Gli studenti portano in piazza lo sciopero
Grande partecipazione allo sciopero europeo contro l’austerità imposta dalle politiche della BCE e della troika e anche a Trento come nelle centinaia di città italiane ed europee studenti, lavoratori e semplici cittadini sono scesi ij piazza per dire che questa crisi non la vogliono pagare.
Forte la denuncia contro questo sistema capitalista che in tutto il mondo genera sfruttamento e miseria da Pomigliano all Serbia dove in Fiat si lavora 10/12 ore al giorno per 350 euro mensili, alla Grecia dove i tagli del Governo ha portato un paese allo stremo dove a migliaia di bambini non hanno accesso alle medicine.
Dalla Spagna al Portogallo dove i tassi di disoccupazione raggiungono livelli altissimi e le banche (foraggiate dai contributi europei ed italiani) sfrattano migliaia di cittadini perchè con questa crisi non riescono a pagare il mutuo o l’affitto di casa.
Le politiche liberiste ormai sono fatte proprie in tutto il mondo, dalla Cina agli Usa passando per l’Europa e che sono diventate il verbo dei nuovi rappresentanti del capitalismo italiano da Renzi ad Alfano.
Fondo monetario, BCE, banchieri mercanti e industriali che hanno esportato migliaia di miliardi nei paradisi fiscali di tutto il mondo stanno affamando intere nazioni, cancellando diritti, democrazia e la stessa sovranità nazionale e i ministri che ne gestiscono gli interessi vorrebbero impartirci anche lezioni di vita, insultando chi non ha lavoro o è costretto a lavorare in condizioni da terzo mondo definendoli prima fannulloni poi bamboccioni ed infine la ministra piangente gli ha definiti schizzinosi.
Contro queste politiche centinaia di studenti questa mattina hanno dato vita, anche a Trento, ad un corteo che ha attraversato la città fermandosi davanti ai templi della precarietà (denunciando il lavoro domenicale e mancate concessioni del tempo parziale per i neo genitori) davanti all’università dove si è denunciata la privatizzazione dell’università e il peso sempre più asfissiante che le imprese hanno all’interno dell’ateneo trentino, le banche che sono le principali responsabili della crisi è che oggi praticano tassi da vera usura e finanziano i devastanti progetti del Tav per concludersi davanti alla provincia dove forte si è levata la critica a Dellai per le sue politiche di tagli allo stato sociale, per le sue politiche a favore della speculazione e della rendita edilizia per l’assenza di scelte capaci di contrastare la precarietà e per una gestione dell’autonomia centralistica e poco trasparente.
Un corteo pacifico che ha visto la presenta del coordinamento NO TAV, dei Cobas e di vari movimenti di lotta presenti sul territorio, ha portato per le vie della città, dialogando con i cittadini, i motivi della protesta e dello sciopero denunciando i tagli alla scuola pubblica, il finanziamento alla scuola provata, il taglio dei diritti del lavoro e le politiche di austerità che stanno portando l’intero paese alla miseria sociale ed alla regressione culturale.
La giornata di mobilitazione europea ha visto anche la mobilitazione della Cgil trentina la quale ha voluto optare per un presidio sotto la sede del Commissariato del governo.
Una scelta che appare a molti di noi veramente incomprensibile.
Purtroppo in molte città italiane il potere ha risposto con la repressione e una violenza inaudita come a Brescia, a Padova o a Roma dove le forze dell’ordine hanno trascinato un manifestante che un celerino lo ha colpito diverse volte con violenza sul volto e sul capo. Una violenza immotivata che è frutto della scelta di un governo che vuole criminalizzare ogni forma di dissenso, dalla Valsusa agli studenti, dal Sulcis ai lavoratori dell’Ikea per Monti ed i nuovi Marchionne. Ogni dissenso deve essere represso. Se non bastano i ricatti occupazionali come all’Ilva di Taranto, ci deve pensare la polizia.
Anche questo è parte dell’austerità che la troika vuole imporre all’Europa.
Ezio Casagranda