Il braccialetto elettronico è figlio del jobs act
In questi giorni ha tenuto banco sui giornali, purtroppo solo per pochi giorni, la notizia che il colosso delle consegne a domicilio vuole dotare i propri dipendenti di un braccialetto elettronico per aumentare la produttività a detta della Direzione Amazon, per aumentare lo sfruttamento diciamo noi.
Amazon è la dimostrazione che in assenza di conflitto sociale lo forme di sfruttamento non conoscono confini ma nello stesso tempo va detto che, se oggi Amazon può fare indossare ai suoi dipendenti un braccialetto elettronico, lo può fare perché è il jobs act che glielo permette.
Infatti con il jobs act è stato abrogato l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori che vietava ogni forma di controllo a distanza del lavoratore. Ora basta che il padrone lo comunichi al lavoratore che ogni forma di controllo è permessa.
Contro la scelta di Amazon ho letto sui giornali l’indignazione dei sindacati complici come Cgil, Cisl e Uil i quali parlano di lavoro dignitoso dimenticandosi che quando il governo Renzi approvava le norme del Jobs act questi signori si sono girati dall’altra parte per non scioperare.
E in questa pace sociale garantita dai sindacati confederali (scambiata con tanti posti nei consigli di amministrazione dei vari fondi complementari) che il governo può procedere nella distruzione del lavoro stabile, facilitare il dilagare della precarietà e attaccare il diritto di sciopero.
Il dato che oltre 80% delle assunzioni siano precarie, che attraverso l’alternanza scuola lavoro avanzi il lavoro gratuito, gli stage e forme di sfruttamento che si pensavano superate è il frutto dalla progressiva cancellazione dei diritti dei lavoratori che ci viene imposta dall’Europa e fatta propria dai vari governi che si sono succeduti in questi ultimi 20 anni.
Per questo ritengo inaccettabile il comportamento di Cgil,Cisl e Uil che fanno finta di indignarsi ma poi accettano la produttività e la competitività come dati immutabili del mercato ignorando che il braccialetto di Amazon è solo il simbolo di uno schiavismo che dilaga in una società succube del profitto e alla oppressione sociale .
Purtroppo anche a causa di una stampa ormai quasi totalmente asservita al potere economico finanziario che governa l’Europa, lo scandalo Amazon, come gli omicidi sul lavoro, è scomparso subito dalle prima pagine come è scomparsa ogni critica al fatto che l’innovazione tecnologica se lasciata al mercato non riduce fatica e sfruttamento dei lavoratori, non libera tempo ma, al contrario, rinnova ed inasprisce le forme di sfruttamento sul lavoro e nella società.
Per questo è necessario riprendere le lotte per riportare il lavoro e la sua dignità al centro della prossima campagna elettarale spiegando ai cittadini che mentre questi signori litigano su questioni futili il governo ha firmato l’applicazione del fiscal compact e questo sarà per i diritti sociali quello che per il lavoro è stato il jobs act.
Evitiamo di ripetere lo stesso errore sottovalutando la portata devastante di queste norme come è stato fatto per le modifiche allo Statuto dei lavoratori e quindi evitiamo di farci incantare dalle nuove e vecchie sirene che fino al 4 marzo non si risparmieranno per strapparci il voto per poi farci ingoiare la svendita al profitto dei beni comuni e dei diritti sociali come sanità, diritti allo studio, trasporti e pensioni.
Ezio Casagranda
Condivido in toto questa chiara e acuta analisi socio-politica di Ezio Casagranda.
Alla completezza della quale non ho altro da aggiungere.