Il caldo fa effetto ai “sindacalisti”. Ecco come difendersi.
CICLONE FIM TRENTINO, LA PRIMA ONDATA DI CALDO FA EFFETTO AI” SINDACALISTI”. ECCO COME DIFENDERSI.
Saranno le continue ondate di caldo che soffocano il Paese e che fanno bollire vivi i lavoratori a far ribollire le idee ad alcuni sindacalisti.
E’ di oggi l’articolo uscito nella sezione lettere dell’Adige a firma di Paolo Cagol con il quale il sindacalista degenera in filosofie più simili a quelle padronali che operaie. Il caro Paolo ha un’idea tutta sua di innovazione sindacale giustificata, a sua detta, dall’inserimento di robot e automi che costringe a rivedere il sistema sindacale nazionale. Bene diciamo Noi, finalmente si ritorna alla lotta di classe tanto attesa e al consolidamento di salari, alla diminuzione dei carichi di lavoro e dei tempi di vita dedicati allo stesso, insomma lavorare tutti lavorare meno a pari reddito… Invece no, il segretario FIM se ne esce con un comunicato con il quale dichiara di fregarsene altamente se i lavoratori sono ormai diventati carne da macello, merce al ribasso , l’importante da oggi è che il lavoratore esca dall’unità di classe (cosa che grazie ai confederali già sta succedendo da tempo) e si reinventi quale imprenditore di se stesso e il sindacato deve fare da sponda a tutto ciò promuovendo la promozione individuale e non la protezione collettiva.
Cagol denigra l’articolo 18 sostituendolo con formazione, come se l’operaio medio italiano fosse ancora un primitivo incapace nel comandare e dirigere la macchina – gli si fa presente che è compito dell’impresa formare l’operaio e non di sicuro dell’operaio stesso dato che in un sistema industriale odierno non è proprietario di nulla ad esclusione della propria forza lavoro –
Non solo, non contento il sedicente sbrodola qualcosa di incomprensibile associando la disuguaglianza di reddito alla mancanza di capitali sociali ed educativi dovuti alla cassa integrazione. E questo che vuol dire???????????????
E’ corretto pensare che gli ammortizzatori sociali hanno avuto un riscontro sulla collettività, ma di sicuro non è l’impoverimento del lavoratore il dato più allarmante ma ben sì l’eutanasia dei possibili scenari di lotta e la soppressione delle stesse; fa comodo allo Stato evitare periodi di lotta, vista l’esperienza e il risultato positivo ottenute da unità e resistenza.
Quando Cagol parla delle false manifestazioni confederali nazionali da parte di alcuni sindacalisti ha pienamente ragione però quando lamenta che quasi nessuno ha protestato per le fallimentari politiche sociali del Jobs Act noi gli ricordiamo che nelle assemblee di fabbriche solo USB ha fatto un areale opposizione al sistema rilanciando presidi e contestazioni, mentre in questo caso la FIM proteggeva a spada tratta deridendo i compagni di USB che denunciavano quello che sarebbe diventato di certo un fallimento e che avrebbe annientato l’articolo 18.
In merito alla questione delle contrattazioni, Cagol ha un’idea tutta sua, dopo aver voluto e desiderato un contratto metalmeccanico purgativo che vede il taglio di reddito per favorire la trasformazione dell’obbligo di formazione da parte delle aziende in formazione individuale del lavoratore, l’ impinguamento di enti e fondi privati – vere mangiatoie per padroni e sindacati – e non meno importante l’eliminazione del diritto ad avere un salario certo trasformato in welfare da ottenere con la contrattazione aziendale, ora vorrebbe pure una contrattazione territoriale. BASTANO I DANNI ARRECATI AGLI OPERAI CON LA CONTRATTAZIONE NAZIONALE, evitiamo di punirli ulteriormente a livello territoriale, avete già occasione per farlo con la contrattazione aziendale rispondiamo Noi.
Non è finita qui, i deliri sono tanti, il contratto nazionale unico, la nascita del sindacato unico (già esistente in epoca fascista), ad un certo punto apprezza la decontribuzione sui premi ma allo stesso tempo si oppone al mancato pagamento delle tasse. Infine però con rassegnazione lancia un monito che riassunto fa un po’ così, caro PD se devi tagliare le tasse (ai padroni perchè ai lavoratori l’unica cosa che il governo taglia sono diritti e reddito) fallo (in barba alla romanzina precedente con la quale giustifica il pagamento delle stesse) ma poi cerca con quei pochi soldi di garantirci la qualità dell’investimento. FOLLIE!
Questo pensiero non è solamente proprio di Cagol ma della gran parte dei funzionari sindacali confederali. Se le profezie estive sono queste, dettate dai caldi, prepariamoci ad un’estate infernale e ad un autunno di lotte. Solo un sindacato forte e coinvolgente può opporsi a queste teorie fallimentari. Io credo che USB potrà e sarà in grado di difendere diritti e diffondere il sentimento di lotta ormai appiattito da anni in questo paese.
p.USB Lavoro Privato – Federico Menegazzi
Federico, hai dimenticato il signor Ianeselli che fa occorrenza al signor Cagol per compiacere al direttore del giornale L’Adige e quindi mostrarsi anche lui accondiscendente al sistema di potere trentino.