L’alternativa non è più rinviabile

In questi giorni si sovrappongono notizie preoccupanti sul nostro futuro. Dall’andamento delle borse, allo spread sui BTB, della crescita della disoccupazione, dell’inflazione che arriva al 3,4 % , ecc.
Come sempre una stampa asservita al potere fa prevalere le notizie riguardanti le borse, il debito e lo spread mentre le altre notizie, quelle che pesano direttamente sulle condizioni di milioni di lavoratori e cittadini vengono spesso relegate, per una giornata nei titoli di chiusura e poi “dimenticati”.
Un giovane su tre è disoccupato.
Per Sacconi ed il Governo l’unica risposta a questo dato preoccupante è la riproposizione dei licenziamenti facili e quindi rinnovano l’attacco all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Del resto si assiste, purtroppo, ad una rincorsa bipartisan su chi è più credibile nel dare applicazione ai diktat della BCE tagliando lo stato sociale, mettendo in vendita il patrimonio pubblico e privatizzando i servizi, acqua compresa, cancellare il Contratto Nazionale e liberalizzando i licenziamenti.
In questi giorni non sento provenire dall’opposizione proposte alternative che lascino intendere l’idea di costruire un nuovo modello di produzione attento all’ambiente, ai diritti sul lavoro e nel sociale.
Anzi, a sentire Matteo Renzi, sindaco di Firenze, che si richiama a Marchionne e palude alla filosofia di Sacconi sui licenziamenti facili mi sembra che la competizione sia a buon punto.
Se poi ascoltiamo Pietro Ischino che denuncia l’eccesso dei diritti nel mondo del lavoro, pensa che se i giovani oggi non hanno lavoro e domani non avranno la pensione, la colpa è dei sindacati che non accettano l’innalzamento dell’età pensionabile a 70 anni, abbiamo la certezza che nessuna alternativa alle politiche della BCE potrà avvenire con un’alleanza con questo PD.
Anche le politiche della PAT sono la dimostrazione che non esiste un progetto alternativo ma solo un diverso modo di fare le stesse cose.
Allora mi chiedo ma veramente Vendola a e Diliberto pensano che bastino le primarie per cancellare questa linea politica del PD rappresentata da Renzi, Ichino, Letta, Veltroni & C.?
Ma davvero il problema è Berlusconi e non le sue politiche?
Cosa cambia se l’età pensionabile viene elevata da Berlusconi o da un governo di garanzia, tecnico o istituzionale?
Perchè gli economisti che pongono il problema del non pagamento del debito non trovano sponde politiche dentro il Parlamento?
Come possiamo osservare le risposte della “casta” non cambiano. L’unica risposta che sanno dare è il taglio della spesa sociale, dei diritti acquisiti dai lavoratori, dalle pensione, la privatizzazioni dei beni comuni e dello stato sociale mentre i loro privilegi e gli interessi di Confindustria, della speculazione e del malaffare sono intoccabili.
Mentre tutti invocano nuovi sacrifici (imposti dall’Europa, Sic!!) nessuno propone di recuperare le risorse necessarie dalle spese militari (pari a 15 miliardi), da il Tav in Val di Susa e Brennero (29 miliardi) dai progetti de la Gronda a Genova (7 miliardi), ecc. che sono risorse recuperabili a costo zero per i cittadini oltre che un valore aggiunto per l’ambiente.
Per non parlare della lotta all’evasione fiscale, dalla tassazione dei grandi patrimoni immobiliari e non dove si potrebbero recuperare importanti risorse per fronteggiare la crisi e rendere più equi i sacrifici chiesti ai cittadini.
In ultima mi chiedo come ci possiamo ancora fidare di quanti si apprestano, in nome della BCE, di tagliare le pensione ai lavoratori e lavoratrici ma continuano a mantenersi i loro privilegi e i loro vitalizi?
Per questo è importante accelerare i tempi per costruire una vera alternativa politica, sociale e culturale alle norme che ogni giorno ci vengono propinate da governi proni alle banche ed alla speculazione.

Ezio Casagranda

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