Gli avvoltoi hanno fame
Le associazioni dei consumatori del Coordinamento Ligure Consumatori e Utenti (Acu, Adiconsum, Adoc, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Lega consumatori, Movimento difesa del cittadino) hanno deciso di chiedere il rimborso dei danni provocati dallo sciopero dei lavoratori Amt. “L’agitazione che ha impedito la mobilità a centinaia di migliaia di genovesi e prodotto moltissimi disagi (ammonizioni sul lavoro, ore di attività e di scuola perdute, rinunce a visite ed esami ospedalieri da tempo prenotati) e un accordo firmato senza nemmeno convocare (come la legge regionale 6/2012 prevederebbe) l’utenza dimostra come sia necessario crearlo a difesa degli interessi dei cittadini” scrivono le associazioni dei consumatori. Tutti gli abbonati del trasporto pubblico Amt, ma anche coloro che con autocertificazione di necessità di viaggio e ricevuta del taxi, possono scaricare i moduli presenti sui siti delle associazioni aderenti e consegnarli entro il 5 dicembre per chiedere il risarcimento. Furio Truzzi, presidente di Assoutenti fa sapere che: “Ci rivolgiamo direttamente ad Amt, che in virtù dello sciopero ha risanato i conti per 250.000 euro. Se l’azienda non soddisferà la nostre richieste, ci presenteremo davanti al giudice di pace”.
Le richieste dei consumatori genovesi aprono così il quarto fronte contro i lavoratori della Amt che hanno scioperato contro la privatizzazione dell’azienda. In campo già ci sono la Prefettura, l’Autorità fi Garanzia sugli scioperi, la magistratura che intendono procedere con sanzioni e denunce penali contro gli scioperanti. Vedere le associazioni dei consumatori aggiungersi alle ritorsioni contro i lavoratori – seppur su un versante diverso – appare indecente ma niente affatto sorprendente. Questo infatti è il risultato della logica – fatta propria acriticamente da molti ambiti anche del mondo progressista – dell’aver sostituito i cittadini con i consumatori, quindi si hanno dei diritti in quanto consumatori e non in quanto cittadini. La logica e perfida e perdente. Nel sistema capitalista i consumatori – per loro natura e interessi – avanzano aspettative di tariffe e prezzi più bassi, qualità dei prodotti e garanzia di servizi. Il modo nel quale le imprese assicurano questi interessi non gli interessa né li riguarda. E’ noto che l’interesse delle imprese sia quello del massimo profitto anche in condizioni di massimo ribasso dell’offerta, un risultato questo che viene ottenuto nel 90% dei casi spremendo il lavoro… e i lavoratori.
La logica delle associazioni dei consumatori genovesi non è stata quella di valutare gli effetti che avrà la privatizzazione dell’azienda Amt (che come verificato in tutte le altre situazioni sarà un aumento delle tariffe, un aumento delle prestazioni dei lavoratori e una diminuzione degli organici e il conseguente peggioramento dei servizio). E’ stata invece quella di denunciare i disagi provocati dallo sciopero sul servizio dei trasporti della città mettendo così sullo stesso piano lo sciopero con i disservizi dovuti a eventuali disorganizzazioni o mancanze aziendali. Le associazioni – qualcuno dirà – non chiedono il risarcimento dei danni ai lavoratori ma alla azienda chiedendo di conferire i rimborsi con i soldi risparmiati dalle buste paga dei lavoratori che hanno scioperato. Ma l’azienda – come abbiamo visto – intende rifarsi proprio sui lavoratori attraverso le sanzioni richieste dalla Prefettura. Che l’arroganza del Comune e dell’azienda possano sentirsi legittimati e sostenuti anche dalle richieste dei consumatori non è un bel gesto, neanche un bel segnale. La logica consumerista, pur protagonista di battaglie e denunce importanti, mostra la corda su un aspetto decisivo.
Fonte contropiano.org
E’ vergognoso che si usino i consumatori contro la giusta lotta dei lavoratori dell’AMT di Genova. A queste associazioni voglio ricordare che i lavoratori hanno lottato non solo per i propri diritti, giusti e sacrosanti, ma anche per garantire un servizio pubblico sicuro ed efficiente e per evitare che un sistema privatistico scarichi sugli utenti i costi del risanamento e del profitto. E’ pericolo segnale di una cultura che ormai ha cancellato il lavoro come valore sociale.
Sono basito dalla scelta delle associazioni dei consumatori di Genova. La regressione sociale sembra senza fine. Solidarietà ai lavoratori amt.
“con-dividere” dovrebbe essere la parola d’ordine. Ed invece è la logica rovesciata: dividere con … ogni mezzo ed ognuno con le sue ragioni distinte e tutti mossi dall’interesse unico del ricavo pecuniario. La storia andrebbe raccontata, trasmessa proprio in occasioni come queste. Dove la memoria non trova riferimenti perché a parlare è il frastuono della solitudine.Tiziano