Il precarizza Italia
Ecco il pacco precarizza Italia.
Così potrebbe essere chiamato la nuova riforma del mercato del lavoro targata Fornero.
Meno tutele e ammortizzatori sociali per i lavoratori e viene abolito il diritto al reintegro in caso di licenziamento. Ecco il “pacco” sociale che permette ai padroni di scaricare i costi della crisi e della loro inefficienza sui lavoratori. Marchionne docet.
I cantori di questo accordo dimenticano che la Wolkswagen aumenta produzione, profitti e salari proprio perché ha intrapreso una strada alternativa a quella della Fiat.
Nella conferenza stampa di presentazione della proposta d riforma è emersa tutta l’arroganza di un Monti e di una Fornero (ministro del pianto facile) che dall’alto della loro protervia si permettono di travisare la realtà dei fatti e prendere per i fondelli, giovani, anziani, lavoratori e pensionati.
Formero ha sostenuto che la proposta del governo è finalizzata a creare “…più occupazione in primo luogo di giovani e donne, meno disoccupazione strutturale e miglioramento della qualità dell’occupazione”.
Una storiella già sentita in occasione della riforma delle pensioni dove piangendo ci ha spiegato che portare la pensione a 67 anni favoriva il lavoro giovanile. Ogni cittadino normale sa che è il contrario ma per la stampa di regime queste contraddizioni sono quisquilie.
Un ritornello che ci sentiamo ripetere ad ogni riforma ma che ora, e non è casuale, fa coppia con gli interventi a gamba tesa di Napolitano che invitavano i lavoratori “..a dare solidamente il loro contributo (naturalmente) nell’interesse generale del paese.”
Mi meraviglia che da parte delle grandi firme del giornalismo italiano si continui a dare per oro colato qualsiasi affermazione di questi rappresentanti della BCE, momentaneamente al governo della repubblica, evitando di confrontarle con la realtà.
Sono anni che veniamo bombardati che la flessibilità serve per dare lavoro ai giovani ma nessuno vuole verificarne i risultati. Infatti in 15 anni di flessibilità esasperata (46 forme di assunzione flessibili) la disoccupazione giovanile è più che raddoppiata (dal 12% al 30%) e i lavori che vengono offerti ai giovani più che flessibili sono precari.
Un fallimento su tutti i fronti, compreso quello salariale. In questo periodo le retribuzioni hanno subito un salasso senza precedenti perdendo oltre 10 punti in percentuale di potere di acquisto alla faccia di quanti sostenevano che in cambio della flessibilità il giovane avrebbe goduto di una retribuzione più alta??
Questa truffa semantica è stata utilizzata per la prima volta nel lontano 1984 quando il pluri condannato Craxi abolì 4 punti ci contingenza. Nella campagna referendaria Csil, Uil, Governo e partiti vari sostenevano che la rinuncia ai 4 punti significava dare un lavoro ai propri figli??
Sono passati oltre 25 anni ed il risultato è sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere): disoccupazione ai massimi storici, salari in picchiata, nuove povertà, frenata dei consumi, privatizzazioni dello stato sociale, riduzione dei diritti e attacco ai beni comuni.
Anche la retorica usata per cancellare l’articolo 18 deve essere smascherata come una truffa ai danni dei lavoratori e dei disoccupati. Una maggiore libertà di licenziamento non crea occupazione ne strutturale ne di migliore qualità, crea solo nuove precarietà in quanto espone i lavoratore a nuove forme di ricatto.
Per questo ritengo importante la decisione della Cgil di non sottoscrivere questa riforma ma di chiamare alla lotta i lavoratori ed i cittadini per cambiare non solo la riforma ma per chiedere un cambio radicale del modello sociale ed un cambiamento di governo.
Questo parlamenti ed in particolare i tre partiti di maggioranza, ormai sempre più imbrigliati nella rete della corruzione ed incapaci di fare qualche opposizione ai diktat della BCE non hanno più la rappresentanza politica e morale del paese reale e quindi non possono decidere sulla pelle di milioni di cittadini. Servono nuove elezioni per dare la parola ai cittadini di scegliere chi deve pagare il conto della crisi e chi sarà chiamato a rappresentarli in parlamento.
Ezio Casagranda
Io ancora non ho capito una cosa, attualmente abbiamo un governo fatto di tecnici mi sembra oppure ” GOVERNO TECNICO ” significa DITTATORIALE ??
Sentire il capo del governo dire” Questa è la legge e non si cambia” mi da il senso che la democrazia si sia fatta friggere o NO. E sono pienamente daccordo con te Ezio che bisogna iniziare una campagna di protesta immediata e su tutti i fronti se si vuole riuscire ha ottenere il minor danno possibile. Sperando che la CGIL non torni sui suoi passi ma anzi che riesca a coinvolgere più gente possibile nella lotta ha questo abbuso.