I fondi pensioni sono davvero convenienti per i lavoratori ?

In questo periodo assistiamo a diverse assemblee convocate dai confederali dove sono invitati funzionari di Laborfonds o fondi nazionali di categoria per illustrare le “convenienze” per i lavoratori di aderire al fondo pensionistico complementare.
Come USB Lavoro Privato siamo dell’idea che questi fondi servono più ai sindacalisti (posti nei consigli di amministrazione) che ai lavoratori i quali si vedono, come per gli autoferrotranvieri, si vedono iscritti d’ufficio ad un fondo pensione.
Per questo abbiamo deciso di avviare una campagna informativa sui pericoli che stanno dietro l’affidare parte della propria pensione ai fondi previdenziali chiusi e aperti che siano.
Un volantino informativo che si può scaricare dal sito per appenderlo nelle bacheche sindacali o nei punti informativi sul posto di lavoro.
Infatti riteniamo importante che il lavoratore venga messo a conoscenza di alcune questioni che i promotori dei fondi si guardano bene dall’affrontare nelle assemblee informative.
Mi riferisco al fondo pensione CASELLA su cui invitiamo i lavoratori a fare qualche riflessione e cercare qualche risposta al fatto che questo fondo ha tagliato del 50% i rendimenti delle pensioni integrative erogate, i suoi gestori risultato in plateale conflitto di interessi e la Covip (organi di vigilanza) guardava dall’altra parte mentre veniva dilapidato il patrimonio previdenziale dei lavoratori polligrafici.
Purtroppo se si affida la pensione al mercato (fondi), il rischio di perdere tutto o parte della pensione è duplice in quanto dipende dal 1) mercato e 2) dall’onestà dei gestori.
Inoltre si invitano i lavoratori a riflettere su alcune contraddizioni fra le dichiarazioni interessate e le scelte reali come quella di rendere obbligatoria l’adesione al fondo, la non reversibilità della scelta, l’impossibilità di versare pari quota all’Inps per una pensione pubblica più alta, il diverso trattamento fiscale fra fondi e Inps, l’obbligo per i giovani di versare l’intero TFR oltre a penalizzare quei lavoratori che non vogliono legare la pensione alla volatilità della finanza.
Una penalizzazione che discrimina e che deve essere sanata. Per questo come USB nelle vertenze aziendali poniamo il tema del superamento di questa discrimine chiedendo che pari importo sia messo in busta paga per quei lavoratori che non aderiscono ai vari fondi.
Infine, forse sarà una coincidenza, ma l’introduzione dei fondi è andata a pari passo con il peggioramento della pensione pubblica e l’innalzamento dell’età pensionabile arrivando fino al punto che i confederali non si sono nemmeno opposti alla riforma Fornero che ha massacrato il sistema pensionistico italiano rendendolo il peggiore d’Europa.
Per questo USB continuerà a battersi per una pensione pubblica, dignitosa ritenendo che la pensione è un diritto che va garantito e non lasciato alle bizze del mercato finanziario speculativo.

Ezio Casagranda
USB Trentino

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