Glas Mueller: una chiusura frutto dell’arroganza padronale

Ora è ufficiale quello che si temeva da tempo.
L’arroganza della signora Christine non ha permesso il subentro ed il proseguo dell’attività produttiva dell’azienda. Così questa vicenda è arrivata al suo epilogo più negativo. La proprietà chiude impedendo che altri possono proseguire l’attività.
Come era stato facile prevedere la labile speranza di un subentro in Glas Mueller – vedi proposta dell’imprenditore Andreas Gruber – è stata spazzata via dall’arroganza e dalle pretese personalistiche dell’attuale proprietà che, già in passato, aveva mandato all’aria proposte di altri potenziali acquirenti.
Questa operazione è stata possibile solo grazie al lavoro di supporto e di subordinazione svolto da Cgil e Uil verso la proprietà che, da subito, hanno giocato la carta della rassegnazione anziché quello di aprire uno scontro con la proprietà per favorire un subentro e quindi la prosecuzione dell’attività produttiva, dell’occupazione e del marchio.
Alla luce di questo appaiono veramente vergognose le dichiarazione del sindacalista Parrichini, riportate dal Vostro giornale, il quale anziché rivendicare la continuità produttiva ed occupazionale sostiene che “questi lavoratori sono bravi e quindi non avranno difficoltà a ricollocarsi.” mandando a dire ai lavoratori che devono arrangiarsi per trovarsi un’occupazione e spaccia per una conquista un diritto previsto dalla legge riguardante i 24 mesi di Naspi.
Una dichiarazione che sia aggiunge a quella di qualche settimana fa quando, questo pseudo sindacalista, voleva scaricare sulla lotta per la dignità dei lavoratori iscritti ad USB la causa della mancanza di imprenditori interessati al rilevamento dell’azienda.
Mi chiedo e chiedo ai lavoratori a chi serve un simile sindacato se non ad essere braccio operativo delle scelte aziendali?
Infatti in questi mesi si sono ben guadati dal chiamare i lavoratori alla mobilitazione per coinvolgere il Sindaco di Bolzano e la stessa Provincia nella persona del suo Presidente Kompatcher per verificare percorsi finalizzati a facilitare il subentro dell’attività produttiva e quindi garantire salrio, diritti e occupazione ai 30 lavoratori della Glas Mueller.
Ma non contento Perrachini definisce la decisione di chiudere l’azienda da parte di Christine Mueller una “scelta di libero arbitrio” dimostrando di non conoscere nemmeno la Costituzione italiana che all’articolo 41 parla della responsabilità sociale dell’azienda verso i lavoratori e verso il territorio che la ospita.
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. “
Articolo dimenticato dai sindacati complici che in assemblea hanno detto ai lavoratori che la signora Christine era la proprietaria e che poteva fare quello che voleva della sua azienda.
Quello che è successo in questi ultimi 12 mesi testimonia che piegare la testa non porta da nessuna parte ma solo nelle liste di disoccupazione.
P USB Lavoro Privato
Ezio Casagranda

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