La “dittatura” della minoranza
Purtroppo la direzione Cavit, nascondendosi dietro il ritiro della firma da parte di due delegati della Filcams Cgil, ha negato l’assemblea dei lavoratori convocata per oggi 11 giugno impedendo così al sindacato USB (Unione Sindacale di Base) di svolgere la propria assemblea per confrontarsi con i lavoratori della Cavit su questioni importanti come l’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 e sul tema della previdenza e delle pensioni.
Un atto grave che oltre a commentarsi da solo la dice lunga su come azienda e Filcams intendano la democrazia sindacale.
Come USB siamo abituati a trovare l’opposizione, non tanto della direzioni aziendali, ma da parte delle associazioni imprenditoriali e sindacali ( leggi Confindustria e Cgilo Cisl e Uil) che hanno una fottuta paura che qualcuno possa informare i lavoratori che è possibile fare sindacato a fianco e non contro i lavoratori e le lavoratrici.
I primi, Confindustria teme che prenda piede un sindacato che si rifiuta di esse complice passivo delle scelte imprenditoriali o che spieghi che il problema delle aziende non si chiama costo del lavoro ma costo del credito, dell’energia, mancata innovazione di prodotto e di processo, calo dei consumi interni. In sostanza non vogliono avere fra i piedi sindacati che pretendono di rappresentare il punto di vista dei lavoratori, dei disoccupati e di quanti non accettano le politiche di austerità che poi si traducono in tagli dei salari, licenziamenti, delocalizzazioni mentre sul versante opposto padroneggia la speculazione e la corruzione la fa da padrone (vedi Expo 2015 e Mose di Venezia o grandi opere) .
I sindacati che con l’accordo del 10 gennaio 2014 si sono arrogati il monopolio della rappresentanza a prescindere dal voto dei lavoratori e quindi ogni forma di dissenso non deve avere diritto di cittadinanza dentro le aziende.
Con questo accordo i delegati da espressione dei lavoratori saranno meri esecutori della scelte sindacali perdendo quindi la propria autonomia e indipendenza.
Alla Cavit la Filcams ha fatto proprio questo. Ha chiamato i suoi delegati per far ritirare loro la firma su una richiesta di assemblea precedentemente sottoscritta dove sarebbe stato presente un esponete dell’USB.
Questo spiega perché la Camusso ha potuto tranquillamente firmare quel patto scellerato perché in fondo, quell’accordo rispecchia il comportamento assunto di molti, troppi sindacalisti che anziché rappresentare il lavoro hanno optato per farsi interpreti delle scelte aziendali.
Noi siamo determinati e quindi davanti a codesta arroganza, abbiamo deciso di parlare ai lavoratori attraverso un volantino per spiegare che impedire ad un sindacato di svolgere la propria assemblea è una sconfitta della democrazia e del pluralismo.
USB Trentino – Lavoro privato