Grecia, in gioco dignita’ e sovranita’ popolare

Alexis-TsiprasDomani la Grecia è chiamata al voto. Esprimo subito piena ed incondizionata solidarietà al popolo greco e a Syriza chiamati a questa difficile lotta contro il gigante della troika.
Spero che il no (OXI) prevalga sui si nonostante ricatti, pressioni e disinformazione da parte dei poteri forti e delle tv private.
In questi giorni ho potuto constatare che l’informazione italiana si è ben guardata di informare gli italiani sulle posizioni in gioco cancellando le posizioni espresse dal presidente Tsipras facendosi sostenitrice dei ricatti della troika che vengono veduti al telespettatore come una verità.
Nessuna critica al fatto che la BCE, in violazione delle norme europee, ha arbitrariamente bloccato i flussi monetari alla banche greche, che nei fatti non c’è mai stato un negoziato ma una guerra senza compromessi dove la troika chiedeva la resa totale del nemico. Una resa totale perché “colpirne uno per educarne cento” e ancora in voga a prescindere dal mandato popolare di Tsipras.
Nessuna critica al fatto che la finanza ha sostituito il voto popolare o che la democrazia è stata cancellata e sostituita dal profitto delle banche e della finanza speculativa che nella troika ha i suoi sicari.
Nessun commento (ma solo passiva accettazione) al fatto che questa Europa è allergica ad a ogni esercizio di sovranità popolare che danneggi le proprie politiche neoliberiste.
Di conseguenza, per la UE e, in particolare, per la Germania, la semplice decisione di indire il referendum ha comportato la fine dei negoziati.
Per i nostri telegiornali il fatto che la troika possa tranquillamente entrare a gamba tesa nel voto dei greci minacciando di imporre una politica di devastazione sociale senza precedenti.
Naturalmente per questi giornalai mainstream è naturale che il voto avvenga sotto ricatto e che la sola pretesa di un giovane presidente di sostenere che prima dei profitti viene il diritto dei cittadini ad una vita ed un lavoro dignitoso, ad uno stato sociale pubblico ed efficiente, di tassare le grandi ricchezze e non le pensioni sia populismo e quindi da allontanare dai pensieri dei telespettatori.
Hanno ragione quanti sostenono che quello fra UE e Grecia è ormai una guerra dove il debito è stato utilizzato per ricattare in modo esplicito e cinico, un’intera società cancellando democrazia, sovranità e dignità di un popolo intero.
Fallaci appaiono le promesse della Merkel per un alleggerimento del debito in caso di vittoria del sì. Infatti se vince il sì la Grecia si avvierebbe verso un nuovo e più pesante pacchetto di austerità con il risultato ulteriori di tagli allo stato sociale e nuova recessione e quindi un’ulteriore impennata del debito.
Per questo l’unica modo per mettere in discussione le politiche di austerità e di devastazione sociale messa in campo dall’Europa è che nel referendum di domani prevalgano i no (OXI)
In tutta questa vicenda il presidente Renzi ha dimostrato che la politica italiana è sempre quella servile nei confronti dei potenti di turno tipica dei precedenti governi. Infatti – lui che non è stato eletto – nel mentre irride il referendum greco non si accorge di offendere ogni sincero democratico e mentre lustra le scarpe alla Merkle cerca di farci dimenticare che il nostro debito pubblico è in continua crescita, quasi esponenziale, e che rappresenta il 135% del PIL (prodotto interno lordo) e quindi abbiamo buone chance di essere prossimi a salire sulla graticola.
Per porre fine a tutto questo e per rilanciare la speranze di cambiare questo modello sociale, per poter porre fine alle politiche lacrime e sangue per foraggiare, banche, speculatori e politici corrotti è necessario che in Grecia vinca OXI.

Ezio Casagranda

 

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