Landini, Zingaretti e Boccia: i ragazzi del coro
Le prime uscite del nuovo segretario della Cgil Landini sono preoccupanti. Dopo il completo schiacciamento sull’alleanza di ferro con Cisl e Uil e il sostanziale avallo della TAV ora il neo eletto lancia segnali di apprezzamento al Pd zingarettiano, sostenendo che si sarebbe avviato un “nuovo corso”.
E il “nuovo corso” ringrazia, abbracciando la triplice in un incontro che sa tanto di sostegno elettorale. Ma c’è soprattutto il patto della fabbrica con la Confindustria che sembra essere il nuovo asse strategico della Cgil. Nell’intervista di oggi a Repubblica, Landini rispolvera la patrimoniale e la necessità di una vera riforma fiscale: una foglia di fico per nascondere che la Cgil è contro l’introduzione del salario minimo per legge, cioè per un innalzamento di tutti i salari minimi, contenuti nei CCNL che sono stati firmati in questi anni, che sono scesi ben al di sotto del livello di sussistenza.
Boccia, presidente di Confindustria, ha inaugurato il suo road show in vista delle europee, invocando più Europa e rispolverando il milione di posti di lavoro di berlusconiana memoria. La ricetta è sempre la stessa: date soldi alle imprese, che ci pensiamo noi. Zingaretti finora non è riuscito a dire niente di diverso, unendosi al coro di più Europa, TAV e soldi per le infrastrutture. E anche Landini si unisce al coro: più Europa, infrastrutture con una spruzzatina di verde, facciamo la TAV e rimettiamo al centro il lavoro.
Che è una parola così abusata che Boccia la usa indifferentemente per dire rimettiamo al centro le imprese. Che Zingaretti e Boccia fossero dall’altra parte non dovevamo scoprirlo. Ma che Landini sposasse con tanta decisione le scelte della controparte è un ulteriore salto di qualità.
Più Europa, che poi significa più Unione Europea, sappiamo bene cosa significhi in termini di tagli ai servizi sociali e contenimento della spesa pubblica. Invece di chiedere un rilancio dell’economia pubblica e una lotta seria alle disuguaglianze, quindi più redditi, più salari, più pensioni e un piano di assunzioni in tutta l’amministrazione pubblica e nei servizi, ci si accoda alla richiesta di investimenti a favore delle imprese private. Landini-Zingaretti-Boccia, com’è vecchio il futuro che ci prospettate!