave ferita al 2° e 3° dito della mano sinistra, con successiva amputazione traumatica sub totale 2° dito mano sinistra ed escarectomia. In conseguenza di perdita di sostanza post traumatica, subiva un innesto autologo, a cui faceva seguito un lungo periodo di fisioterapia riabilitativa (su consiglio del reparto di chirurgia plastica ricostruttiva dell’Ospedale Santa Chiara di Trento). Proseguiva con nuovo ricovero all’ospedale Hesperia di Modena per intervento di revisione e cauterizzazione neuroma sul collaterale sensitivo ulnare 2° dito mano sinistra. A causa di dolori eseguiva nel 2011 esame elettromiografico da cui emergevano segni di lesione dei nervi digitali sensitivi 2° dito mano sinistra. A tutt’oggi continua la fisioterapia e le cure farmacologiche e, nonostante gli sia stata riconosciuta un’invalidità permanente da parte dell’INAIL, patisce “dolore profondo con occasionali accentuazioni, localizzato al 2° dito mano sinistra in corrispondenza della ferita chirurgica e della faccia laterale, palmare e laterale del dito con alterazioni trofiche … e vasomotorie …, rigidità articolare, ridotta sensibilità complessiva (termica, tattile, profonda, al dolore) … Irradiazione all’avambraccio fino al gomito”(tratto da referto medico rilasciato il 28 marzo 2012, Ospedale di Rovereto U.O. Anestesia e rianimazione, ambulatorio di terapia antalgica).
Sempre nell’anno 2009 almeno altri tre lavoratori, rispettivamente i signori ADEL (seppellito da vetro float del peso di 1.500 chilogrammi circa), PAULIN (taglio sopraciliare durante lavorazione vetro) e ANDRIY (in data 25 novembre 2009, rischio di morte per schiacciamento della testa in macchinari: estratto per tempo), hanno subito incidenti sul lavoro.
Dopo un breve periodo di tempo, in cui non si sono verificati gravi incidenti (ma gli infortuni sono proseguiti), nel marzo 2012 altri due sinistri rilevanti sono avvenuti nella ditta di cui trattasi.
Il primo riguarda il signor LORENZO che, da notizie raccolte fra i suoi colleghi di lavoro, ha subito un profondo taglio all’avambraccio e rilevante perdita di sangue. In merito a tale infortunio sembrerebbe che l’azienda abbia accompagnato il proprio dipendente infortunato con l’auto aziendale, senza avvertire il pronto intervento 118. Ciò non è un caso isolato, atteso che anche nel citato infortunio interessante il signor AURELIAN, quest’ultimo è stato trasportato davanti al cancello del pronto soccorso dell’ospedale S. Chiara di Trento con il veicolo della ditta, senza richiedere l’intervento del 118.
Il secondo infortunio, recentissimo perché accaduto il 27 marzo 2012, interessa ancora il signor CRISTIAN che ha subito una ferita penetrante all’emitorace destro, rischiando la perforazione del polmone, mentre trasportava un vetro all’interno della fabbrica. Anche in questo caso l’azienda pretendeva di trasferirlo in ospedale col proprio veicolo, ma l’operaio infortunato pretendeva la chiamata dell’ambulanza al pronto intervento 118 (arrivata dopo 20 minuti dal momento dell’evento). Ricoverato al reparto CHIRURGIA 1 OB dell’Ospedale Santa Chiara di Trento, ha subito un intervento di conservazione e sutura della ferita.
I tanti infortuni più o meno gravi sopradescritti, non possono classificarsi come casuali o dettati da sola fatalità, ma si può facilmente presumere che l’organizzazione del lavoro non sia predisposta in misura tale da garantire l’effettiva tutela dell’integrità psico-fisica del personale dipendente. Ad esempio, stabilire tempi ridottissimi per tagliare e scaricare vetro è un sistema organizzativo molto pericoloso che rischia di provocare continui incidenti. Com’è possibile – caso reale di pochi giorni fa –pretendere che un unico operaio esegua il taglio e lo scarico d’un vetro dello spessore di 4 mm., con superficie di 0,14 m² e peso di 1,43 Kg in un tempo di 9 secondi, tenendo conto che il cavalletto ove si posiziona il vetro lavorato è situato a circa 3 metri dal banco di taglio?
A questo punto della storia non può non percepirsi un diffuso stato di pericolosità in fabbrica a danno dei lavoratori, né può dirsi che l’azienda si sia peritata di apportare rilevanti modifiche all’organizzazione del lavoro per evitare i continui infortuni. E lo stato di sicurezza dei macchinari con ALPIN GLAS VETRO SRL, con Stefano Gasslitter, tale e quale. Insicurezza continua e pericolo di incidente ogni momento…
Questo sarebbe l’imprenditore che sbarca in Trentino per la costituzione di un polo vetro e per investire milioni di euro e 100 assunzioni. Questo sarebbe l’imprenditore che vaneggia su relazioni fra cuore e testa di trentini ed altoatesini, che chiama gli operai iscritti al sindacato di base “tutti stranieri”, che invoca la Provincia altrimenti va via dal Trentino…
Finora, anche se lui dice di non c’entrare nulla con FORTGLAS ma solo con GLAS VETRO, è lui che dal 2011 impera sulla ditta di Trento sud (il nome conta poco) ed è lui che ha condizionato tutta la situazione, licenziando (e non assumendo), usando soldi pubblici (INPS) e piangendo inventate situazioni di disordine pubblico. Perché delle due l’una: o le forze di polizia sono incompetenti oppure lui si è inventato tutto… Per noi le forze di polizia intervenute hano preso bene atto di ciò che è successo! Le parodie dei potenti esistono da sempre, le contestazioni sindacali – più o meno rumeorse – anche, gli slogan e le frasi ad effetto pure. E Stefan Gasslitter vuole, con i suoi metodi da feudatario medievale, affamare sei famiglie per il piacere della vendetta contro un sindacato che lo ha denunciato per tutto quanto raccontato in questo lungo comunicato stampa…
E non è finita qui! La storia dei vetri impiegati nell’ex area Michelin la racconteremo un’altra volta. Intanto la spieghiamo alla magistratura!!!

SBM Trento

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