Se la guerra è pace, la libertà è…..
Sui fatti di sabato 21 ottobre scorso riceviamo e volentieri pubblichiamo questo documento del Collettivo trans femminista queer di Trento che chiede a tutti/e noi una presa di coscienza sulla realtà fascista in Trentino
La redazione
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza?
Lettera aperta alla città di Trento Nel pomeriggio di sabato 21 ottobre, a Trento, il partito fascista Forza Nuova ha organizzato una iniziativa pubblica. Scopo: la raccolta di firme contro lo ius soli e la promozione della “Marcia dei patrioti”, che Forza Nuova sta organizzando per il 28 ottobre prossimo (anniversario della marcia su Roma, quella originale, che diede inizio alla dittatura fascista). Per chi ancora non lo sapesse, Forza Nuova è un partito che si richiama esplicitamente – nelle parole d’ordine, nelle pratiche squadriste – all’esperienza storica del fascismo italiano; propagandando l’odio e la pratica violenta verso tutt* coloro che non si conformano ad una visione del mondo fascista (e, conseguentemente, patriarcale, suprematista bianca, omofoba, antisemita, xenofoba).
Questa gente, sabato pomeriggio, se ne stava indisturbata e protetta dalla polizia, in pieno centro storico. Questi fascisti si sono sentiti liberi di allestire un banchetto contro lo ius soli a pochi giorni dalla morte di Adan, un ragazzino di 13 anni, curdo, richiedente asilo, morto nella Bolzano della “qualità della vita”, mentre la famiglia tentava di avviare le pratiche per la richiesta di protezione internazionale. Adan è morto perché è stato prima costretto da una malattia sulla sedia a rotelle, poi privato delle cure necessarie, infine abbandonato dal sistema. A chi lo amava resta il vuoto, a noi una rabbia che non trova pace.
Bloccare, sabotare, eliminare la presenza fascista è giusto, è necessario. Per questo motivo, la nostra solidarietà e complicità va – e andrà sempre – a chiunque si opponga con la propria viva esistenza al fascismo e al suo nuovo dilagare. Le due azioni compiute sabato 21 in contrasto a Forza Nuova sono state giuste, legittime, imprescindibili; la risposta repressiva straordinariamente aggressiva. L’arresto e la detenzione preventiva di quattro ragazzi antifascisti, che hanno avuto l’unico merito di esporsi in prima persona, facendo una cosa che avremmo dovuto fare tutte e tutti, è sintomo ormai inequivocabile dello stato di piena legittimazione delle organizzazioni neofasciste.
In questo momento storico, il fascismo (in tutte le sue forme) non viene soltanto riabilitato, ma è addirittura reintegrato nel pensiero comune, con la strisciante complicità dei media e delle istituzioni, che concedono ai fascisti spazi sempre più ampi.
Forse il tempo che è passato ci ha fatto dimenticare che cosa è il fascismo, quali le sue pratiche e parole d’ordine? Forse siamo tutt* (o quasi) antifascist* solo nelle giornate deputate a ricordare i campi di concentramento, ma poi quando i fascisti di oggi li incontriamo per strada non sappiamo, o non vogliamo, riconoscerli?
È grazie a questo stato di incantamento malefico che è possibile svuotare e rovesciare di significato le parole: Che cosa significa violenza?
Di chi è la violenza?
Davvero le persone violente sono state coloro che, con un atto di coraggio, si sono opposti alla presenza fascista?
Oppure la violenza sta da un’altra parte?
Per esempio, in gente come Numa De Masi, referente di Forza Nuova Trentino?
Uno che capeggia tronfio ronde armate nelle strade cittadine?
Di che cosa parliamo, quando usiamo le parole?!
Assistiamo a un rovesciamento surreale, che ci ricorda l’Orwell di 1984: siamo forse in un mondo in cui la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza?
Mosse da questa angoscia, chiediamo alla nostra città: come è possibile essere arrivat* a questo punto?
Da cosa nasce questo bisogno collettivo di allontanarsi dalla presa di parola e dall’azione diretta?
E questo atteggiamento di indifferenza e silente condanna di tutt* coloro che lottano in prima persona?
Come scriveva Bertold Brecht: non abbiamo bisogno di eroi. La nostra città, il nostro mondo, ha bisogno di riannodare i fili del pensiero e dell’azione collettiva, perché non ci sia più bisogno del sacrificio dei e delle singole.
Per questo motivo sentiamo l’urgenza di chiedervi e di chiederci: che cosa può fare ciascun* di noi, a partire da sé, per contrastare il fascismo, i fascisti, del tempo presente?
Collettivo trans femminista queer Trento
Personalmente, per contrastare il possibile risorgere del fascismo, che tuttavia ritengo improbabile, ne studio da anni in modo approfondito la Storia.
Il fascismo è una malattia sociale, un pericoloso parassita politico che nasce e si sviluppa sul terreno di una democrazia falsa e degenerata, come quella italiana del primo dopoguerra e quella della Repubblica di Weimar negli anni ’20.
E come l’attuale sistema democratico italiano.
Onore e simpatia per il coraggio dimostrato da anarchici e “Bruno” contro i neofascisti e iloro protettori istituzionali!
Pero’ operazione tattica inefficace nel lungo periodo, perche’ il nemico non si combatte sul suo tetreno: quello della violenza fisica, ma sul nostro terreno: quello della conoscenza storica e sociologica.
Il medico, per guarire la malattia, prima di approntarne la terapia, ne deve studiare l’eziologia, il decorso e farne una diagnosi corretta.
Il mio umile suggerimento ai giovani è questo:
STUDIARE, STUDIARE, STUDIARE la Storia, per non ripetere gli errori.