I docenti rispondono al direttore de L’Adige
La prossima settimana in Consiglio provinciale la discussione sul recepimento della riforma nazionale della «Buona scuola», approvata dal governo Renzi. Una legge che si pone l’obiettivo di piegare la scuola alle scelte dell’impresa e la sua conseguente privatizzazione. Nel nostro “autonomo” Trentino, la provincia in accordo con i sindacati confederali, hanno introdotto alcuni meccanismi, invasivi dell’autonomia del docente, di comando politico del governo provinciale sulla scuola. Visto che sono stati presentati circa 13mila emendamenti si presume sarà battaglia politica, una battaglia che in molti casi si fa carico delle proteste dei docenti troppo spesso trascurati dalla stampa locale. Nei giorni scorsi il direttore del giornale L’Adige ha scritto un suo editoriale a sostegno della “buona scuola e della chiamata diretta dei docenti. Una prima risposta è arrivata da un’insegnante (pubblicata su questo blog) ed ora oltre 220 insegnanti hanno scritto una risposta alle tesi del signor Giovanetti che pubblicata come lettera al giornale ha tralasciato d’informare i lettori che quel documento è stato sotto firmato da oltre 211 docenti delle varie scuole trentine, che le firme sono state raccolte in poco tempo e tutt’ora stanno arrivando altre adesione. Vedi documento dei docenti Noi a differenza del direttore de L’adige continuiamo a ritenere che tutti i docenti e tutte le discipline abbiano il medesimo valore rispetto alla funzione che la Costituzione Repubblicana assegna all’insegnamento e al suo indispensabile contributo per sviluppo del pensiero critico e per la formazione umana e civile degli studenti e che, quindi, tutti i docenti contribuiscano in pari misura al «pieno sviluppo della persona» nell’ambito di un lavoro coordinato e collegiale, senza direttive politiche di regime o input aziendali. Contro la “buona scuola” siamo in piazza domani 5 giugno a Trento in via Diaz (ore 10,00) per informare i cittadini sulla reale portata della riforma Renzi. P USB Trentino Ezio Casagranda